Se ne è andato un altro personaggio della vecchia Camogli. Ferdinando “Nando” Schenone è morto improvvisamente a 88 anni. L’unico grande amore della sua vita è stata la fisarmonica con cui allietava i turisti; in particolare quelli che si imbarcavano sui battelli diretti a San Fruttuoso. Solo da pochi anni aveva abbandonato lo strumento.
Aveva ospitato nella sua casa, e si era fatto “adottare”, da una famiglia di immigrati che lo ha accudito; soddisfatto di questa sua scelta che denota avesse una mentalità aperta. E la famiglia Leon che ha annunciato il decesso, ha voluto che sul manifesto funebre fosse disegnata una fisarmonica.
I funerali si svolgeranno mercoledì 8 gennaio alle 10.30 nella basilica di Santa Maria Assunta.
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Un ricordo di Franco Picetti
E’ morto “O Nando”, la colonna sonora del porto di Camogli.
Oggi giravo per Camogli e “in sce-i canti”, gli annunci mortuari, ho visto tra gli altri quello di Ferdinando Schenone. La foto ed il cognome lì per lì non mi hanno detto niente, ma una frazione di secondo dopo ho letto meglio :”Nando”, e ho capito con grande dispiacere che se n’era andato un personaggio importante della mia infanzia.
“O Nando”, detto anche “Semmo chì”, o “T’ou-chi-lè”, chi non lo conosceva? Il fisarmonicista che suonava all’imbarcadero dei traghetti diretti a Punta Chiappa e a San Fruttuoso (quelli che noi ragazzini chiamavano : “I vaporetti”.).
C’era la mancina, c’era la pescheria dei “Praìn”, c’erano i pescherecci ormeggiati lì davanti, e, naturalmente, c’era anche lui, “O Nando”. Immancabilmente c’era anche lui. Quindi dovete pensare che la colonna sonora di tutte queste immagini della calata era la sua fisarmonica che suonava :”La Migliavacca”, “La comparsita”, “Tango della capinera”, tutto il repertorio classico insomma dei suonatori di allora.
O Nando si sedeva sul vaporetto con il suo berettino bianco da marine, i pantaloncini corti, la sua pesante fisa rossa e bianca, tutta cromata e sbarluccicante e attaccava. Ben presto si era aggiornato, e, a richiesta, sapeva fare anche le ultime canzoni di Sanremo, che so : “Zingara”, “Non ho l’età”, ”Quando quando quando”. Intanto i turisti salivano e prendevano posto accanto a lui. Qualcuno magari gli chiedeva un pezzo, altri battevano le mani alla fine di ogni brano. Nando suonava ad orecchio, a memoria, e quando arrivava qualche tedesca in pantaloncini corti e tutta abbronzata, la poteva omaggiare di un’occhiata particolare.
Veramente tutti quanti le guardavamo con tanto d’occhi le tedesche (saranno state anche svedesi, norvegesi o semplicemente di Novi Ligure), ci davamo di gomito anche noi ragazzini e dicevamo : “Hai visto che penolla!?”, cioè che sventola di ragazza alta e notevole. Tutti quanti lo facevamo, ma chissà perché poi tutti commentavano: “Hai visto come l’ha guardata Nando?!” E giù risate.
Poco prima della partenza, Nando faceva il giro col piattino. Ma poi, come ringraziamento faceva un ultimo bis e saltava giù dal traghetto che aveva già avviato i motori, slegava la cima dall’ormeggio e salutava.
Era alto e magrissimo il nostro “acordeoniste” (a proposito, aveva anche questa canzone in scaletta) e quando posava la pesante fisarmonica, rimaneva un po’ curvo, per averla tanto portata, negli anni, nei decenni. Ma era pronto a imbracciarla di nuovo e salire sull’altra imbarcazione, che nel frattempo era tornata dalla Punta ed era ormeggiata là di fronte. Aiutava la gente a discendere, manco a dirlo, con particolare galanteria per le tedesche alte, bionde e procaci, magari scambiava qualche saluto ma solo con loro, e poi attaccava il suo concertino.
Era tanto una presenza fissa là al porto che uno dei suoi soprannomi era, come dicevo : “T’ouchilè!”, che si potrebbe tradurre con “Eccolo lì!”. L’altro soprannome : “Semmo chì” era dovuto al fatto che lui rispondeva sempre così ai saluti.
– Nando, comme a va?
– Eh, semmo chì!
E basta. E anche questa sua timidezza faceva un po’ ridere.
Come faceva sorridere la sua figura di Don Chisciotte, senza lancia e con lo strumento a tracolla.
Ma Nando era veramente bravo.
Aveva vinto anche il “Microfono d’argento”, quando questa gloriosa manifestazione musicale si svolgeva ancora alla Casa del Popolo, in salita Don Ansaldo. Aveva suonato in una mitica formazione, denominata “Saludos amigos”, con un Antonucci alle marajas e altri messicani di Camogli agli altri strumenti etnici. In seguito il “Microfono d’argento” si era tenuto al teatro Sociale ed era stato vinto fra gli altri anche da Sergio d’Angelo, alias Angelo Canepa, amico di Buby Senarega, con cui ho avuto l’onore modestamente di suonare pure io.
Proprio Buby Senarega una volta mi aveva detto che O Nando, non conoscendo la musica, si era inventato un sistema tutto suo di trascrizione musicale. In seguito, ho avuto modo di sbirciare un suo quaderno: là era riporato, il titolo, ad esempio :”La Migliavacca” e poi partivano tutta una serie di rettangoli, in fila, un po’ più alti, un po’ più bassi. Niente pentagramma e note. Un po’ come la Tablatura, che si usa con la chitarra. Tre righe di rettangoli e tutta la Migliavacca era memorizzata!
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