Servizio civile, nove anni in numeri: cosa funziona e cosa no

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«I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso». L’ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno. Un potenziale generativo che la fascia d’età 18-28 anni può esprimere anche attraverso uno strumento che è formativo e utile insieme, il servizio civile universale.

324.888 sono i ragazzi e le ragazze che hanno vissuto l’esperienza tra il 2015 e il 2023. Un numero che è possibile estrapolare dal Rapporto diffuso il 2 gennaio scorso dal Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale. Un documento che integra e completa i precedenti sul tema, in grado di mettere a confronto i numeri delle posizioni disponibili e delle candidature ma anche i dati relativi agli avvii in servizio. Uno strumento fondamentale per comprendere l’evoluzione e le sfide per una pianificazione futura.

Azioni per le comunità e il territorio

In Italia sono circa 6,5 milioni i giovani tra i 18 e i 28 anni (dati Istat estratti al 5 gennaio 2025). È un’età di piccoli grandi passi per mettersi sul sentiero verso il futuro. Tra questi, c’è il servizio civile universale, ovvero (come recita la definizione ufficiale) «la scelta volontaria di dedicare alcuni mesi della propria vita al servizio di difesa, non armata e non violenta, della patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio».

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È aperto a tutti i giovani nella fascia d’età indicata, anche stranieri regolarmente residenti in Italia. Gli ambiti di intervento nei quali gli enti iscritti all’Albo del servizio civile universale propongono i progetti sono: assistenza, protezione civile, patrimonio ambientale e riqualificazione urbana, patrimonio storico, artistico e culturale, educazione e promozione culturale, paesaggistica, ambientale, del turismo sostenibile e sociale e dello sport, agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità, promozione della pace tra i popoli, della nonviolenza e della difesa non armata; promozione e tutela dei diritti umani; cooperazione allo sviluppo; promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero.

Dai giovani un interesse costante

Il Rapporto appena pubblicato consegna un ritratto delle preferenze dei giovani in base alla posizione geografica, che tiene conto delle tipologie di proposte giunte dagli enti, dei punti forti e di quelli che andrebbero implementati di un istituto che ha una storia lunga più di mezzo secolo, dal riconoscimento del diritto all’obiezione di coscienza nel 1972 fino a oggi. I dati, aggiornati al 25 settembre scorso ed estratti dalla banca dati del Dipartimento, si riferiscono esclusivamente ai bandi ordinari, senza contemplare le diverse sperimentazioni avviate negli anni come i Corpi civili di pace, il servizio civile universale in Garanzia giovani, il servizio civile digitale, quello ambientale e quello per il Giubileo della Chiesa cattolica, pubblicato a luglio 2024. 

Che cosa emerge dall’analisi degli indicatori? Innanzitutto, un interesse costante tra il 2015 e il 2023 (il periodo preso in esame) dei giovani per il Servizio civile universale, con oltre 114mila domande per il bando 2023 e un valore medio molto elevato. Anche se i bandi hanno raccolto un numero variabile di adesioni, con periodi di alta partecipazione seguiti da periodi di calo (ma comunque sempre in misura maggiore dei posti messi a bando), il numero delle candidature si attesta mediamente intorno alle 106mila. Fa eccezione il bando 2018 che registra un picco di domande pari a 123.567. Per il 2023, si osserva una crescita con 114.583 candidature, quasi 9mila in più di quelle ricevute per il 2022.

«La sfida», si legge nel Rapporto «appare quindi quella di garantire stabilità al sistema attraverso investimenti certi come peraltro sembra sia garantito nel triennio 2025-27, attraverso l’assegnazione al Fondo nazionale per gli interventi del Servizio civile universale di risorse ulteriori a supporto di una programmazione continuativa».

La mappa lungo lo Stivale

Un altro elemento interessante riguarda la variabilità geografica delle candidature e degli avvii. In media, tra il bando 2015 e il bando 2023, le sedi dei progetti localizzate nel nord e al centro hanno avuto a disposizione rispettivamente il 24% dei posti, quelle del sud e isole il 50%, mentre le sedi dei progetti all’estero il 2%. Analizzando le candidature, quelle per svolgere il servizio in sedi localizzate nelle regioni del nord hanno avuto un andamento non costante e una contrazione, con il numero di domande che passa dal 26% del totale nel 2015 al 18% nel 2023. Il centro ha avuto un andamento più costante, con il 20% del totale delle candidature ricevute nel 2015 e il 18% nel 2023. Le domande per sedi estere sono sempre cresciute attestandosi nel 2023 al 4,2% del totale.

Nel 2023, si è assistito a un incremento generalizzato del rapporto tra domande e posizioni. Il fenomeno è marcato nel sud e nelle isole ma anche all’estero, dove il rapporto è salito rispettivamente al 261% e al 451%. «L’analisi per area geografica», aggiunge il documento «apre a una riflessione rispetto alle correlazioni tra domanda e offerta […] che dovrebbe prendere in considerazione i fabbisogni dei territori e le connesse capacità progettuali di espressione da parte degli enti, nella consapevolezza che l’esperienza del servizio civile è una scelta di chi partecipa al bando, ma esprime anche una risposta ai bisogni delle aree in cui i progetti si realizzano».

Sempre in riferimento al 2023, in tutte le regioni il numero delle domande è stato superiore al numero delle posizioni disponibili. Le regioni con un rapporto superiore a due sono Puglia (3,1), Campania (2,9), Sicilia (2,6), Calabria, Lazio e Sardegna (2,2). Soltanto il Trentino-Alto Adige ha un rapporto inferiore a 1 (0,7) a fronte di 65 posti disponibili. Al sud e nelle isole, si registra il maggior numero di avviati, con una media annua di 21.606 per un totale di 194.451 dal 2015 al 2023. Segue il nord con valori pressoché dimezzati rispetto a sud e isole (la media degli avviati è pari a 10.016, mentre il totale è di 90.141). Di poco inferiore il valore medio degli avvii al centro, che ha un valore medio pari a 9.302 e un totale complessivo di 83.721. Per quanto riguarda l’estero, si registra una tendenza degli avvii in crescita e una media di 769 avvii per un totale di 6.917 avviati nei nove anni.

Educazione e assistenza in pole position

In quali ambiti si spendono i ragazzi? Il settore dell’assistenza rimane dominante, pur mostrando una riduzione negli avvii negli ultimi anni. Crescono l’educazione e promozione culturale e il patrimonio storico e culturale, che evidenziano un incremento delle candidature e degli avvii al servizio. Infine, l’estero si conferma un ambito attrattivo con un numero di candidature molto superiore ai posti disponibili, a testimonianza dell’interesse dei giovani per esperienze internazionali.

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Agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità registra un incremento sia delle candidature sia delle posizioni disponibili nel bando 2023 rappresentando circa lo 0,4% dei posti, con una tendenza in crescita rispetto al 2022. Con oltre 20mila posti a bando, l’assistenza è di gran lunga il settore più significativo dal punto di vista quantitativo con il 42,8% dei posti a disposizione. Negli anni la posizione di dominanza è rimasta tale anche se la percentuale di posti a disposizione è andata costantemente riducendosi rispetto al totale, passando dal 59% nel 2015 a poco più del 40% nell’ultimo bando. Questa riduzione ha colpito progressivamente anche la quota di domande rispetto al totale, passando dal raccogliere il 51% delle domande all’attuale 31,1%.

Educazione e promozione culturale, paesaggistica, ambientale, del turismo sostenibile e sociale e dello sport rappresenta il secondo settore in termini di posti messi a bando nel 2023 (37,4%). L’estero è il settore con il minor numero di posti a bando, rappresentando il 2% del totale: il numero di domande presentate negli anni è però in continua crescita, rappresentando per il bando 2023 il 4,2% del totale.

Il numero di posti per il settore del patrimonio ambientale e della riqualificazione urbana è cresciuto costantemente passando dall’1,8% nel 2015 (563 posti) al 3,4% nel 2023 (1.733 posti), con una significativa contrazione rispetto al 2022. Per quanto riguarda le domande, a fronte di una tendenza in crescita negli ultimi anni, si assiste a una contrazione nel 2023 con il 2,9% sul totale. Il settore patrimonio artistico e culturale ha conosciuto negli anni un costante aumento dei posti a disposizione, arrivando a toccare quasi 10.000 posti nel 2022, ovvero il 13,7% del totale. Come per gli altri settori il numero di posti si è ridotto nel 2023 a circa 6mila, mantenendo però l’11,6% di posti sul totale. Le posizioni disponibili nella Protezione civile nel 2023 sono 1.186 posti, il 2,3% del totale.

Rinunce e interruzioni

Il rapporto sottolinea anche alcuni elementi di attenzione, come il fenomeno delle interruzioni e delle rinunce, che si mantengono stabili attorno al 10% dei posti a bando. I rinunciatari sono stati in media circa 5mila all’anno, con un picco nel bando 2021 di 7.380 rinunce. Per quanto riguarda invece, le interruzioni, il valore medio è di 5.594.

Il fenomeno è più frequente al nord e al centro con una media rispettivamente del 19 e del 15%. Segue la macroarea sud e isole con il 9%. Infine, il valore medio del 18% delle interruzioni riferito all’estero risulta triplicato nel bando 2019 a causa della pandemia che ha giocato un ruolo determinante.

Escludendo l’estero, per quanto riguarda il 2022, l’interruzione e il mancato avvio sono più frequenti in agricoltura in zona di montagna, agricoltura sociale e biodiversità con il 10% e in assistenza con il rapporto che si aggira intorno al 5%. Segue Protezione civile con il 4% e tutti gli altri al 2%.

Quasi 70mila sedi accreditate

Un ultimo focus riguarda le sedi. Al 26 settembre 2024, ne risultano accreditate all’albo 68.214. Oltre 25mila di queste risultano attive nel bando 2023, delle quali 1.606 non hanno ricevuto candidature per le posizioni finanziate. L’estero incrementa il numero delle sedi attive, raggiungendo il suo massimo storico (498). Per quanto riguarda le sedi dove non sono pervenute domande, emerge la significativa crescita al nord, con oltre 2.700 sedi vacanti per il bando 2022, che scendono a 947 nel 2023.

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Nell’immagine in apertura, alcuni ragazzi impegnati nel servizio civile (Foto Acli)

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