Il venture capital asiatico è in crisi?

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C’è meno denaro che circola nei mercati privati in Asia. Tassi di interesse elevati, tensioni geopolitiche e la debolezza della Cina, la più grande e importante economia della regione, hanno ridotto l’appetito per il rischio tra le società di venture capital. Il 2024 si è rivelato ancora peggiore. Solo il 27% circa delle operazioni globali si è svolto in Asia lo scorso anno, la quota più bassa in oltre un decennio, secondo il report Q4 2024 Pitchbook Global Venture First Look pubblicato martedì.

L’attività di investimento in Asia è diminuita del 42% rispetto ai livelli di picco del 2021. A confronto, l’attività globale è scesa del 37% nello stesso periodo.

Mercato globale: luci e ombre

Secondo Pitchbook, il mercato globale ha registrato risultati contrastanti nel 2024. Il valore complessivo delle operazioni sostenute da venture capital è stato di 368,5 miliardi di dollari, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la raccolta fondi del VC è diminuita del 20%, raggiungendo 170 miliardi di dollari, il livello più basso dal 2016.

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Problemi in Cina

La Cina, che tradizionalmente rappresenta la metà dell’attività di investimento nella regione Asia-Pacifico, ha subito un “declino significativo” nel 2024, secondo Kyle Stanford e Nalin Patel, analisti di venture capital per Pitchbook. I due attribuiscono questo calo alla debole economia cinese e alle tensioni geopolitiche con Washington, che hanno “ridotto le attività delle società con sede negli Stati Uniti”.

Washington ha intensificato la pressione sul settore tecnologico cinese con una serie di nuove regolamentazioni, tra cui divieti di esportazione di chip avanzati e attrezzature per la produzione di chip. La misura più preoccupante per gli investitori è il divieto degli investimenti statunitensi in tecnologie avanzate cinesi, come l’intelligenza artificiale e il calcolo quantistico.

Alcune importanti società di venture capital, come Sequoia Capital e GGV Capital, si sono divise in entità separate con base negli Stati Uniti e in Asia, in parte a causa di queste tensioni geopolitiche.

La debole economia cinese aggrava la situazione. Una scarsa domanda interna e le persistenti incertezze derivanti dalla repressione del settore tecnologico da parte di Pechino nel 2021 e 2022 stanno minando la fiducia degli investitori. Anche i fondi cinesi con liquidità a disposizione si stanno orientando verso investimenti all’estero, inclusi gli Stati Uniti.

In risposta, funzionari cinesi di province come il Guangdong stanno proponendo un nuovo approccio, definito “capitale audace”, che incoraggia investimenti precoci, progetti di piccole dimensioni e focus sulla tecnologia, secondo il South China Morning Post.

Non solo la Cina

Anche i mercati del Sud-Est asiatico stanno affrontando difficoltà, con una carenza di finanziamenti e opportunità di uscita. L’intera regione ha registrato solo 121 IPO lo scorso anno, di cui appena quattro a Singapore, il principale hub finanziario. Le startup del Sud-Est asiatico stanno quindi cercando di debuttare nei mercati statunitensi.

Tuttavia, nemmeno queste operazioni vanno sempre a buon fine. A dicembre, la piattaforma immobiliare di Singapore PropertyGuru è stata delistata dalla Borsa di New York dopo un accordo da 1,1 miliardi di dollari con EQT Private Capital Asia per privare la società. PropertyGuru era stata quotata nel 2022 tramite una SPAC, con una valutazione iniziale di 1,8 miliardi di dollari.

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Pitchbook stima che meno di un quinto delle uscite delle società sostenute da VC nel 2024 abbia riguardato aziende con sede in Asia. “Molti mercati sono ancora troppo giovani per sviluppare un ambiente di exit maturo,” hanno scritto Stanford e Patel.

La scarsa performance dell’Asia in termini di exit ha avuto un effetto domino sulla raccolta fondi. Il 2024 è stato “l’anno con meno nuovi impegni” dal 2018, secondo gli analisti di Pitchbook.

Un punto luminoso: il Giappone

Un’eccezione in Asia è rappresentata dal Giappone, dove numerose IPO interne hanno generato rendimenti significativi per gli investitori. I mercati azionari giapponesi hanno registrato un boom nel 2024, grazie alla fine di anni di deflazione e a politiche mirate a sostenere il valore per gli azionisti, portando le azioni a livelli mai visti dai tempi d’oro degli anni ’80.

L’articolo originale è disponibile su Fortune.com.



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