Adista News – Sempre più Paesi nell’area BRICS, con l’intenzione di creare una moneta

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Il 1° gennaio, Cuba (insieme alla Bolivia) si è associata al blocco BRICS, guidato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica e arricchitosi nell’ottobre scorso, durante il vertice avvenuto a Kazan, di altri Paesi: Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran. L’entrata di Cuba era stata concordata proprio a Kazan.

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«Per Cuba, l’incorporazione nei BRICS – si legge sul sito cubano governativo Cubadebate (1 gennaio) rappresenta un’opportunità chiave per superare il prolungato blocco economico imposto dagli Stati Uniti. Secondo il presidente Miguel Díaz-Canel, questa associazione offre “una grande speranza ai paesi del Sud” nella loro lotta per un ordine internazionale più giusto e democratico. Il potenziale di Cuba all’interno del blocco risiede nel suo sviluppo biotecnologico, nella produzione di medicinali e nella sua capacità di promuovere la cooperazione scientifica e tecnologica. Inoltre, la possibilità di commerciare con le valute locali all’interno dei BRICS consentirà all’isola di ridurre la propria dipendenza dal dollaro e di aprirsi a nuovi flussi commerciali. Il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez ha affermato che “il mondo ha urgente bisogno di una nuova convivenza civile in cui prevalgano la solidarietà e l’integrazione tra i paesi”».

«Al di là del suo impatto economico, i BRICS – leggiamo ancora – rappresentano un’alternativa al modello occidentale, promuovendo un nuovo equilibrio di potere nel sistema internazionale. Per Cuba e Bolivia l’associazione con i BRICS apre strade verso la diversificazione economica, la cooperazione tecnologica e l’integrazione finanziaria in uno scenario internazionale in trasformazione».

Si allarga, dunque l’area BRICS, che già, senza la Bolivia e Cuba, rappresentava il 41% della popolazione mondiale e il 37% del Pil globale. Con i due nuovi “acquisti” e senza considerare che molti Paesi attendono di entrarvi (Bielorussia, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda, Uzbekistan, Turchia, primo Paese Nato), secondo quanto si legge oggi su msn.com/it, rappresenta il 26% del commercio globale, il 44% delle riserve di petrolio, il 53% delle riserve di gas naturale, il 72% delle riserve di “terre rare”, e le maggiori riserve di acqua dolce del pianeta.

La sfida principale di questa fase è la creazione di una nuova moneta, il Brics, peraltro annunciata dal presidente russo Vladimir Putin a ottobre. Si tratterebbe di una valuta di riferimento delle economie aderenti per le transazioni effettuate tra di loro, in modo da liberarsi dalla dipendenza dal dollaro e di di proteggersi dalle sanzioni internazionali e di fatto neutralizzarle. A sostenerlo, precisa msn.com/it, «è l’economista brasiliano Paulo Nogueira Batista Jr, ex direttore del Fondo Monetario Internazionale che in una recente intervista al sito Poder360 ha affermato di aver avuto occasione di parlare direttamente con Putin, il quale avrebbe detto: “Noi non siamo contro il dollaro. È il dollaro che è contro di noi. Sfidare il dollaro e l’economia statunitense non sarebbe possibile e comunque non è il nostro obiettivo. Il Brics servirà a renderci immuni alle sanzioni”». Nel frattempo però, osserva ancora il sito, «la presidenza degli Stati Uniti sta per essere assunta da Donald Trump, il quale ha già minacciato ritorsioni: se davvero i Brics abbandoneranno il dollaro, i loro prodotti verranno tassati fino al 100%. Gli esperti sostengono che questo non sia tecnicamente possibile viste le dimensioni del blocco Brics, ma non mancheranno schermaglie».

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In un documento nel sito ufficiale del gruppo sono segnalati gli obiettivi del BRICS: fra l’altro, «promuovere il dialogo e la cooperazione tra i nostri paesi in modo incrementale, proattivo, pragmatico, aperto e trasparente. Il dialogo e la cooperazione dei paesi BRIC sono utili non solo a servire gli interessi comuni delle economie di mercato emergenti e dei paesi in via di sviluppo, ma anche a costruire un mondo armonioso di pace duratura e prosperità comune (…). Il crescente potere economico dei Paesi BRICS, la loro importanza come una delle principali forze trainanti dello sviluppo economico globale, la loro numerosa popolazione e le abbondanti risorse naturali costituiscono il fondamento della loro influenza sulla scena internazionale».

*Foto tratta da pixabay

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