Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
Viva il Ponte sullo Stretto di Messina! Visto il “violento” (verbalmente) dibattito puramente ideologico sulla realizzazione della più grande infrastruttura italiana, la frase, naturalmente, è una provocazione. Ma fra favorevoli e contrari manca, troppo spesso, una fazione neutra che si esprima per numeri, per tecnologie, per efficacia, per utilità. Ha ormai stancato quella narrazione stantia in base alla quale “prima bisogna fare altro”. Quando il Ponte sullo Stretto fu cancellato, formalmente il 18 ottobre del 2012 dal governo Monti, questo non portò alcun beneficio alle infrastrutture “altre”. E’ vero che eravamo nel pieno della crisi italiana voluta da un’Europa “matrigna” e del rigore che puntava probabilmente più a risultati politici da un lato ed economici a favore di pochi paesi dall’altro, ma è anche vero che nessuna cancellazione ha mai portato risorse altrove sul territorio. Ad oggi, dunque, essere favorevoli o contrari è legittimo ma bisogna spiegare perché!
Il post del meloniano siciliano Manlio Messina
Ed ecco che all’inizio del 2025 arriva il post dell’ex assessore regionale al turismo, meloniano di ferro, Manlio Messina oggi vice presidente del gruppo di FdI alla camera dei deputati.
“Ecco i numeri sul costo del ponte di Messina e delle opere ‘accessorie’” scrive sui social Messina.
“Ricordatevi che solo l’insularità costa ogni anno ai siciliani, e quindi all’Italia, ben 6 miliardi. Praticamente un miliardo in più del costo per la realizzazione del Ponte stesso”.
Ponte interamente finanziato
Ed ecco le notizie, o quantomeno il riassunto delle varie tappe che poi diventa “notizia” perchè fa chiarezza sulla situazione attuale: “La copertura finanziaria per il Ponte sullo Stretto è stata completata, con un totale di 13,532 miliardi di euro. Il ponte vero e proprio costa circa 5 miliardi, mentre oltre 8 miliardi sono destinati a opere accessorie e compensative per migliorare infrastrutture e servizi in Calabria e Sicilia.
I fondi nella legge di Bilancio
Nella Legge di Bilancio 2024 erano stati stanziati 12 miliardi di euro, suddivisi in:
• 9,312 miliardi dal bilancio statale,
• 718 milioni dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) dell’Amministrazione Centrale,
• 1,6 miliardi dal FSC per Sicilia e Calabria (300 milioni dalla Calabria e 1,3 miliardi dalla Sicilia),
• 370 milioni da risorse proprie della Stretto di Messina.
Con un valore aggiornato del progetto stimato in 13,5 miliardi, la Legge di Bilancio 2025 ha colmato il gap di 1,5 miliardi con:
• 6,962 miliardi dal bilancio statale,
• 4,6 miliardi dal FSC dell’Amministrazione Centrale,
• 1,6 miliardi dal FSC per Sicilia e Calabria,
• 370 milioni da risorse proprie della Stretto di Messina.
L’impatto economico del Ponte
“L’insularità della Sicilia genera ogni anno danni economici per 6 miliardi di euro. La costruzione del ponte eliminerà queste perdite, ripagando l’investimento in poco tempo. Inoltre, l’opera genererà un indotto significativo per cittadini e imprese, migliorando i collegamenti e riducendo i costi di trasporto. Con l’avvio previsto per il 2025, il progetto rappresenta non solo un’opera infrastrutturale strategica, ma anche un potente motore di sviluppo per tutto il Mezzogiorno”.
Ecco come apparirà il Ponte
Ecco come apparirà il Ponte sullo Stretto di Messina visto dalla Sicilia, secondo il progetto definitivo. Si tratterà di un ponte sospeso con una campata centrale di 3 chilometri, torri alte 400 metri e cavi di sostegno che si estenderanno complessivamente per 5 chilometri. L’impalcato, caratterizzato da un profilo alare progettato da William Brown, è conosciuto nel settore come “Messina-type” ed è oggi il riferimento per i nuovi ponti di grandi dimensioni in tutto il mondo.
E già in questa fase progettuale ci sono risposte alle principali critiche: il Ponte è progettato per resistere ai più forti terremoti e alle raffiche di vento più intense. La veridicità di questa affermazioni potrà dimostrarla solo il tempo e l’uso dell’infrastruttura.
Sul fronte dei collegamenti si punta a treni che possano collegare Roma e Catania in 5 ore ma senza correre troppo in avanti anche sette o otto ore, sarebbero già un risultato enorme, un passo avanti gigantesco per i siciliani.
Credits L’immagine è tratta dalla pagine Social report Newspaper
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link