La recente caduta di Assad ha comportato delle conseguenze politiche inevitabili per un Paese già in bilico. La crisi umanitaria che ne potrebbe risultare potrebbe essere addirittura – sostengono ONU ed UNESCO – più spaventosa rispetto al conflitto civile che infiamma il Medio Oriente dal 2011 – attinente al complesso delle Primavere Arabe ancora non sopite. Gli effetti, in genere, si ripercuotono anche su ciò che resta del welfare locale, sostenuto nella fattispecie da organizzazioni umanitarie e simili: la sanità e la scuola. Per quest’ultima le disposizioni dei nuovi esecutivi – specie in Siria – sono particolarmente dirette alla forma della didattica frontale ed ai contenuti, supporti e strumenti che caratterizzano le lezioni. I testi scolastici, a seguito di ogni commistione che può essere risultante da un regime change, da un golpe o anche da un conflitto o avvenimento politico, sono spesso presi di mira e soggetti ad una profonda revisione strutturale del metodo e dei contenuti, per renderli più ‘amichevoli’ con il fine di legittimare il potere appena costituito.
La revisione dei testi e le preoccupazioni delle famiglie
Le modifiche apportate ai libri di testo scolastici da parte delle nuove autorità siriane hanno suscitato l’indignazione di genitori, educatori e gruppi per i diritti umani. I cambiamenti, annunciati mercoledì scorso, riguardano i libri di scuola dalla prima alla seconda media in tutte le scuole siriane, con particolare attenzione ai libri di testo di storia, religione e scienze. Il Ministero dell’Istruzione sotto il governo provvisorio del Paese ha annunciato la decisione in seguito al rovesciamento del potere dell’ex presidente Bashar al-Assad in un’offensiva dei ribelli guidati dagli islamisti poche settimane fa. Le modifiche includono la rimozione di tutti i contenuti che “glorificano” l’ex regime siriano, i suoi leader, i suoi simboli e il partito Baath, che governava la Siria dal 1963. La direttiva del ministero impone anche revisioni in materie come la storia, la religione e le scienze applicate. Ad esempio, ogni riferimento alle donne, all’amore e alle divinità pre-islamiche deve essere eliminato dai libri di testo. Inoltre, il Ministero ha ordinato la rimozione di un’intera sezione sull’evoluzione umana da un libro di testo di scienze. Fadwa, madre di due giovani studenti di Damasco che ha dato solo il suo nome, ha espresso il suo disappunto per le revisioni a VOA News. “Puoi rimuovere tutte le menzioni di Assad e del suo regime da tutti i libri, ma non puoi cancellare la storia e oscurare la scienza: è semplicemente sbagliato”. “Questa non è una questione politica, ma riguarda il futuro dei nostri figli e del Paese”.
Una questione ideologica
Il governo provvisorio, compreso il Ministero dell’Istruzione, è dominato da Hayat Tahrir al-Sham, o HTS, un gruppo militante islamico che ha guidato l’offensiva che ha portato al rovescio di Assad l’8 dicembre. HTS, un tempo considerato il ramo siriano di al-Qaeda, ha formalmente interrotto i legami con il gruppo terroristico globale nel 2016. Tuttavia, notano gli esperti, continua a sostenere un’ideologia islamista radicale. I leader di HTS si sono impegnati a istituire un governo di transizione inclusivo che rifletta la diversità religiosa ed etnica della Siria. Gli osservatori sostengono, tuttavia, che alcune delle azioni del gruppo sul campo contraddicono queste affermazioni. “Dicono tutte le cose belle in televisione, ma la realtà è che questo gruppo sta imponendo la sua ideologia ai siriani”, ha detto Youssif Ahmed, un educatore siriano intervistato da VOA News. “Non hanno alcun mandato legittimo per apportare cambiamenti drastici su una questione così importante come l’istruzione”, ha detto a VOA. “Queste questioni richiedono pazienza e competenza, che non sono sicuro che queste persone abbiano. Hanno fretta di apportare questi grandi cambiamenti che, se attuati, avranno implicazioni a lungo termine per il processo educativo in questo Paese”. Ahmed ha indicato come esempio le nuove revisioni in cui il termine “occupazione ottomana” della Siria è stato sostituito con “governo ottomano”. “Questa non è una mossa per correggere un errore storico, ma mostra la loro intenzione di compiacere i loro alleati turchi”, ha detto. La Turchia, uno dei principali sostenitori dei ribelli dall’inizio del conflitto siriano nel 2011, afferma di aver avuto un ruolo nel sostenere l’offensiva che ha portato alla caduta di Assad. Funzionari turchi hanno affermato che Ankara aiuterà i nuovi governanti di Damasco a ricostruire le strutture politiche ed economiche della Siria.
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