Previdenza complementare e criptoattività, un connubio possibile?


Con il D.lgs. 5 dicembre 2005 n. 252, in Italia veniva regolamentata la previdenza complementare ovvero un secondo pilastro da affiancare alla previdenza di base obbligatoria.

Da allora la pensione complementare ha fatto molti passi in avanti, anche in termini di comprensione della sua importanza da parte dei lavoratori dipendenti pubblici e privati.

I fondi pensione (negoziali, aperti, preesistenti) e i piani individuali pensionistici, si sono adeguati per offrire agli interessati soluzioni in linea con le prospettive ed esigenze dei lavoratori. La prossima evoluzione potrebbe includere anche le criptovalute.

Previdenza complementare e criptoattività: a che punto siamo?

Di fatto i fondi pensione e i piani individuali pensionistici investono in strumenti finanziari più o meno rischiosi per garantire un ritorno economico sul denaro investito.

Negli ultimi anni anche le criptoattività sono entrate a far parte della lista di strumenti finanziari in cui i fondi possono investire. Un esempio in tale direzione è rintracciabile nella scelta di Fidelity Investments, risalente al 2022, di consentire agli investitori statunitensi di includere bitcoin (BTC) nei rispettivi piani previdenziali 401 k (fonte: Milano Finanza).

Nella pratica i fondi pensione statunitensi fanno ciò che un investitore al dettaglio potrebbe fare in completa autonomia da una piattaforma di trading, e cioè operare acquisti e vendite sulla coppia di trading BTCUSD. In questa prospettiva le cripto-attività come il bitcoin, e non soltanto, possono essere acquistate in autonomia facendo leva sulle proprie conoscenze e disponibilità finanziarie, rispettando tempi di detenzione personalizzati.

Nonostante la strada appaia ancora lunga, almeno in Europa, va detto che nel Regno Unito la società Cartwright Pension Trusts ha supportato un fondo pensione britannico nell’allocazione del 3% in bitcoin, con un orizzonte temporale di 10 anni (fonte: Ipe.com).

Nell’Unione Europea, il Regolamento europeo sulle cripto-attività (MiCA) entrato in vigore il 30 dicembre 2024 per supportare “tutti i fornitori di cripto-attività” con un quadro normativo definito, non contempla i servizi finanziari rivolti alle pensioni, tuttavia, questi ultimi sono già contemplati in altri atti dell’Unione europea.

Foto: Pixabay

La previdenza complementare “indipendente”

Accanto agli strumenti noti di previdenza complementare, è nella facoltà del lavoratore e di qualunque persona investire a proprio rischio una parte del risparmio al fine di prefigurarsi un maggiore potere d’acquisto durante l’età della pensione.

Infatti, come già ricordato poc’anzi, le criptovalute possono essere comprate attraverso un broker finanziario regolamentato. Tale opzione consente all’investitore di esporsi sulle monete digitali a partire dalla propria valuta locale, tra cui l’euro.

Ad esempio, attraverso la coppia di trading XRPEUR l’investitore può acquistare la criptovaluta XRP utilizzando la valuta a corso legale (fiat) euro.

In definitiva, mentre l’ottica di investimento di un fondo pensione non è mai di breve o medio periodo, piuttosto di lungo periodo, e per questo pondera diversamente il rischio che si assume quando include un nuovo asset finanziario, un investitore al dettaglio può crearsi il proprio pilastro previdenziale investendo personalmente in criptoasset.

Come individuo, infatti, le opzioni si sono ampliate potendo acquistare anche indirettamente gli asset digitali, come attraverso i già noti exchange-traded product (ETP) ora costituiti per esporsi al settore delle crypto.

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Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it – Δ




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