Le mostre nel 2025 in Emilia Romagna: al Mambo «Facile ironia», in autunno a Ravenna i capolavori di Chagall

Il nuovo anno dell’arte in Emilia-Romagna si aprirà come di consueto con il ritorno di «Arte Fiera», a Bologna dal 7 al 9 febbraio dopo aver superato il suo primo mezzo secolo. Sempre con la direzione artistica di Simone Menegoi e accompagnata dal fitto programma di iniziative di «Art City» in città. Nel segno delle dieci Porte storiche di Bologna. Con un circuito di opere realizzate da vari artisti che si snoderà lungo i viali per 8 chilometri collegando una porta all’altra, tappa dopo tappa.

Al Mambo, in particolare, spazio alla mostra collettiva «Facile ironia. L’ironia nell’arte italiana tra XX e XXI secolo». Pensata per gli spazi della Sala delle Ciminiere, con più di 100 opere e documenti d’archivio di oltre 70 artisti. Attraversando un arco di tempo di circa settant’anni, dagli anni Cinquanta a oggi, ripercorrerà la storia dell’arte italiana tramite il tema dell’ironia con opere di Munari, Manzoni, Pistoletto, Spatola, Cattelan, Vezzoli e Zuffi. Nello stesso periodo anche «BOOMing Contemporary Art Show», che da Dumbo si sposterà a Palazzo Isolani.

Nel resto della regione la prima grande mostra sarà quella ai Musei San Domenico di Forlì dal 22 febbraio al 29 giugno, «Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie». Dai ritratti rinascimentali di Lavinia Fontana e Sofonisba Anguissola, alla teatralità di Hayez, fino alle interpretazioni contemporanee di Bill Viola e Chuck Close, ogni opera rivela il rapporto dell’artista con il proprio volto e la propria immagine. La mostra concluderà il suo percorso esplorando il selfie, erede contemporaneo e discusso dell’autoritratto.

A Ferrara nella primavera 2025, a Palazzo dei Diamanti, saranno invece esposti i capolavori di due protagonisti dell’arte europea tra Otto e Novecento come Alphonse Mucha e Giovanni Boldini, cantori della bellezza e del fascino femminile. Il primo, di origini ceche, raggiunse fama internazionale nella Parigi fin de siècle. Noto in tutto il mondo per i manifesti degli spettacoli della celebre attrice Sarah Bernhardt, oltre che pittore, disegnatore e illustratore Mucha fu anche fotografo, scenografo, progettista d’interni, creatore di gioielli e packaging designer. Come l’artista ceco, anche il ferrarese Boldrini risiedette stabilmente a Parigi, dove si affermò come ritrattista mondano, ricercatissimo da una facoltosa clientela. Sempre a Palazzo dei Diamanti da metà marzo un’altra mostra, dedicata a Marc Chagall. Dove per la prima volta si potranno vedere opere rese disponibili dagli eredi dell’artista assieme ad altre provenienti da musei e collezioni private.

A proposito di Chagall, in autunno, dal 18 ottobre, tornerà a Ravenna la «Biennale di Mosaico Contemporaneo», con la mostra al museo MAR dedicata proprio all’artista ebra russo naturalizzato francese. Partendo da uno dei capolavori presenti nella collezione del MAR, Le coq bleu, la mostra sarà il primo grande progetto dedicato al rapporto di Chagall con il mosaico, un aspetto fondamentale del suo lavoro sviluppato dopo la Seconda Guerra Mondiale e in stretta collaborazione con i mosaicisti di Ravenna.

Ancora la fotografia grande protagonista a Reggio Emilia con il tradizionale appuntamento di «Fotografia Europea», dal 24 aprile all’8 giugno sul tema “Avere vent’anni”, in concomitanza con il ventennale della manifestazione. A Reggio Emilia nell’autunno 2025 è in programma anche un nuovo progetto alla Collezione Maramotti. L’artista e attivista rom di nazionalità polacca Malgorzata Mirga-Tas sarà protagonista di una mostra che nasce dal contatto con le comunità sinte e rom della città emiliana.

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