Pensioni 2025, le novità dopo la “Manovra”

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Il 2025 porta con sé importanti cambiamenti per il sistema pensionistico italiano, derivanti dall’aggiornamento della Legge di Bilancio e dalle modifiche introdotte con la Manovra del Governo Meloni.

In questo articolo, analizziamo le principali novità e cosa cambia per i pensionati e per chi sta per andare in pensione.

I NUOVI COEFFICIENTI DI TRASFORMAZIONE: UN IMPATTO SULLE PENSIONI FUTURE

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Una delle principali novità riguarda i coefficienti di trasformazione, che a partire dal 2025 cambiano in base alla nuova stima della vita media della popolazione. Questo meccanismo, che viene aggiornato ogni due anni, impatta direttamente sull’importo delle pensioni future.

Chi andrà in pensione nel 2025, a parità di montante contributivo e di età di uscita, percepirà una pensione inferiore rispetto a chi è andato in pensione nel 2024.

Questo accade perché, con l’allungamento della vita media, i coefficienti diventano meno favorevoli per evitare che l’INPS debba pagare pensioni per un periodo troppo lungo.

Il taglio medio sui contributi versati si aggira intorno ai 10 euro ogni 10.000 euro di contributi.

L’INDICIZZAZIONE DELLE PENSIONI: UN NUOVO APPROCCIO NEL 2025

Ogni anno, le pensioni vengono rivalutate in base al tasso di inflazione, ma con meccanismi che variano a seconda del tipo di pensione. Nel 2025, la rivalutazione avviene in modo più equo rispetto all’anno precedente, quando il metodo utilizzato era stato oggetto di critiche e persino portato davanti alla Corte Costituzionale.

Nel 2025, la rivalutazione rimane al 100% per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo. Per la parte di pensione superiore a questa soglia (fino a 5 volte), l’indicizzazione è al 90%, mentre sopra questa fascia scende al 75%. Nonostante questo aggiustamento, gli aumenti sono contenuti, visto che l’inflazione rilevata è molto bassa, solo lo 0,8%.

Un’altra novità riguarda le pensioni integrate al trattamento minimo (fino a circa 600 euro al mese), per le quali è prevista una rivalutazione extra del 2,2%.

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PENSIONI CONTRIBUTIVE E LE NOVITÀ PER LE DONNE

Una delle misure più significative riguarda le pensioni contributive delle lavoratrici. Nel 2025, è stato introdotto un incremento di 4 mesi di sconto sull’età di uscita per ogni figlio avuto, portando il massimo sconto a 16 mesi per chi ha avuto 4 o più figli.

Questa misura riguarda le pensioni contributive, che possono essere anticipate a 64 anni con almeno 20 anni di contributi versati, ma con l’aggiunta di un periodo più breve di lavoro per le donne che hanno avuto figli.

PENSIONI ANTICIPATE CONTRIBUTIVE E PREVIDENZA INTEGRATIVA

Per coloro che hanno iniziato a versare i contributi dal 1996 in poi (pensioni contributive), è stata introdotta una misura che rende più facile l’accesso alla pensione anticipata contributiva.

Nel 2025, sarà possibile utilizzare anche la previdenza integrativa per raggiungere la soglia minima di pensione anticipata.

Questo significa che chi ha accumulato un buon capitale nei fondi pensione integrativi potrà utilizzare questo importo per raggiungere più facilmente le soglie previste per andare in pensione anticipata a 64 anni.

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IL BONUS MARONI: UN AMPLIAMENTO PER I LAVORATORI

Un’altra novità riguarda l’ampliamento del cosiddetto “bonus Maroni”, che consente ai lavoratori di chiedere uno sgravio dei contributi previdenziali a loro carico.

Questa misura, inizialmente destinata solo a chi maturava il diritto alla pensione con la quota 103, dal 2025 sarà estesa anche ai lavoratori che raggiungono i requisiti per la pensione anticipata ordinaria.

In pratica, chi arriva a 62 anni di età con almeno 20 anni di contributi versati o raggiunge i 42,10 anni di contributi (41,10 per le donne), potrà beneficiare di questo vantaggio.

Lo sgravio consente di mantenere una parte dei contributi versati in busta paga, aumentando la retribuzione netta.

COSA CAMBIA PER I PENSIONATI NEL 2025

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Il 2025 segna l’inizio di un anno di cambiamenti significativi per le pensioni in Italia. Sebbene molte delle modifiche siano già previste dai meccanismi di aggiornamento biennale, è evidente che l’attenzione è focalizzata sulla sostenibilità del sistema pensionistico e sull’equità nella distribuzione delle risorse.

Le nuove misure mirano ad adattare il sistema alle esigenze di una popolazione che vive più a lungo, ma anche a tutelare meglio le lavoratrici e i pensionati con assegni più bassi.

Nonostante gli aumenti delle pensioni siano contenuti, l’introduzione di sgravi e agevolazioni per alcune categorie di lavoratori potrebbe risultare utile per affrontare le sfide economiche del futuro.



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