L’Onu non è un pifferaio magico

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In una recente conferenza internazionale una domanda del pubblico mi ha chiesto brutalmente se, da angelo della pace che doveva essere, l’Onu non stia diventando invece un pifferaio magico. In quell’antica fiaba tedesca, il pifferaio che non fu pagato per aver liberato il villaggio dai ratti, cambiava la sua musica in una trappola per rapire tutti i bambini del villaggio di Hamelin (qui il link per navigare nel sito di Sandro Calvani). 

Nella realtà moderna, ben lontano dalla favola di 700 anni fa, gli sforzi delle Nazioni Unite per costruire la pace nei conflitti più gravi del nostro tempo sono falliti e sembra proprio che i leaders che li hanno chiesti non abbiano nessuna intenzione di mettersi d’accordo per delegare all’Onu le decisioni sulla pace e pagare tale servizio. Il giudizio è un po’ migliore se riferito alla risposta dell’Onu alle altre componenti primarie della policrisi globale, come la salute pubblica e la prevenzione delle pandemie, l’educazione, la lotta alla fame nel mondo e alle disuguaglianze socio-economiche, il cambio climatico, le migrazioni, e il controllo dell’intelligenza artificiale

La governabilità politica dell’umanità

Il mondo continua ad aver bisogno della Fao dell’Oms, dell’Unicef e delle altre agenzie Onu per i diritti socio-economici e umanitari, non per portare il mondo contemporaneo nel paradiso della pace e della giustizia, ma per salvarlo dall’inferno del caos e della disperazione della disuguaglianza di diritti e di opportunità. Ma non può bastare: in estrema sintesi, lo sforzo di governabilità dei beni comuni globali ha dimostrato di funzionare solo sui temi sui quali i paesi membri hanno raggiunto un buon livello di consenso, ma non sul tema principale, la governabilità politica dell’umanità. 

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Infatti, al contrario di quanto sancito dallo Statuto delle Nazioni Unite del 1945, diversi governi protagonisti dei nodi più importanti hanno scelto la via della contrapposizione totale e del conflitto violento, invece della consultazione e della diplomazia. Le Nazioni unite non hanno potuto mitigare questo odio crescente tra i governi perché il sistema interno di presa decisioni e obbligo a rispettarle è sempre meno adatto a piegare la volontà dei leaders. 

Alcuni esempi di un sistema che non funziona

Il sistema si è dunque rotto in alcuni suoi punti più deboli e vulnerabili come il Consiglio di Sicurezza e l’applicazione del Diritto Internazionale attraverso le Corti Internazionali.

Per esempio, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato dozzine di risoluzioni che criticano specifiche politiche e azioni israeliane, come la costruzione di insediamenti e l’uso eccessivo della forza. Tuttavia, a causa del frequente uso del potere di veto da parte degli Stati Uniti, il Consiglio di Sicurezza non ha approvato una risoluzione globale che condanni esplicitamente l’occupazione nel suo complesso.

Russia e Ucraina

Per quanto riguarda l’invasione russa dell’Ucraina, sebbene il Consiglio di sicurezza non sia stato in grado di approvare risoluzioni vincolanti che condannino l’invasione a causa del potere di veto della Russia in qualità di membro permanente, ha adottato diverse risoluzioni che affrontano le conseguenze umanitarie del conflitto, che ugualmente non sono state mai rispettate dalla Russia.

L’Assemblea generale ha approvato diverse risoluzioni che condannano quasi all’unanimità l’invasione russa e chiedono il ritiro delle forze russe dall’Ucraina. Queste decisioni non hanno avuto alcun impatto positivo sul conflitto.  

Il parere degli esperti di diritto internazionale è unanime nell’indicare la necessità di cambiamenti significativi per ripristinare la credibilità ed efficacia politica dell’Onu. Un potenziale percorso verso la ricostruzione delle Nazioni Unite dovrebbe comprendere alcune riforme fondamentali

Il potere di veto

Nell’area della pace globale, il potere di veto dei cinque membri permanenti ha spesso paralizzato il Consiglio di Sicurezza, specialmente quando uno dei suoi membri è coinvolto in un conflitto. Andrebbe dunque limitato l’uso del veto singolo, o aumentato il numero di membri permanenti per riflettere meglio l’attuale equilibrio di potere globale, o almeno si dovrebbe prevedere che una maggioranza qualificata dei membri possa by-passare il veto. Andrebbe aumentata la rappresentanza dell’Africa e dell’America Latina, che sono spesso colpite in modo sproporzionato dai conflitti ma hanno una voce limitata nel processo decisionale.

Si dovrebbero mettere in atto meccanismi migliori per identificare e affrontare i potenziali conflitti prima che si aggravino. Ciò include il sostegno alle iniziative locali di costruzione della pace e l’affrontare le cause profonde come la povertà, la disuguaglianza nella distribuzione di risorse. Vanno rafforzate la capacità delle Nazioni Unite di mediazione e impegno diplomatico efficaci. Ciò comporta la creazione di un rapporto di fiducia con tutte le parti coinvolte e l’impiego di negoziatori qualificati.

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Infine, nel campo del rafforzamento delle operazioni di mantenimento della pace, andrebbero garantite mandati ben definiti, con risorse adeguate e la flessibilità necessaria per adattarsi a situazioni mutevoli, migliorando anche il controllo delle violazioni dei diritti umani. Alle forze di pace va fornita la formazione e l’equipaggiamento necessari per proteggere efficacemente i civili e adempiere ai loro mandati.

Le altre sfide globali

Per quanto riguarda le altre sfide globali, le Nazioni unite devono svolgere un ruolo più proattivo nel coordinare gli sforzi per combattere il cambiamento climatico, che aggrava i conflitti e gli sfollamenti. Va rafforzato il ruolo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e sostenute le iniziative per la copertura sanitaria universale e la preparazione alle pandemie. Andrebbe costituito un apposito fondo mondiale per l’istruzione, la lotta alla povertà e alle disuguaglianze. Il fondo potrebbe essere alimentato da una tassa sulle grandi transazioni finanziarie. Andrebbe sviluppata una politica globale per gestire i flussi migratori, proteggere i rifugiati e affrontare le sfide affrontate dai migranti e dalle comunità di accoglienza.

Come sancito nel Patto Onu per il futuro nell’ottobre 2024, ricostruire la credibilità e l’efficacia dell’Onu richiederà uno sforzo concertato da parte di tutti gli Stati membri. Si tratta di un compito complesso e impegnativo, ma affrontando queste aree chiave, l’Onu può adempiere meglio al suo mandato di promuovere la pace, la sicurezza e lo sviluppo umano in tutto il mondo. Invece di cercare un miglior pifferaio magico, l’umanità deve cercare e costruire la partecipazione inclusiva di tutti i popoli, come un’orchestra sinfonica. 



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