I leghisti chiedono le dimissioni della Todde. M5S: “Ridicoli, avete fregato 49 milioni di euro”.

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Spariti, di fatto, dal perimentro del Consiglio regionale, oggi il partito di Matteo Salvini in Sardegna, si è rifatto sentire chiedendo attraverso una nota quello “che in molti auspicano” dopo i primi dieci mesi di mandato della Giunta Todde: le dimissioni della presidente dichiarata decaduta dalla Corte d’Appello di Cagliari.

Una richiesta che anticipa un nuovo tour nelle piazze delle Sardegna dei leghisti sardi indetto proprio per “sollevare la questione di legalità” nelle strade dell’Isola. Ma, come ricorda oggi un’altra nota (ma del M5S Sardegna), l’iniziativa potrebbe non andare a buon fine in termini di credibilità, dal momento, ricordano i pentastellati, gli stessi leghisti “hanno fregato 49 milioni di euro alla collettività”, tra il 2008 e il 2010. Scandalo, va ricordato, nato ad aprile 2012 quando sui giornali si è avuta per la prima volta notizia che l’allora tesoriere della Lega, Francesco Belsito, era indagato con l’accusa di aver utilizzato i soldi ottenuti dallo Stato per i rimborsi elettorali in spese di altro tipo e a favore di altri membri del partito, come l’allora segretario Umberto Bossi e la sua famiglia.

Le indagini, volendo rinfrescare la memoria agli elettori (e perchè nò, anche ai leghisti con la berritta) si erano chiuse nel novembre 2013, mentre la prima sentenza è arrivata a luglio 2014, con la condanna in primo grado, tra gli altri, di Belsito e Bossi, per truffa ai danni dello Stato. Con la sentenza, inoltre, era stato anche deciso di confiscare come risarcimento circa 49 milioni di euro dai conti del partito, che però quei soldi non li aveva più. Fondi, ad oggi, dei quali non si sa con certezza il destino.

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A dicembre 2017, sempre per ricordare i fatti, venne effettuato un primo sequestro da circa 2 milioni di euro, mentre a luglio 2018 la Cassazione pubblicò le motivazioni in cui fu stabilito che andassero sequestrate anche le nuove entrate future nelle casse della Lega.

Ad agosto 2019, però, alcuni dei reati di cui erano accusati, tra gli altri, Belsito e Bossi (condannati in primo grado e in appello) sono finiti in prescrizione, ma, ricordiamolo, la confisca dei 49 milioni è rimasta definitiva.

A settembre 2018, ancora, gli avvocati della Lega e la Procura di Genova avevano raggiunto una sorta di accordo per la restituzione dei 49 milioni. Una intesa che prevedeva la restituzione di 100mila euro ogni due mesi come risarcimento dei milioni truffati, al netto di quelli già confiscati. In sostanza tra 70 anni il “partito del Capitano” dovrebbe chiudere la pratica.

Un breve recap, dunque, per valutare non solo l’opportunità dell’iniziativa promossa del partito leghista nell’Isola ma anche per ribadire che il crescente astensionismo in Italia è assolutamente giustificato con tali attori politici.

Ciò nonostante, la bassa politica non può esimersi da riproporre azioni nella disperata ricerca di visibilità. Di accettabile, però, la richiesta di dimissioni della presidente decaduta che, prima ancora di essere interessata dal provvedimento di decadenza da parte della Corte d’Appello di Cagliari, ha confermato (insieme ai soci di maggioranza del Campo largo) l’ennesima occasione mancata per la Sardegna.

Considerazioni dovute a parte, da questo fine settimana (il weekend per i sovranisti della Lega Sardegna), la Lega lancerà l’iniziativa contrassegnata dall’hashtag #ToddeDimettiti, che vedrà i militanti del partito “impegnati con i consueti gazebo e in attività di volantinaggio nelle piazze e nei mercati della Sardegna”.

“I gravi inadempimenti nelle procedure di rendicontazione elettorale accertati dalla Commissione elettorale di garanzia, aggravati dalle diverse versioni rese sui finanziamenti elettorali dalla ormai expresidente Todde, impongono le sue dimissioni così come, peraltro, accertato dall’Autorita vigilante. Non è possibile fare finta di niente di fronte una decadenza conclamata ed accertata per le gravi violazioni di legge”, si legge nella dichiarazione leghista”. 

“Le dimissioni – concludono – sono un gesto obbligato, senza la ricerca di escamotage poco dignitosi e irrispettosi dei sardi, accettando la decadenza per le violazioni insanabili compiute. Le regole valgono per tutti, anche per la sinistra e i 5 stelle”, concludono i leghisti salviniani.

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Un deprimente teatrino, la bassa politica sarda, che ha visto oggi anche la reazione del partito della diretta interessata, il M5S: “La Lega in Sardegna chiede le dimissioni della Presidente Todde perché le regole valgono per tutti. Beh, possiamo dire che siamo al paradosso politico e leggere certe affermazioni è davvero esilarante. Sarebbe molto più opportuno il silenzio ma siccome sappiamo quanto piaccia al partito di Salvini l’aprire bocca e dare fiato, allora si mobilitino per organizzare i banchetti per chiedere scusa ai sardi visto le macerie che hanno lasciato in Regione”.

M5S, però, rivelatosi decisamente inconsistente e, senza ombra di dubbio, incapace di ammettere di aver applicato, in tutto e per tutto, un agire politico in continuità, paradossalmente, con la stessa Legislatura Solinas. Azione, per i cultori del genere (non per le acritiche groupies delle pagine social della presidente decaduta e della assessora che non si indigna più), riscontrabile nei numerosi interventi copia e incolla adottati dalla Giunta Solinas (come nel caso delle politiche giovanili) e nell’approvazione delle recente ruberia del Consiglio regionale dell’ultima variazione di bilancio. Lo stesso Consiglio, ora, che dovrebbe decidere con la sua Giunta per le elezioni (come reca l’articolo 17 del regolamento interno) e in plenaria, il destino della presidente nuorese.

Insomma, questo è quello che passa il convento nell’Isola della bassa politica, come ricorda anche un’altra nota dell’ufficio stampa regionale dei pentastellati, che, acriticamente come spesso capita dalle parti di via Oslavia e viale Trento, sono arrivati addirittura a dichiarare che “la nuova giunta segna un netto cambiamento rispetto al passato leghista” e, ancora, che “quanto fatto in questi mesi dalla nuova giunta è bastato a tracciare un solco netto rispetto a un passato politico al quale la Lega ci vuole riportare”.

Ma dai. Tiratevi a casino, volendo usare una espressione tipicamente locale.



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