Gaza, l’Ateneo Veneto «sfratta» Amnesty: il report presentato a Ca’ Foscari di Venezia. Protesta la comunità ebraica

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di
Vera Mantengoli

Per Dario Calimani (presidente comunità ebraica) il rapporto «non è equilibrato». Le polemiche sulla locandina

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Il Comitato Guerra e Pace dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, formato da docenti e studenti, accetta la prima presentazione in Italia del report su Gaza di Amnesty «Ti senti come se fossi un subumano. Il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza». Dopo il no dell’Ateneo Veneto, arrivato dopo la contestazione della Comunità Ebraica, oggi l’appuntamento si terrà dalle 17 alle 19 nella sede universitaria di San Giobbe.

La locandina

Tuttavia, all’ultimo nella locandina di Ca’ Foscari non appare la parola che nei giorni scorsi era stata criticata dalla Comunità Ebraica di Venezia, ovvero genocidio, ma il logo dell’ateneo, il dipartimento (Economia, Corso di Studio in Relazioni Internazionali Comparate) e questo titolo: «Presentazione e discussione del Rapporto di Amnesty International sulla campagna militare israeliana a Gaza» e di seguito i nomi dei professori di Ca’ Foscari (Vanni Pettinà e Duccio Basosi) e quelli di Amnesty (Vito Todeschini e Tina Marinari). «Ci siamo trovati il titolo cambiato e non lo sapevamo – ha detto il portavoce di Amnesty Riccardo Noury – L’incontro comunque ci sarà». Da giovedì sera girano sui social due locandine, quella di Amnesty con il titolo completo del report e quella di Ca’ Foscari. Nonostante ci sia stata una reazione positiva al fatto che l’ateneo accogliesse l’iniziativa, il taglio del titolo è stato criticato da diverse persone. Alla domanda su come mai la locandina sia stata fatta così, il coordinatore del Corso di Laurea Duccio Basosi ha detto: «Organizzare un’ iniziativa solitamente richiede giorni o settimane. Noi abbiamo organizzato tutto in meno di 24 ore. Per accelerare i tempi abbiamo invitato Amnesty International a presentare il suo rapporto su Gaza come attività della Laurea Magistrale di Relazioni internazionali comparate e abbiamo preparato una locandina adeguata a questo contesto. Vogliamo che l’attenzione non sia su polemiche di contorno, ma sui contenuti del Rapporto di Amnesty International, che è una denuncia fortissima e documentata di Israele. Ogni altra polemica, per quanto ben intenzionata, svia l’attenzione dal merito di questa denuncia, che è quello di cui vogliamo discutere oggi all’università».




















































La polemica

In realtà nei giorni scorsi è scoppiata una controversia dopo una lettera inviata dalla Comunità Ebraica di Venezia all’Ateneo Veneto che aveva dato l’ok per ospitare la presentazione. Accusata di avere una posizione ideologica che fomenta odio, Amnesty era stata criticata dalla Comunità Ebraica soprattutto per l’uso nel titolo del dossier della parola genocidio «perché, non essendo dimostrato, contribuisce ad aumentare l’antisemitismo già dilagante». Dario Calimani (presidente della comunità ebraica), come ha ribadito mercoledì, non ha mai chiesto che non venisse svolto l’incontro, ma ha voluto fare delle precisazioni sul termine genocidio e sulla posizione faziosa che per lui ha Amnesty. Date le pressioni, l’Ateneo Veneto martedì aveva cancellato la data per «la possibilità di interventi esterni che potrebbero turbare il sereno e corretto svolgimento dell’evento». Nel pomeriggio della stesso giorno anche l’M9 District aveva risposto di no alla presentazione perché la sala richiesta era troppo piccola.

Il «dialogo» a distanza

Dopo aver letto che Amnesty era alla ricerca di uno spazio, il Comitato Guerra e Pace li ha invitati nella sede di San Giobbe. La rettrice Tiziana Lippiello ha preso atto dell’incontro in seguito e non ha rilasciato commenti. Intanto però mercoledì il dialogo a distanza tra il portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury e Calimani è continuato. Nei giorni scorsi Calimani ha inoltre accusato Amnesty di non occuparsi degli ostaggi israeliani e di non considerare i 1200 civili violentati, uccisi e mutilati del 7 ottobre 2023. Dall’altro lato Noury ha ribadito che si sta preparando un rapporto sul 7 ottobre 2023 e che condivide la posizione della Corte penale internazionale che ha condannato alla pari Netanyahu e Hamas, ricordando che Amnesty fin da subito ha chiesto la liberazione degli ostaggi. «Posso passare ore a elencare i crimini compiuti da Hamas, ma se dall’altra parte ho una persona che mi dice che dovevo farlo prima la mia risposta è che è meglio documentarsi prima di parlare – ha replicato Noury – Il rapporto sugli stupri in Iran utilizzati per stroncare il movimento Donna, vita e libertà è arrivato dopo 15 mesi, ma nessuno ci ha rimproverati». 

Il rapporto

Calimani si è detto stupito del rapporto in via di preparazione: «Sorprende che Amnesty dichiari che lo stia facendo solo ora anche perché, se avesse già avuto quel rapporto, forse anche il discorso su Gaza avrebbe potuto prendere una piega più equilibrata». Noury si è detto totalmente comprensibile verso chi, come i membri della Comunità Ebraica, ha nella propria storia la Shoah, ma ha anche ribadito che bisogna accettare che Amnesty si confronti con la storia e verifichi che nei conflitti non ci siano i cinque punti elencati nella Convenzione per la repressione del crimine del genocidio del 1948, tre dei quali presenti nel dossier su Gaza. «Sono sicuro che un giorno incontrerò Calimani e che ci parleremo» ha concluso Noury da Roma.

Intanto a Venezia il caso non è passato inosservato. Nei giorni scorsi i consiglieri comunali Gianfranco Bettin e Giovanni Andrea Martini hanno definito la scelta dell’Ateneo Veneto un fatto grave per la democrazia, come anche hanno riferito da Anpi a da alcune docenti come Renata Mannise. Un plauso a Ca’ Foscari è arrivato da Assopace Palestina Venezia, dal segretario nazionale del Partito di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo e dalla consigliera Sara Visman del Movimento Cinque Stelle.


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