Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha affermato che il suo Paese “non è né in guerra né in pace” mentre Stoccolma invia navi da guerra e Forze armate nel Mar Baltico. Questa è la prima volta che la Svezia invia rinforzi militari nella regione come parte di maggiori sforzi di sorveglianza.
Nel giro di pochi mesi, il Mar Baltico ha assistito a una serie di sospetti sabotaggi di cavi sottomarini sia energetici che per il trasporto dati, spingendo le nazioni nordiche a lavorare insieme per monitorare la regione.
Domenica, la Svezia ha annunciato che avrebbe contribuito con tre navi da guerra e un aereo di sorveglianza nell’ambito delle operazioni NATO nel Mar Baltico per monitorare le infrastrutture critiche e la “flotta ombra” della Russia.
Kristersson ha affrontato la questione durante il suo discorso di apertura della conferenza annuale svedese Folk och Försvars (popolo e difesa) a Sälen. Il premier svedese ha anche sostenuto che “l’intento ostile non può essere escluso” quando si tratta dei recenti sabotaggi di cavi sottomarini avvenuti nel Baltico.
Il premier svedese ha ricordato come la Svezia – entrata nella NATO nel marzo 2024 ponendo fine a una secolare neutralità – stia assistendo ad “attacchi ibridi e guerre per procura”.
Secondo il premier, inoltre, vi sarebbe l’Iran dietro alcuni crimini commessi dai membri delle famigerate gang svedesi che hanno portato anche a problemi oltre confine.
“La Svezia non è in guerra. Ma non c’è nemmeno pace”, ha osservato. “La vera pace richiede libertà e l’assenza di gravi conflitti tra i paesi. Ma noi e i nostri vicini siamo esposti ad attacchi ibridi, condotti non con robot e soldati, ma con computer, denaro, disinformazione e il rischio di sabotaggio”, ha proseguito il premier svedese.
Per il premier svedese coloro che vogliono la pace devono essere “preparati alla guerra”.
“Non escludo affatto che la situazione ci richieda di adottare ulteriori misure per rafforzare e ampliare la difesa svedese”, ha affermato Kristersson.
Come confermato dal governo svedese in una nota, la Svezia invierà un aereo da ricognizione ASC 890 e fino a tre navi da guerra, nell’ambito delle operazioni NATO nel Mar Baltico. Inoltre, sempre secondo quanto riferisce il governo di Stoccolma, la Guardia Costiera coopererà con lo sforzo e contribuirà con quattro navi che monitoreranno le aree prioritarie, mentre altre sette navi saranno mantenute in standby.
“Questa è la prima volta che la Svezia ha contribuito con forze armate nella nostra area immediata”, ha affermato il premier svedese in un conferenza stampa.
Commentando l’indagine in corso sulla nave Eagle S, sospettata di aver danneggiato un cavo tra Finlandia ed Estonia il mese scorso, Kristersson ha osservato che una nave di soccorso sottomarino svedese ha già recuperato l’ancora.
“La Svezia non salta alle conclusioni né accusa nessuno di sabotaggio senza ragioni molto forti. Il lavoro continua e il Consiglio per la sicurezza nazionale viene aggiornato costantemente”, ha affermato. “Ma non siamo nemmeno ingenui. La situazione della sicurezza e il fatto che cose strane accadano di continuo nel Mar Baltico ci portano anche a credere che non si possa escludere un intento ostile”, ha aggiunto il premier svedese.
Il primo ministro ha detto di aver tenuto un incontro con i capi di stato e di governo del Mar Baltico a Helsinki, la capitale della Finlandia, martedì. “Nessuno di noi sta muovendo accuse frivole. Ma tutti noi prendiamo la cosa sul serio”, ha osservato.
Pur sottolineando il sostegno interno che la Svezia ha ricevuto con la sua recente adesione alla NATO, Kristersson ha affermato che il paese è “cambiato”. “La Svezia non è più un’idealista dagli occhi azzurri in disparte, ma è diventata realista al centro degli eventi”, ha sottolineato il premier svedese.
Il ministero della Difesa rivela il completamento del nuovo progetto sui droni
Intanto, secondo il quotidiano svedese Dagens Nyheter citando il governo di Stoccolma, le Forze armate saranno fornite di un nuovo tipo di materiale, più precisamente di un centinaio di droni.
Come sottolineato dal ministro della Difesa svedese, Pål Jonson, si tratta di un tipo completamente nuovo di sciami di droni in un progetto sviluppato in tempi di record, ovvero un anno invece di quattro anni. I droni saranno dotati di software che permetta loro di svolgere missioni senza che un operatore li gestisca manualmente, ad esempio ricognizione e sorveglianza.
I nuovi droni, che possono essere equipaggiati anche con diversi proiettili, saranno messi alla prova durante l’esercitazione militare Arctic Strike a marzo. Finora il progetto è stato una collaborazione segreta tra il ministero della Difesa, le Forze Armate svedesi, l’Amministrazione svedese dei materiali di difesa, il Total Defense Research Institute e Saab.
[a cura di Simone Cantarini]
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