Arrivano i Termovalorizzatori, la Sicilia affida le gare a Invitalia ma il 2025 sarà un anno difficile per i rifiuti – BlogSicilia

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Sarà Invitalia a gestire le procedure per l’assegnazione dei lavori di costruzione dei termovalorizzatori. La Regione è pronta a firmare l’incarico all’Agenzia nazionale per lo sviluppo delle Imprese e l’attrazione degli investimenti. Invitalia è una SpA ma interamente partecipata dal Ministero dell’Economia. Per la Regione questo è garanzia di celerità e conformità delle procedure come conferma il Presidente Schifani.

La conferma di Schifani “Uscire dallo scandalo città sporche ed extra costi smaltimento all’estero”

“I termovalorizzatori si faranno. C’è chi ancora non ha capito che facciamo sul serio – ha detto il Presidente Renato Schifani – l’iter è partito, le opere sono finanziate e con l’affidamento ad Invitalia velocizzeremo tutto. Dobbiamo finirla con la vergogna delle città sporche e la soluzione è questa. Abbiamo già identificato le aree, oltre alle risorse e ora tocca al protocollo con Invitalia attraverso il quale la società del Ministero si occuperò di gestire le gare. Una scelta che ci garantisce efficienza e speditezza. Stiamo seguendo un percorso serio. Dobbiamo uscire da questo scandalo dei rifiuti. La Sicilia paga 100 milioni l’anno per portare la spazzatura all’estero ed è una cosa assurda”.

Sicilia fallirà obiettivi 2025

Ma intanto arriva un altro allarme. La Sicilia fallirà quasi certamente l’obiettivo di raccolta differenziata rifiuti perché il 2025 è l’anno del nuovo step stabilito dall’Unione europea. I parametri comunitari cambiano radicalmente: non  basterà più fare la differenziata (e la Sicilia è già abbastanza indietro) bisognerà anche dimostrare il riuso della frazione riciclabile.

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Il target europeo 2025

Il target previsto dall’Unione Europea per il 2025 è del 55% di materiali riutilizzati o riciclati. Un obiettivo che per Federconsumatori si può considerare già come fosse stato fallito.

Proprio Federconsumatori snocciola i dati sulla raccolta e sul riciclo. I dati ISPRA relativi a tutta Italia, aggiornati al 2023, ci dicono infatti che nello stivale (isole comprese) viene effettivamente avviato al riciclo o riuso poco più del 50% dei materiali provenienti dalla raccolta dei rifiuti. Non sono disponibili i dati regionali, ma è chiaro che la Sicilia è sotto questa quota, visto che è già sotto la media nazionale di raccolta differenziata.

I dati della raccolta differenziata nel 2023

Sempre secondo i dati ISPRA relativi al 2023, gli ultimi disponibili, la produzione annua pro capite di rifiuti in Sicilia è diminuita di 9,11 chilogrammi mentre la percentuale di raccolta differenziata è cresciuta del 3,7%. Questi dati si inseriscono in un trend di lentissimo miglioramento della situazione, che però non si rispecchia in modo coerente sulla TARI pagata dai cittadini.

Trapani città virtuosa a metà

La provincia più virtuosa in Sicilia è Trapani, con uno strabiliante 78% di raccolta differenziata (in crescita dell’1% nel 2023). Ma, allo stesso tempo, è la città di Trapani una di quelle in cui la TARI è più alta in Italia: 453 euro in media (dati 2024), con una crescita del 6% rispetto all’anno precedente.
Nella città di Catania, nel 2024, la TARI è rimasta ferma a 594 euro (il valore più alto d’Italia), nonostante il forte balzo avanti della differenziata: dal 22% al 34,7% (+12,7%). A Messina città, invece, la differenziata è salita dell’1,9% arrivando al 53,5% (nel 2019 era al 18,8%) e la TARI è scesa addirittura del 29,8%.

Alti costi di conferimento in  discarica

Il costo del conferimento in discarica in Sicilia è nettamente più alto che nel resto d’Italia: 380 euro a tonnellata nel 2023 (450 euro in caso di conferimento all’estero), contro i 90- 120 euro del Piemonte, i 97 euro della Sardegna, i 150 euro della Toscana. I costi di raccolta e gestione dei rifiuti urbani (differenziati e non), di spazzamento e lavaggio strade nella città di Trapani, nello specifico, ammontano a 301 euro l’anno pro capite, in calo di 48,3 euro rispetto al 2022. Risulta chiaro, dunque, uno dei grandi problemi della gestione dei rifiuti in Sicilia: la pressoché totale mancanza di trasparenza su come si forma l’ammontare della TARI nei singoli Comuni.

I contratti di servizio con le aziende di raccolta dei rifiuti e spazzamento delle strade non sono stati stipulati dopo un processo di informazione e partecipazione della cittadinanza, né le carte dei servizi (previste dall’ARERA) sono state scritte dopo l’interlocuzione con le associazioni di tutela dei consumatori (interlocuzione espressamente richiesta dalla normativa).

Il nodo dei centri urbani di Palermo e Catania

Il secondo grande problema del sistema dei rifiuti in Sicilia è quello dei due grandi centri urbani di Palermo e Catania.

A Palermo la TARI è in crescita del 6,7% ma resta a una cifra relativamente bassa, in media 335 euro, a fronte di una raccolta differenziata inchiodata al 16,9% (nel 2022 era al 15,2% del 2022, nel 2019 era addirittura superiore, al 17,4%.). Negli ultimi mesi del 2024, però, la differenziata è partita in altri quartieri e nei primi giorni del 2025 continua ad allargarsi a Palermo. Secondo l’assessore comunale all’ambiente Pietro Alongi, Mondello in pochi mesi ha raggiunto una raccolta differenziata dell’89%. Ma è solo un quartiere.

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Quello della città di Palermo è il valore più basso dell’isola e uno dei più bassi in Italia, ma anche il resto della provincia non brilla, con un deludente 36,7%, (+1,8%). E’ chiaro che se a Palermo si differenzia poco e si paga poco, mentre a Trapani si differenzia tanto e si paga tanto, il cittadino è fortemente disincentivato a fare la raccolta correttamente.

La differenziata a Catania

In provincia di Catania c’è una forte crescita della raccolta differenziata, che sale al 55,8% (+8.8%), mentre nella sola città di Catania il Comune passa dal 22% al 34,7%, ma è ancora presto per parlare di luce in fondo al tunnel. In entrambe le città, però, ci sono due mega discariche che per anni hanno accolto anche rifiuti conferiti da altri Comuni, introitando risorse importanti che, ancora una volta, disincentivano la differenziata. Sui reali costi di gestione di queste discariche, tra l’altro, si sa molto poco. Il disincentivo diventerebbe massimo, inoltre, quando vedranno la luce i Termovalorizzatori.

Le proposte alternative di Federconsumatori

Federconsumatori Sicilia dice no  ai Termovalorizzatori e lancia proposte alternative: “Torniamo a chiedere di incentivare la riduzione della produzione di rifiuti, che si costruiscano subito nuovi impianti di trattamento dei rifiuti differenziati (altrimenti il 55% della UE resterà un miraggio per decenni), che si abbandoni l’idea dell’incenerimento dei rifiuti e, non meno importante, che si restituisca piena autonomia gestionale agli ATO rifiuti, anche al fine di permettere un dialogo costante con i consumatori e si permetta alle associazioni di tutela, come la nostra, di monitorare i risultati ottenuti dalle aziende della filiera dei rifiuti”.

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