Può venire qualcosa di buono dall’Est della RDC?

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Che sdegno!

La Repubblica Democratica del Congo (RDC) è spesso dipinta come un paese bello e ricco, «uno scandalo geologico» (a causa dell’abbondanza smisurata di materie prime che possiede sul suolo e nel sottosuolo − ndr). Di fatto, la realtà quotidiana lo presenta come un paradiso dove gli angeli piangono e il diavolo viene canonizzato. Incredibile contrasto! La guerra, la fame, i furti e gli stupri sono all’ordine del giorno, mentre la pace è negata dalla guerra che vi perdura. La gente è disposta a tutto per sopravvivere e la corruzione diventa la strada maestra.

Le persone corrompono per tante ragioni: per coprire la loro incompetenza, per nascondere la loro inettitudine, per proteggere i loro interessi a spese di molti, per coprire il loro fallimento o la loro cattiva gestione, per giustificare l’appropriazione indebita di fondi pubblici, per assumere e/o lavorare per un guadagno fraudolento, per difendere il proprio potere. Basta una bustarella a cambiare idea e rendersi servili contro la propria coscienza, sacrificando la propria dignità e la vita degli altri. Da quel momento in poi, il confine fluido, poroso e permeabile tra il corrotto e il corruttore non è più controllabile se non da chi sa essere sleale e astuto in modo abietto.

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Questo è un male abominevole per la società congolese. I giovani sono sia vittime sia carnefici nel tempio della corruzione, in una società consumistica in cui tutti i servizi sono computati.

“Vieni e vedi”

Nell’Est, “Qualcosa di buono” sta attirando l’attenzione della Chiesa e della società.

A Goma, emerge come un iceberg la figura di Floribert Bwana Chui Bin Kositi, di cui papa Francesco ha autorizzato la beatificazione. Un giovane cristiano nel fiore degli anni, circa 25, un funzionario onesto e integerrimo dell’Office Congolais de Contrôle (OCC), al confine tra il Congo e il Ruanda, forte della sua fede in Cristo. È stato rapito e poi ucciso per essersi rifiutato di far entrare in Congo Kinshasa tonnellate di prodotti alimentari avariati e tossici provenienti dal Ruanda in cambio di poche migliaia di dollari, senza le necessarie autorizzazioni per la commercializzazione e il consumo. Testimone della forza morale di fronte al male e della preoccupazione altruistica per la vita del proprio popolo!

A Bunia, nell’Ituri, undici membri della magistratura hanno ricevuto il Premio Integrità 2024 durante una cerimonia che li ha onorati per il loro impegno esemplare nella lotta alla corruzione nell’esercizio delle loro funzioni, nell’ambito del Programme d’Appui à la Réforme de la Justice (PARJ). Si tratta di magistrati sia civili sia militari, ufficiali di polizia giudiziaria e 3 avvocati.

Sfida!

Incorruttibile, Floribert sfida la gioventù impegnata della Chiesa cattolica, in generale, e di quella della RDC, in particolare, sulla sua fede in Cristo e sulla sua coscienza sociale e professionale. Con la sua integrità, egli denuncia gli affamati-assetati che si dedicano all’acquisto immorale di denaro attraverso la corruzione, che è un male da combattere perché provoca la perdita di fiducia in sé stessi e negli altri.

Un barlume di speranza!

Giovani e anziani, tutti insieme, dovrebbero sapere che la santità di vita non è riservata a una casta e che ogni età è adatta a fare il bene, a patto di mantenere la propria coscienza integra di fronte alle istigazioni al male.

Lambert Birwinyo-Iwu Ulwortho,
Scrittore e poeta congolese

 

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De la RDC-Est, peut-il sortir quelque chose de bon ?

Quel dédain !

La RDC est souvent peinte comme un pays beau, riche, un scandale géologique. En effet, la réalité quotidienne la présente comme un paradis où les anges pleurent et le démon est canonisé. Quel contraste inouï ! La guerre, la faim, le vol, le viol sont en concert alors que la paix est congédiée par la guerre qui y perdure. Alors on y prêt à tout pour sa sur-vie dont la corruption est la voie béatifiée.

On corrompt pour couvrir son incompétence, pour dissimuler son ineptie, pour protéger son intérêt égoïste au détriment de la multitude, pour justifier sa banqueroute ou sa mégestion ou encore sa gabegie, pour justifier le détournement du dénier public, pour embaucher et/ou travailler pour un gain frauduleux, pour protéger son pouvoir. Un dessous-de-table suffit pour changer d’avis et proférer de flagorneries contre sa propre conscience et sacrifier sa propre dignité et la vie des autres. Dès lors, la frontière fluide, poreuse et perméable entre le corrompu et le corrupteur n’est plus contrôlable hormis par les abjects déloyaux astucieux.

Un mal abominable pour la société congolaise. Les jeunes y sont des victimes mais aussi des sacrificateurs du temple de la corruption dans une société consumériste où tous les services sont calculés.

« Viens et vois ! »

A l’Est « Quelque chose de bon » retient l’attention de l’Église et la société.

A Goma, émerge l’iceberg Floribert Bwana Chui Bin Kositi dont le Pape François a autorisé la béatification. Il est jeune chrétien à fleur d’âge – ±25 ans–,  agent honnête et intègre de l’Office Congolais de Contrôle (OCC) à la frontière congolo-rwandaise et convaincu de sa foi au Christ. Il a été enlevé puis assassiné  pour avoir refusé de laisser  entrer au Congo Kinshasa, en provenance du Rwanda, des tonnes de denrées avariées et toxiques à la destination des populations  en échange de quelques milliers de dollars,  sans les autorisations nécessaires pour leur commercialisation et leur consommation. C’est la force morale face au mal et le souci altruiste de voir vivre  les siens!

A Bunia, en Ituri, onze acteurs judiciaires ont reçu le Prix d’Intégrité 2024 lors de la cérémonie visant à les honorer pour leur engagement exemplaire dans la lutte contre la corruption dans l’exécution de leurs métiers, dans le cadre du Programme d’Appui à la Réforme de la Justice (PARJ). Ils sont magistrats civils et militaires, officiers de la police judiciaires et 3 avocats.

Défi !

Incorruptible, Floribert interpelle la jeunesse active de l’Église catholique universelle en général et celle de la RDC en particulier sur sa foi au Christ et sa conscience socioprofessionnelle. Il apostrophe, par sa probité, les affamés-assoiffés qui affluent vers l’argent-sale immoralement acquis par corruption en tant mal à combattre, car elle fait perdre confiance en soi et en l’autre.

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Une lueur d’espoir !

Jeunes gens et vieilles gens, tous ensemble, devront savoir que la sainteté de vie n’est pas réservée à une caste et que chaque âge est mûr pour bien faire, pourvu de garder pure sa conscience devant les sollicitations au mal.

Lambert Birwinyo-Iwu Ulwortho,
Écrivain-Poète congolais

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