Ritorna dove iniziò la storia con la terra picena, scavalcando i secoli e passando tra le corti più importanti del Rinascimento fino ad arrivare nelle mani di Papa Sisto V: si tratta del Reliquiario che il pontefice donò “alla sua patria carissima”, Montalto delle Marche.
Il prezioso manufatto, simbolo dell’attaccamento di Sisto V (al secolo Felice Peretti, originario di Montalto, anche se è nato il 13 dicembre 1521 a Grottammare) alla città dove ha vissuto per anni, è al centro del catalogo “Museo Sistino Vescovile di Montalto” e che sarà presentato il prossimo 18 gennaio, alle ore 16, a Castel Sant’Angelo a Roma, proprio nel luogo dove il pontefice lo prelevò, nel 1587.
All’evento, che sarà possibile seguire in streaming sulla pagina Facebook dei Musei Sistini del Piceno, saranno presenti il vescovo della Diocesi di San Benedetto Ripatransone Montalto Monsignor Gianpiero Palmieri, Chiara Biondi assessore alla Cultura della Regione Marche, il sindaco di Montalto Daniel Matricardi, Giovanni Issini Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, Clarice Innocenti già direttrice del laboratorio di restauro dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e che ha diretto il restauro del Reliquario nel 2013.
A presentare il catalogo sarà Gabriele Barucca, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Cremona, Lodi e Mantova, grande conoscitore del nostro territorio in quanto ex funzionario della Soprintendenza di Urbino e studioso di oreficerie.
A moderare sarà Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani.
Lo straordinario appuntamento (il catalogo era tra progetti presentati alla Regione Marche per i festeggiamenti del Cinquecentenario della nascita di Papa Sisto V) è il momento clou di un percorso che ha visto un convengo sul tema, tenutosi a Montalto il 26 febbraio 2023, poi la mostra del Reliquiario ai Musei Vaticani a Roma (dal 15 giugno al 15 settembre). E tante altre iniziative con il coinvolgimento di illustri studiosi, tra cui Anna Rosa Calderoni Masetti, esperta a livello europeo dello “smalto en ronde-bosse”, tecnica con cui è stato realizzato l’oggetto sacro.
La scelta di presentare l’opera a Roma, a Castel Sant’Angelo, è anche legata al dramma del sisma del 2016 che ha pesantemente toccato Montalto come altri luoghi del Piceno. La locale sede del Museo Sistino, che custodiva il manufatto, è stata danneggiata ed è tutt’ora in ristrutturazione.
In attesa della sua riapertura, si e voluto lavorare sul catalogo: 320 pagine, con saggi e schede delle opere divise per tipologia, corredate da straordinarie immagini del fotografo Riccardo Garzarelli, edito da Nardini Editore di Firenze ed a cura di Paola Di Girolami, direttrice dei Musei Sistini del Piceno, e di Benedetta Montevecchi, storica dell’arte dell’Università “La Sapienza”, profonda conoscitrice del reliquiario, già funzionario di zona alla Soprintendenza di Urbino.
Prezioso, per la realizzazione del catalogo, è stato il contributo della Regione Marche (appunto per i festeggiamenti del Cinquecentenario del Papa) e della ditta Travaglini che, occupandosi del restauro del Museo di Montalto, ha voluto partecipare economicamente anche alla pubblicazione dell’opera.
L’idea originaria era quella di presentare il catalogo in occasione della riapertura del Museo Sistino di Montalto. Poi, la mostra ai Musei Vaticani e la stretta e proficua collaborazione che si è creata con la direttrice Barbara Jatta hanno suggerito la sede di Castel Sant’Angelo, dove era conservato il tesoro papale, tra cui il meraviglioso gioiello scelto da pontefice piceno per la sua Montalto.
LA STORIA – La storia del Reliquiario è ben rintracciabile dalla sua presenza negli inventari dei Principi delle corti più importanti d’Europa ed è ricca di aneddoti. Il nucleo originale compare nell’elenco del Tesoro di Carlo V di Francia (1379 – 1413), cui va presumibilmente attribuita la commissione anche dei magnifici smalti a tutto tondo su oro (en ronde bosse).
Nel 1439 il Reliquiario compare nell’inventario dell’eredità di Federico IV d’Asburgo; nel 1450 Leonello d’Este lo acquista da un mercante tedesco e nel 1457 compare nell’inventario dei beni del cardinale veneziano Pietro Barbo, papa dal 1464 al 1471 con il nome di Paolo II.
L’attuale aspetto del Reliquiario di Montalto risale alle modifiche volute da Barbo, che lo inserisce in una struttura monumentale in argento dorato di straordinaria qualità. Nel 1587 Papa Sisto V, individua il prezioso oggetto dal Tesoro Vaticano e lo dona alla cittadina di Montalto, nelle Marche, sua “patria carissima”, dove è tuttora conservato.
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