UIL contro la privatizzazione degli asili nido

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Grave il comportamento delle Istituzioni comunali.

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Frontini: “Spettacolo indecoroso nell’ultima seduta del Consiglio comunale, clima da tifoseria e insulti. Taranto merita rispetto e confronto democratico.”

Maldarizzi: “Privatizzare un servizio d’eccellenza è un passo indietro per la città, i diritti non si svendono.”

Si è svolta nella mattina di sabato 28 dicembre 2024, sotto Palazzo di Città, la mobilitazione annunciata nei giorni scorsi dalle sigle sindacali FP CGIL, CISL FP e UIL FPL per protestare contro la decisione dell’amministrazione comunale di Taranto di esternalizzare i servizi educativi dei nove asili nido comunali. La manifestazione ha visto anche la partecipazione delle confederazioni territoriali delle tre organizzazioni, a dimostrazione di un fronte comune contro una scelta ritenuta dannosa per i lavoratori, le famiglie e l’intera comunità tarantina.

La delibera 444 del 12 dicembre scorso, che sancisce l’esternalizzazione del servizio, è definita dalla UIL una decisione miope e priva di visione. UIL TARANTO ritiene che i 1,6 milioni di euro investiti ogni anno per mantenere il servizio non siano un costo da ridurre, ma un investimento strategico nella qualità educativa e sociale della città. “Questa amministrazione sta scegliendo di andare controcorrente rispetto a molte altre realtà italiane, dove si sta lavorando con lungimiranza per riportare i servizi educativi sotto la gestione pubblica,” ha dichiarato Stefano Frontini, segretario organizzativo della UIL Puglia. “A Taranto, invece, si smantella un modello di eccellenza, mortificando anni di lavoro e professionalità altamente qualificate. E anche se si è detto che nessuno perderà il proprio stipendio, non è ancora chiaro dove saranno ricollocati questi lavoratori e a quali condizioni, creando incertezza e insicurezza.”

Alla protesta ha fatto eco il Consiglio Comunale riunitosi nel pomeriggio, durante il quale la discussione si è accesa al punto da trasformarsi in uno scontro vero e proprio.

I toni si sono alzati fino ad arrivare a un livello non degno delle istituzioni democratiche della città. “Non riteniamo concepibile – ha commentato Frontini – che il confronto trascenda in episodi che non devono avere cittadinanza nell’assise comunale, dando spazio a offese personali che poco attengono con l’oggetto della discussione. Sarebbe opportuno che Sindaco, Presidente, Giunta e Consiglieri riflettano seriamente sulla responsabilità che sono chiamati a ricoprire in quanto istituzioni della città di Taranto”.

Anche Giovanni Maldarizzi, segretario generale della UIL FPL Taranto, ha espresso forti critiche verso la scelta dell’amministrazione. “Parliamo di un servizio pubblico che rappresenta un fiore all’occhiello per la città, costruito negli anni grazie a educatrici altamente preparate e a un sistema che garantiva continuità educativa. Ora, con un atto privo di qualsiasi confronto con le parti sociali, si decide di smantellare tutto. È paradossale che la stessa amministrazione, che in passato ha investito sull’assunzione di personale qualificato per rafforzare il servizio, ora scelga di cancellare quanto costruito, senza una visione chiara per il futuro.”

UIL TARANTO e UIL FPL TARANTO denunciano con forza anche la mancanza di dialogo da parte dell’amministrazione comunale su un tema così importante per il futuro della città. “Non siamo stati interpellati, né coinvolti in alcun tipo di discussione – hanno continuato Frontini e Maldarizzi –. Questa scelta rappresenta non solo un danno per lavoratori e famiglie, ma anche un passo indietro per Taranto. Continueremo a lottare per garantire diritti e qualità nei servizi pubblici.”

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La manifestazione di sabato ha lanciato un messaggio chiaro all’amministrazione: i diritti non si svendono e il futuro della città passa necessariamente da una rete di servizi pubblici solidi e inclusivi. “Non accetteremo passivamente decisioni che danneggiano la comunità – ha concluso Frontini –. Taranto merita scelte coraggiose, basate su investimenti nel bene comune, e non una politica che smantella ciò che di buono è stato costruito negli anni.”



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