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Capire cosa desiderano i talenti è necessario per aumentare l’attrattività dell’impresa
Il rapporto tra individuo e lavoro sta vivendo una trasformazione epocale, che richiede alle aziende un profondo ripensamento delle proprie strategie di talent acquisition.
Se fino a pochi anni fa le persone si identificavano principalmente con la propria professione, oggi il lavoro viene visto come una componente importante ma non predominante della vita.
Questo cambio di prospettiva, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non ha portato a un disinteresse verso la sfera professionale. Anzi, ha intensificato l’attenzione nella scelta del percorso lavorativo.
“Le persone sono diventate più esigenti proprio perché riconoscono quanto le ore trascorse in azienda influenzino profondamente la qualità della vita personale,” spiega Carola Adami, fondatrice della società internazionale di head hunting Adami & Associati (www.adamiassociati.com), specializzata nella selezione di profili executive e nello sviluppo di carriera..
“Questa consapevolezza ha generato aspettative più elevate in termini di ambiente lavorativo, flessibilità e opportunità di crescita.”
Il crescente divario tra le aspettative dei candidati e le proposte aziendali rappresenta oggi una delle principali sfide nel recruitment, come evidenziato dai recenti dati dell’Osservatorio HR Innovation Practice della School of Management del Politecnico di Milano: l’88% delle imprese italiane riscontra significative difficoltà nella selezione del personale, con un peggioramento nell’ultimo anno per oltre la metà delle imprese. Questa criticità è ulteriormente accentuata dal contesto demografico sfavorevole che caratterizza il nostro paese.
Pochi gli italiani soddisfatti del lavoro
I numeri fotografano una situazione preoccupante: solo il 9% degli italiani si dichiara soddisfatto della propria occupazione attuale, e solo il 5% si considera pienamente realizzato nel proprio ruolo. Non sorprende quindi che il 42% abbia recentemente cambiato impiego o stia pianificando di farlo, guidato principalmente dalla ricerca di un maggior benessere psicofisico.
“È la prima volta nella storia che il benessere emerge come principale driver del cambiamento professionale,” sottolinea Adami, “un segnale che le aziende non possono permettersi di ignorare”.
Come attrarre i talenti nella propria azienda
“Per attrarre e fidelizzare i talenti, le organizzazioni devono prioritizzare la creazione di un ambiente lavorativo realmente salutare,” evidenzia l’head hunter.
Questo significa sviluppare strategie concrete su più fronti:
Implementare politiche efficaci per la gestione e la riduzione dello stress lavoro-correlato
Garantire carichi di lavoro sostenibili e una corretta distribuzione delle responsabilità
Sviluppare programmi di welfare aziendale strutturati e personalizzabili
Assicurare il pieno rispetto e il superamento delle normative sulla sicurezza e la salute sul lavoro
Promuovere una cultura aziendale basata sul benessere e sulla crescita personale
Le indagini di mercato degli ultimi anni hanno inoltre evidenziato l’importanza crescente delle opportunità di sviluppo professionale.
“I talenti cercano organizzazioni che investano concretamente nella loro crescita,” spiega Adami. “Questo significa offrire percorsi di carriera chiari, programmi di formazione continua e possibilità concrete di ampliare le proprie competenze.”
Un altro fattore emergente, particolarmente rilevante per la Generazione Z, è l’impegno aziendale verso la sostenibilità ambientale e sociale.
“Assistiamo a un fenomeno nuovo: i giovani talenti valutano attentamente i valori e l’impatto sociale dell’organizzazione prima di candidarsi,” osserva l’head hunter. “Non si tratta più solo di offrire una buona retribuzione, ma di dimostrare un impegno concreto verso le sfide globali del nostro tempo.”
La chiave per il successo nel talent acquisition risiede quindi nella capacità delle imprese di evolvere e adattarsi a queste nuove esigenze. Le organizzazioni devono ripensare non solo le proprie politiche di gestione delle risorse umane, ma anche il proprio posizionamento valoriale e la propria cultura aziendale.
Solo attraverso un approccio olistico che bilanci obiettivi aziendali, aspirazioni personali e responsabilità sociale sarà possibile attrarre e trattenere i migliori talenti nel mercato del lavoro contemporaneo.
“Le aziende che sapranno interpretare e rispondere a queste nuove dinamiche,” conclude Adami, “non solo riusciranno ad attirare i profili più qualificati, ma costruiranno organizzazioni più resilienti e preparate per le sfide future”, conclude Carola Adami.
È un investimento significativo, ma necessario in un mercato del lavoro sempre più competitivo e in continua evoluzione.
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