Case di riposo, aumentano spese e rette: quasi 200 euro al mese in più dal Covid. Al via nucleo per under65 con demenza: «Sono in crescita»

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TREVISO – Negli ultimi cinque anni la retta dell’Israa è aumentata complessivamente di 6 euro al giorno. Vuol dire 180 euro al mese. E nel 2025 potrebbe salire di un altro euro al giorno. Cioè circa 30 al mese. Per un totale che a quel punto supererebbe i 200 euro al mese di aumento dall’emergenza Covid. Va detto che le tariffe delle case di riposo di Treviso restano tra le più basse del Veneto: si parte da 56 euro al giorno (poco meno di 1.700 al mese) per un posto in stanza doppia, con impegnativa. E la morosità rimane a una quota fisiologica. Quel che è certo è che la pandemia, scoppiata solo un mese dopo l’insediamento del cda guidato dal presidente Mauro Michielon, ha rappresentato un vero e proprio spartiacque.


Il presidente

«Ha determinato un notevole aumento delle spese – ha spiegato ieri Michielon facendo il punto sull’ultimo mandato – si è poi aggiunto l’aumento del costo dell’energia dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la necessità di reperire infermieri all’estero, con notevoli aggravi economici; gli aumenti delle materie prime, effetto anche del bonus 110%, compresi i prodotti alimentari; l’aumento del costo del lavoro legato a due rinnovi contrattuali». Adesso si ripropongono gli stessi nodi. Le bollette di luce e gas potrebbero salire addirittura del 30%. E c’è in vista un altro rinnovo contrattuale per il personale. Il nuovo ritocco da 1 euro al giorno sarà inevitabile? «Al momento non c’è – dice il presidente – certo che se si verificheranno queste cose, ci sarà anche un relativo aumento. Anche se si parla di un ente pubblico, qui gli stipendi vengono pagati dai familiari. Una cosa anomala. Ma ad oggi è così». Il momento della verità è atteso per fine gennaio. «Ma l’ente è saldo, con i conti a posto – sottolinea Michielon – e le nostre tariffe, a differenza di altri, comprendono tutto: noi non facciamo giochi di prestigio». Il riferimento è a servizi come trasporti, parrucchiera, pedicure e così via.

Gli interventi

L’Israa, però, con i suoi 800 residenti, più 600 persone seguite a domicilio (i comuni sono saliti da 4 a 12), è molto altro. In 5 anni hanno preso forma digitalizzazione e domotica. Così come l’efficientamento delle strutture dal punto di vista energetico, tra Ract, Casa Albergo, Menegazzi e Zalivani. Superando tutte le difficoltà. Nella Ract di Santa Bona, in particolare, si è ripiegato su una serie di pompe di calore (490mila euro a fronte di un contributo da 314mila) dopo che le strutture metalliche per installare il fotovoltaico nel parcheggio si erano rivelate più costose degli stessi pannelli. Ora si valuta la possibilità di affidare la gestione della partita energetica a una società di servizi (Energy Service Company). In Israa lo sguardo resta come sempre proiettato verso il futuro.

Il personale

Sul fronte del personale, l’Israa conta oltre 800 lavoratori, compresi 75 infermieri (quasi il 90% stranieri) e 420 operatori sociosanitari (25% stranieri). Oggi il problema maggiore riguarda il reperimento di oss. «Non so se chiamarla proprio crisi di vocazioni. Ma i giovani sembrano meno sensibili. Auspichiamo di non dover cercare anche gli operatori all’estero – dice Michielon – prendersi cura delle persone è un lavoro quanto mai importante. Tanto più che l’attuale benessere lo dobbiamo ai sacrifici di queste persone che hanno fatto la storia del ‘900».

La fusione

La fusione delle ipab Israa e Appiani-Turazza è ormai costa fatta: al netto dei tempi tecnici, sarà operativa dall’inizio del 2026. E parallelamente la stessa Israa è pronta a prendere la completa gestione dell’istituto Gris di Mogliano per almeno 15 anni, così da poter programmare gli interventi di rilancio, anche sugli immobili.

Nuovo nucleo under65

Si punta anche ad aprire un nuovo nucleo nella Ract di Santa Bona dedicato alle persone con meno di 65 anni colpite da demenza. «Un fenomeno in crescita, con diversi risvolti estremamente delicati», evidenzia il direttore Giorgio Pavan. «Nella Marca – aggiunge Silvia Vettor, responsabile del centro specialistico per le demenze dell’Israa – riguarda oltre 320 persone». Un conto fatto inevitabilmente per difetto. Si inserisce in questo contesto anche l’attività dell’assistenza a domicilio dei malati di Alzheimer (6.472 visite a casa nell’ultimo lustro) e il successo dello screening volontario “Fatti un tagliando” per la prevenzione del decadimento cognitivo (418 aderenti over65). Parallelamente, poi, in accordo con l’Usl verrà creato un data base dove inserire i dati delle persone con demenza, su base volontaria, in modo che se qualcuno dovesse perdersi le forze dell’ordine possano contattare immediatamente i familiari.

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