Come cambia la busta paga da gennaio

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Con la manovra 2025 arrivano importanti novità sul fronte delle agevolazioni lavorative. Dal bonus per le mamme lavoratrici ai premi di produttività, passando per gli interventi su cuneo fiscale, Irpef e fringe benefit, le nuove misure introdotte avranno un impatto diretto sulle buste paga dei lavoratori dipendenti a partire da gennaio. Ecco un riepilogo delle principali modifiche previste.

Bonus mamme

Dal 2025 il bonus mamme diventa un esonero contributivo parziale sui contributi previdenziali per lavoratrici dipendenti (escluse le domestiche) e autonome con redditi da lavoro autonomo, impresa o partecipazione a società (escluso il regime forfettario). L’agevolazione è riservata a madri di almeno due figli con reddito imponibile previdenziale fino a 40.000 euro annui. Dura fino al compimento dei 10 anni del figlio più piccolo, ma dal 2027, per le madri di tre o più figli, si estenderà fino ai 18 anni. Con un limite annuale di 300 milioni di euro, le modalità e la percentuale dell’esonero saranno definite entro 30 giorni dall’entrata in vigore della manovra. La misura punta a sostenere le famiglie numerose e l’occupazione femminile.

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Riforma delle aliquote Irpef

Dal mese di gennaio è entrata in vigore una riforma fiscale che ha rimodulato le aliquote Irpef, riducendo il numero degli scaglioni da quattro a tre. Questa modifica ha l’obiettivo di semplificare il sistema tributario e alleggerire il carico fiscale per i contribuenti con redditi medio-bassi. Le nuove aliquote prevedono un’imposizione del 23% per i redditi fino a 28.000 euro, del 35% per quelli tra 28.000 e 50.000 euro e del 43% per i redditi che superano i 50.000 euro. La semplificazione avrà un impatto diretto sulle buste paga, garantendo un aumento del potere d’acquisto soprattutto per i redditi più bassi. Questo intervento è stato progettato per sostenere i contribuenti con maggiore bisogno e migliorare la distribuzione delle risorse.

Cuneo contributivo e detrazioni fiscali

Un’importante misura riguarda il nuovo sistema di riduzione del cuneo contributivo, che sostituisce il precedente modello introdotto dal Governo Draghi e potenziato dall’Esecutivo Meloni. La riforma, ora interamente fiscale, si articola in due modalità principali in base al reddito. Per chi guadagna fino a 20.000 euro, sono previste somme aggiuntive variabili: il 7,1% per redditi fino a 8.500 euro, il 5,3% per redditi tra 8.500 e 15.000 euro e il 4,8% per redditi tra 15.000 e 20.000 euro. Questi importi, esclusi dal calcolo del reddito complessivo Irpef, rappresentano un beneficio netto per i lavoratori. Per i redditi compresi tra 20.000 e 40.000 euro, invece, è stato introdotto un sistema di detrazioni che prevede un massimo di 1.000 euro per chi guadagna fino a 32.000 euro, con una riduzione progressiva fino ad azzerarsi a 40.000 euro. Grazie a questa riforma, i lavoratori potranno contare su un aumento medio di circa 1.000 euro annui in busta paga. Gli effetti saranno più significativi per i redditi superiori ai 35.000 euro, storicamente penalizzati dai meccanismi precedenti. Inoltre, la platea di beneficiari si amplia di 1,3 milioni di persone, raggiungendo oltre 13 milioni di lavoratori. Parallelamente, è stata introdotta l’Ires premiale, che riduce l’aliquota dal 24% al 20% per le imprese che reinvestono almeno il 30% degli utili e mantengono o incrementano i livelli occupazionali. Questa misura mira a incentivare gli investimenti e a sostenere l’occupazione.

Incentivi alla produttività

Tra le misure per aumentare i redditi dei lavoratori vi è la conferma della tassazione agevolata sui bonus legati alla produttività. La Legge di Bilancio estende fino al 2025, 2026 e 2027 l’aliquota ridotta, che scende dal 10% al 5%, già prevista per i premi concessi nel 2023 e 2024. Stando agli ultimi dati diffusi dal Ministero del Lavoro, più di cinque milioni di lavoratori hanno beneficiato di questa agevolazione, ottenendo in media oltre 1.500 euro all’anno.

Fringe benefit

Novità anche sui fringe benefit. Per i periodi d’imposta 2025, 2026 e 2027, è confermato l’aumento del limite di esenzione per le somme erogate dal datore di lavoro a copertura delle utenze domestiche (acqua, luce e gas) e delle spese per l’affitto o il mutuo della prima casa. Tale limite salirà da 258,23 a 1.000 euro (fino a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico).

Inoltre, per i neoassunti a tempo indeterminato con un reddito fino a 35.000 euro nell’anno precedente che trasferiscono la residenza oltre 100 km, è prevista un’esenzione fiscale per le somme destinate a locazioni o manutenzione di immobili, fino a 5.000 euro per due anni.



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