Sagemcom ferma la produzione in Umbria: 40 operai verso licenziamento

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di Chiara Fabrizi

La multinazionale francese Sagemcom è pronta a smantellare la produzione nello stabilimento di Città di Castello e ha già aperto la procedura di licenziamento collettivo per 40 lavoratori. L’azienda che progetta e costruisce contatori del gas, ora solo per le utenze domestiche, ha infatti annunciato a Riccardo Cuccolini della Fiom-Cgil, unico sindacato presente in Sagemcom, il taglio di più della metà del personale, che complessivamente ora si attesta a 70 dipendenti. Un organico, questo, molto ridotto rispetto a quello che la multinazionale francese contava tra il 2019 e il 2021, quando nello stabilimento di Città di Castello hanno lavorato fino a 230 addetti, tra cui un centinaio a tempo indeterminato e 130 precari prevalentemente interinali. Ad alimentare le buone performance ormai lontane di Sagemcom, arrivata in Umbria una decina di anni fa, quando ha rilevato la Sacofgas sull’orlo del fallimento, è stata un’importante commessa di Italgas ormai esaurita e mai rimpiazzata. Nel mezzo l’intervento di un paio di imprenditori locali che hanno rilevato il marchio di Sacofgas e il ramo d’azienda dei contatori non domestici, portando con sé una manciata di lavoratori. La restante quota di riduzione dell’organico è arrivata coi mancati rinnovi degli interinali, coi pensionamenti e con alcune dimissioni volontarie.

Per annunciare a Cuccolini l’apertura del licenziamento collettivo per 40 dei 70 dipendenti a tempo indeterminato dalla Francia sono arrivati gli apicali del gruppo, accompagnati da una una traduttrice. L’annuncio del taglio del personale non è stato proprio un fulmine a ciel sereno, considerando che il bilancio scorso si è chiuso con un rosso rilevante, tuttavia non più tardi del novembre scorso ai lavoratori è stato proposto un piano pluriennale sui premi di produzione, a cui i dipendenti non hanno aderito consapevoli dei recenti e negativi risultati di bilancio, preferendo accontentarsi di alcuni riconoscimenti economici previsti contrattualmente. Inoltre, la decisione di aprire il licenziamento collettivo si scontra con la mancata attivazione degli ammortizzatori sociali, a cui la gestione francese non è mai ricorsa nei suoi dieci anni di presenza a Castello. L’azione sindacale dovrà, in prima battuta, tentare di far ritirare la procedura, ma è chiaro che se ci si dovesse trovare di fronte a un muro si potrà spronare la multinazionale ad attivare la cassa integrazione straordinaria, che sosterrebbe per un anno i lavoratori.

Intanto per i prossimi 45 giorni, questo il termine previsto dalla procedura, a gestire la patata bollente sarà la Fiom-Cgil, dopodiché in caso di mancato accordo, la palla passerà anche alla Regione e l’intenzione, nel caso in cui non si trovi la quadra, è quella di portare i francesi negli uffici del Broletto. Da capire se ci riuscirà anche prima dei prossimi 45 giorni. L’assessore regionale allo sviluppo economico, Francesco De Rebotti, è stato subito informato della prima procedura di licenziamento collettivo attivata in Umbria nel 2025. E ben al corrente della vicenda è anche il sindaco Luca Secondi che sabato aprirà la sala consiliare ai dipendenti dell’azienda, ai rappresentanti sindacali e pure ad alcuni avvocati, al fine di valutare le iniziative da compiere. Intanto, il primo cittadino di Castello ha espresso «preoccupazione per la pesante ricaduta sociale sulla comunità locale, oltre che per le modalità di comunicazione», evidenziando che «come istituzione siamo vicini alle esigenze dei lavoratori, auspicando un immediato dialogo fattivo tra la rappresentanza sindacale e la parte datoriale per risolvere la vicenda in maniera costruttiva».

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«Anche noi siamo – scrivono in una nota i parlamentari dem Anna Ascani e Walter Verini – stati coinvolti riguardo alla gravissima situazione della Sagemcom, sui cui lavoratori è piombata all’improvviso e in maniera del tutto inaspettata la decisione di licenziamento collettivo da parte dell’azienda. È necessario scongiurare la chiusura dello stabilimento e tutelare le esigenze dei dipendenti e delle loro famiglie: l’azienda incontri i sindacati e ascolti le istanze che arrivano dai lavoratori. Saremo al loro fianco e faremo tutto ciò che servirà, insieme al sindaco di Città di Castello e alla Regione, affinché i loro diritti vengano garantiti».

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