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Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello globale. Non servono troppe parole per comprendere la gravità della situazione, né si pecca di catastrofismo ricordando che abbiamo appena vissuto il primo anno solare in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5 °C il livello preindustriale (1859-1900), la soglia prevista dall’Accordo di Parigi. Nel 2024 siamo infatti arrivati a +1,60 gradi, secondo le rilevazioni del Copernicus Climate Change Service (C3S), che ieri ha confermato con dati definitivi quanto aveva anticipato alla fine dell’anno scorso con dati provvisori.
La nota che accompagna il rapporto non lascia spazio a negazionismi: «Il cambiamento climatico indotto dall’uomo rimane il principale responsabile delle temperature estreme della superficie dell’aria e del mare», spiega. Alle condizioni eccezionali del 2024 hanno contribuito «anche altri fattori, come l’Oscillazione Meridionale El Niño».
A rendere la fine del 2024 un momento in cui fare davvero il punto contribuiscono anche altri dati. Ad esempio, sapere che ogni singolo anno degli ultimi 10 anni (2015-2024) è stato uno dei 10 anni più caldi mai registrati. Inoltre, il 22 luglio 2024 è stato raggiunto un nuovo record di temperatura media globale giornaliera, con 17,16 gradi.
Il 2024 è stato l’anno più caldo per tutte le regioni continentali, ad eccezione dell’Antartide e dell’Australasia, nonché per parti considerevoli dell’oceano, in particolare l’Oceano Atlantico settentrionale, l’Oceano Indiano e l’Oceano Pacifico occidentale. Il 2024 ha visto tre stagioni record calde per il periodo corrispondente dell’anno. Ogni mese da gennaio a giugno 2024 è stato più caldo del mese corrispondente in qualsiasi anno precedente registrato. Ogni mese da luglio a dicembre, eccetto agosto, è stato il secondo più caldo, dopo il 2023, per il periodo dell’anno. Agosto 2024 è stato a pari merito con agosto 2023 come il più caldo mai registrato.
«L’umanità è responsabile del proprio destino, ma il modo in cui rispondiamo alla sfida climatica dovrebbe basarsi sulle prove. Il futuro è nelle nostre mani: un’azione rapida e decisa può ancora modificare la traiettoria del nostro clima futuro» ha dichiarato Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service, Ecmwf. Mentre Samantha Burgess, responsabile strategico per il clima della stessa istituzione, ricordava che «le elevate temperature globali, unite a livelli record di vapore acqueo atmosferico globale nel 2024, hanno comportato ondate di calore senza precedenti e forti piogge, causando miseria a milioni di persone».
Anche la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera nel 2024 ha raggiunto livelli da record, circa 2,9 parti per milione (ppm) più alte rispetto al 2023, fino a 422 ppm. Il costante aumento globale delle emissioni di gas serra è indicato come l’agente principale del cambiamento climatico. Intanto gli oceani, che assorbono il 90% del calore in eccesso prodotto dall’umanità, continuano a surriscaldarsi: la media annuale delle temperature superficiali, escludendo le regioni polari, ha raggiunto il livello senza precedenti di 20,87 °C, battendo il record del 2023. Oltre agli impatti immediati delle ondate di calore marine su coralli e pesci, questo surriscaldamento duraturo degli oceani, il principale regolatore del clima terrestre, influisce sulle correnti marine e atmosferiche. I mari più caldi rilasciano più vapore acqueo nell’atmosfera, fornendo ulteriore energia per tifoni, uragani o tempeste.
Lo ha ricordato ieri Serena Giacomin, direttrice scientifica di Italian Climate Network, commentando i dati diffusi da Copernicus: «Non è un campanello d’allarme, ma una sirena a tutto volume. Un’anomalia così elevata, già oltre la soglia del grado e mezzo, significa che eventi estremi come ondate di calore, piogge torrenziali e fusione dei ghiacci stanno diventando la nuova normalità, con conseguenze devastanti per ecosistemi e comunità umane». Non c’è tempo da perdere, «ormai siamo oltre l’allerta rossa» ha commentato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia, sottolineando che nel 2025 compie dieci anni il disatteso Accordo di Parigi.
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