il ruolo dei servizi segreti

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Cecilia Sala arrestata in Iran

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9 Gennaio 2025



09:27

Le trattative per portare alla liberazione di Cecilia Sala dal carcere di Evin, in Iran, hanno coinvolto tanto la diplomazia ufficiale quanto i servizi segreti. L’accordo ha riguardato Italia e Iran, ma anche gli Stati Uniti hanno dato il loro ‘via libera’. Ecco quali sono state le tappe principali.

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La liberazione di Cecilia Sala, giornalista detenuta dal 19 dicembre nel carcere di Evin in Iran, è arrivata ieri. Per molti, inclusa la stessa Sala, si è trattato di un successo arrivato più in fretta del previsto. Che è passato da fitte interlocuzioni tra i servizi segreti italiani e quelli iraniani, mentre politicamente il governo Meloni cercava anche il sostegno dell’amministrazione degli Stati Uniti – sia quella uscente di Joe Biden, sia quella che presto entrerà in carica di Donald Trump.

L’inizio del caso Sala e le prime trattative

La vicenda è iniziata in un certo senso già il 16 dicembre, quando le autorità italiane hanno arrestato – su richiesta degli Usa – il cittadino iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, ingegnere e imprenditore esperto di droni, accusato di terrorismo. L’Iran, in risposta (anche se alcuni giorni dopo ha poi affermato che ufficialmente i due casi non erano collegati), il 19 dicembre ha incarcerato senza chiare accuse Cecilia Sala a Teheran.

Fino al 27 dicembre la vicenda è rimasta sotto silenzio, almeno a livello di stampa, mentre i contatti diplomatici e di intelligence erano già in corso. Poi la notizia è emersa, e la pressione mediatica si è alzata per la liberazione di Sala. Tanto più quando è emerso che le sue condizioni in carcere erano decisamente dure, nonostante le iniziali rassicurazioni del governo Meloni.

Nei giorni successivi, l’ambasciatrice italiana in Iran Paola Amadei è stata convocata dal governo di Teheran. Nel colloquio del 29 dicembre è diventato chiaro che il caso di Sala e quello di Abedini erano legati.

In quei giorni, anche la famiglia della giornalista ha iniziato a chiedere pubblicamente con più insistenza un intervento. Non è chiaro se la pressione della famiglia abbia avuto un effetto anche sul piano politico, ma a partire dai primi giorni del 2025 le trattative hanno avuto un’accelerata. Non a caso, il 3 gennaio i genitori di Sala hanno chiesto il silenzio stampa per evitare di complicare i negoziati.

L’accordo tra servizi segreti: chi è Giovanni Caravelli

All’inizio del 2025, stando a quanto riportato da vari retroscena di stampa, il coinvolgimento dei servizi segreti è diventato più diretto. Il 2 gennaio sarebbe volato in Iran Giovanni Caravelli, direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (Aise), sostanzialmente i servizi segreti rivolti all’estero. A Teheran, Caravelli avrebbe ripreso i contatti con Ismail Khatib, capo dei servizi iraniani. I due avevano già lavorato insieme alla liberazione di Alessia Piperno, anche lei detenuta a Evin, nel 2022.

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Caravelli è un militare che ha ricoperto numerosi incarichi di prestigio sia a livello internazionale, tra cui quello di rappresentante speciale dell’Onu in Afghanistan, sia a livello nazionale. Dal 2020 è direttore dell’Aise, è considerato il componente più esperto dell’Aise, ed è stato anche considerato come possibile sostituto di Elisabetta Belloni alla guida dei servizi segreti. È anche grazie al suo intervento che l’Iran avrebbe accettato di liberare Sala prima di ricevere in cambio Abedini.

Il dialogo tra i due leader dei servizi avrebbe riguardato Sala e Abedini, ma anche più in generale il ruolo che l’Italia può avere nel garantire un dialogo tra l’Iran e la nuova amministrazione degli Stati Uniti, così come in Siria e in Libano. Storicamente, la posizione italiana è stata in linea con quella americana, ma non ostile all’Iran. E la vicinanza politica tra Giorgia Meloni e Donald Trump, un fatto piuttosto noto, potrebbe aver facilitato le cose.

Il via libera degli Stati Uniti

Già in quel vertice a due sarebbe arrivato un primo accordo di massima: la liberazione di Sala, in cambio dell’impegno italiano a non estradare Abedini negli Stati Uniti. Una soluzione del genere però non poteva realizzarsi senza il via libera della politica, e degli Usa. Sarebbe anche per questo, quindi, che due giorni dopo Giorgia Meloni è volata a Mar-a-Lago per incontrare di persona Donald Trump, presentandogli la situazione.

Il presidente eletto avrebbe dato il suo assenso. Nel frattempo, il governo italiano avrebbe contattato anche lo staff dell’uscente Joe Biden, assicurandosi che non ci fosse l’intenzione di ostacolare o bloccare le trattative. Anche se il consigliere per la Sicurezza nazionale John Kirby ufficialmente ha detto che si è trattato di una decisione del governo italiano “dall’inizio alla fine”, di fatto sarebbe arrivato un nullaosta anche dal presidente democratico, che oggi avrebbe dovuto arrivare in Italia per una visita ma ha rinunciato per seguire da vicino la crisi degli incendi a Los Angeles.

Il 7 gennaio sarebbe arrivato un primo segnale decisivo: a Evin, Sala sarebbe stata tolta dall’isolamento. Questo avrebbe confermato che l’Iran aveva intenzione di mantenere gli accordi, di fatto liberando la giornalista prima che l’Italia abbia negato l’estradizione di Abedini, grazie alle garanzie fornite dai servizi segreti guidati da Caravelli. Nella notte tra il 7 e l’8 gennaio, così, un aereo privato è partito per Teheran per riportare Sala in Italia, insieme allo stesso Caravelli.

Come andrà a finire per l’iraniano Abedini

Ora che Sala è tornata in Italia, resta in sospeso ‘l’altra parte’ dell’accordo: quella che riguarda Abedini. Il cittadino svizzero-iraniano è ancora detenuto nel carcere di Opera, a Milano. Gli Stati Uniti vorrebbero la sua estradizione, e se la chiederanno toccherà alle corti e al governo decidere. Il ministro della Giustizia Nordio ha il potere di negarla, come già avvenuto altre volte in passato. A questo punto, dopo la liberazione della giornalista italiana, sembra improbabile che Abedini venga inviato agli Usa. Ma bloccare l’estradizione sarebbe comunque un ‘dispetto’ diplomatico che si preferirebbe evitare.

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C’è almeno un’alternativa. Innanzitutto, la richiesta ufficiale di estradizione non è ancora arrivata. Legalmente, c’è tempo fino al 25 gennaio per inviarla: se l’amministrazione Usa rinunciasse, lasciando cadere la vicenda, il caso si risolverebbe nel modo più semplice per l’Italia. Abedini potrebbe essere lasciato libero, e l’accordo con l’Iran sarebbe rispettato. D’altra parte, la magistratura italiana ha già in mano il materiale informatico sequestrato a Abedini quando è stato arrestato, e gli Stati Uniti potrebbero ‘accontentarsi’ di riceverlo.

Ma c’è anche un’altra data, più vicina, a cui guardare con interesse. Quella del 15 gennaio, quando la Corte d’Appello di Milano deciderà se spostare Abedini dal carcere agli arresti domiciliari. Su questo la Procura ha dato parere negativo, e gli Stati Uniti hanno avvertito del rischio di fuga. Sulla carta, se i domiciliari venissero negati potrebbe essere il ministro Nordio a intervenire, revocando l’arresto. In ogni caso, per l’Italia la priorità sarebbe ora quella di chiedere la vicenda senza troppo ‘rumore’, evitando che l’eventuale liberazione di Abedini sia vista come uno ‘scambio di ostaggi’.

Il ruolo di Elon Musk

Un aspetto che finora non è stato del tutto chiarito è quale ruolo abbia avuto Elon Musk nella vicenda. Secondo alcune ricostruzioni, il suo portavoce di fatto in Italia Andrea Stroppa avrebbe presentato il caso di Sala a Musk già negli ultimi giorni del 2024, su richiesta della famiglia della giornalista. Sempre la famiglia di Sala avrebbe poi ringraziato Musk ieri, dopo la liberazione.

È certo che l’imprenditore abbia una forte influenza su Donald Trump. E a novembre proprio Musk aveva incontrato l’ambasciatore iraniano all’Onu, Amir Saeid Iravani. Non si può escludere, quindi, che il miliardario abbia avuto una parte nel convincere Trump a non opporsi alle trattative dell’Italia, né che abbia usato parte del suo peso economico e politico anche con la parte iraniana. Su questo, come detto, non ci sono informazioni chiare.





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