Eolico, scontro di visioni sul futuro. «Su documenti affermazioni paradossali, la Regione vigili»

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La speranza è ancora nel decreto “Aree idonee”, o meglio nei correttivi alla legge regionale – attesa, dopo lo stallo causato dai ricorsi, per inizio febbraio – che dovrà disciplinare l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici per raggiungere i 2 GW chiesti all’Abruzzo.
Sindaci attorno al tavolo per intraprendere azioni comuni contro la pioggia di progetti eolici che sta cadendo sul territorio del Vastese. Sono 50 le torri in progetto per poco meno di 300 MW di potenza complessiva (il dettaglio nel link sotto), numeri che testimoniano la sproporzione col resto d’Abruzzo dove le uniche altre due località interessate sono Gioia dei Marsi e Carsoli (quest’ultimo comune interessato marginalmente da un progetto localizzato in Lazio). 

Il primo cittadino sanbuonese, Nicola Zerra, ha convocato nuovamente i colleghi del territorio – presenti tra sindaci e delegati Palmoli, Fresagrandinaria, Furci, Torrebruna, Lentella, Tufillo, Gissi, Dogliola – dopo la partecipata assemblea pubblica del luglio 2024: «Il mio paese non è coinvolto da progetti, ma se si installassero le turbine di Carpineto Sinello e Liscia, le avremmo praticamente sopra la testa». Il riferimento è a due dei tre progetti presentati dalla Edison. Altra prova dell’affollamento eolico in atto è l’“anniversario” degli incontri tra amministratori: nel gennaio 2024 i sindaci tennero una conferenza stampa a Vasto per dire “no” al parco eolico “Abruzzo”, un anno dopo i progetti sono 7 e coinvolgono i territori di 14 paesi.

Ad ascoltare le istanze dei cittadini sono intervenuti l’assessora regionale Tiziana Magnacca e il consigliere Francesco Prospero. A fare il punto, soprattutto dal punto di vista procedurale, è stato il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli che, qualche settimana fa, insieme a colleghi e comitati, ha partecipato alle audizioni della commissione Ambiente in Regione: «Sono state accolte alcune delle nostre richieste riguardanti la tutela dei beni culturali come chiese, castelli ecc. Per questi si prevede una zona cuscinetto di 3 chilometri entro i quali è impossibile realizzare impianti per la produzione di energia rinnovabile. A seguito dell’audizione nella commissione Ambiente della Regione ci è stato assicurato che anche i boschi diventeranno aree non idonee all’installazione degli impianti. Inoltre, si valuta un’estensione di tale inidoneità relativamente ai centri storici e ai punti panoramici». 

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Non sono passate inosservate alcune affermazioni presenti nei documenti degli ultimi progetti Edison, come i passaggi su un presunto parere favorevole delle popolazioni riguardo questi impianti e sull’attrattività turistica delle torri eoliche: «Ci sono affermazioni paradossali come quelle sulle ricadute positive nei paesi che ospitano aerogeneratori, in realtà tutti gli indicatori (da quelli sulla popolazione alla mortalità delle imprese commerciali) ci dicono altro».
Grossi dubbi, accolti anche da Magnacca e Prospero, su alcuni aspetti del parco eolico proposto a Liscia (sul quale l’amministrazione si è già detta favorevole). Qui le tre torri andrebbero realizzate sui terreni percorsi dal grande incendio del settembre 2015, per questo la Edison specifica che la realizzazione, come previsto dalla legge, partirà quando saranno passati 10 anni dal rogo e dopo 15 (dal 2015) si procederà al cambio di destinazione d’uso dei terreni, «È impensabile presentare un progetto in anticipo rispetto ai tempi previsti per aree devastate da un incendio. Gli uffici regionali dovrebbero fermarli prima della pubblicazione risparmiando così anche tempo ai nostri tecnici comunali che devono formulare le osservazioni. Inoltre, qui dovrebbero essere valutati gli impatti ambientali complessivi sommati a quelli dell’impianto proposto per la confinante Carpineto Sinello».

«Ci siamo ritrovati il progetto nel cassetto, perché è stato avviato dalla precedente amministrazione – l’intervento del sindaco di Torrebruna, Francesco Troilo – Inizialmente c’erano 5 torri tutte intorno al paese, dopo alcuni incontri con Edison siamo riusciti a ottenere lo spostamento di 4 di queste, ma la collocazione della quinta non ci soddisfa. Non siamo totalmente contrari, ma c’è bisogno di interlocuzione con chi amministra».
Il sindaco di Fresagrandinaria – che ha ben 15 torri in progetto nel proprio territorio – Lino Giangiacomo ha ribadito quanto già espresso in altre occasioni e aggiunto: «I sindaci che sono favorevoli lo dicano chiaramente. Questi progetti così impattanti non possono essere calati dall’alto, ma amministrazione e cittadini devono avere voce in capitolo».

Il comitato dei sindaci farà avere ai due rappresentanti regionali le proprie istanze e si impegnerà nel coinvolgimento delle popolazioni, «per una maggiore consapevolezza su quanto potrebbe accadere nel proprio territorio», come suggerito da Magnacca: «Forniteci due-tre proposte concrete da presentare. Andrebbe, inoltre, convocata anche la Edison per un riscontro su alcuni passaggi contestati nella documentazione». «Da parte nostra c’è massima apertura – ha concluso Prospero – Purtroppo per la premura di arrivare al 31 dicembre con la legge regionale ha fatto saltare la fase delle audizioni, cercate di partorire dei veri e propri emendamenti. L’impegno che mi posso prendere è un maggior coinvolgimento dei territori».

Ciò che ormai è chiaro è la differenza di visione di sviluppo per le stra-citate “aree interne”: da una parte la produzione intensiva di energia rinnovabile con ricadute per le comunità locali da valutare (al contrario delle entrate previste per le società e di quanto affermato nella documentazione), dall’altra la valorizzazione naturalistica per attrarre turisti (ad esempio con il nascente Parco dei gessi frentani) e nuovi residenti (come sta accadendo da qualche anno). 



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