Domenica 12 gennaio alle ore 9.00 appuntamento per l’escursione al sito megalitico di Quiliano e merenda alla S.M.S. di Montagna. Escursione a cura di Laura Brattel, herbaria forager e GAE Liguria
Interessante appuntamento immerso nella natura programmato per domenica 12 gennaio alle ore 9, un’escursione al sito megalitico di Quiliano e successivamente merenda alla S.M.S. di Montagna.
A ritroso nel tempo, tra il racconto di rituali di origine pagana ripetuti fin quasi ai giorni nostri e l’osservazione di misteriose pietre incise, forse arcaiche mappe stellari, secondo alcuni studiosi.
Ritrovo ore 9.00 presso il Palazzetto dello Sport di Quiliano
Ore 9.30 partenza con mezzi propri per località Mulini.
Pranzo al sacco alla Prìa di Fussetti
Nel pomeriggio merenda campagnola alla S.M.S Montagna
Discesa per la vecchia scorciatoia
Rientro previsto per le 17.00 circa
Lunghezza percorso ad anello: 5 km complessivi
Dislivello: 300 m
Difficoltà: T/E
Costo dell’escursione con guida: 15 euro per persona
Bambini fino ai 12 anni gratuiti
Il costo della merenda sarà a consumo e NON è compreso nel costo dell’escursione
Prenotazione obbligatoria al numero
349 6762020
L’escursione sarà a cura di Laura Brattel, herbaria forager e GAE Liguria.
LAURA BRATTEL
Di storie da raccontare il territorio di Quiliano ne ha moltissime, racchiuse e nascoste nelle pieghe delle sue montagne, tra il mormorio dei ruscelli oppure sui crinali più scoscesi. Furono luoghi attraversati da un’umanità remota, misteriosa, che viveva a stretto contatto con le forze primordiali della Natura, maestra madre e matrigna. Non sappiamo quali pensieri avessero avuto, cosa li spaventava, cosa li faceva stupire o gioire. Non siamo più in grado di leggere i “documenti” che ci hanno tramandato attraverso il fragore dei millenni. Eppure è ineluttabile il fatto che ci abbiano lasciato documenti “scritti”.
Sono le pietre.
Incisioni rupestri.
Non solo nella Valle delle Meraviglie nella prossima Francia, nel Finale e sul complesso del Monte Beigua possiamo trovare questi segni, ma restano sparsi un po’ ovunque nella nostra bella Liguria. La valle del Quiliano ne conserva diversi siti. Benché meno numerose e apparentemente più rozze, le incisioni delle pietre del Quiliano sono un documento scritto di importanza notevole, ancora tutto da indagare.
Uno dei siti più interessanti, a parere della scrivente, è la zona della frazione di Montagna. Qui tutto il crinale mostra i segni di un megalitismo dove i culti animistici si dimostrano ancora vitali. L’elemento sacro si mescola al profano, le vicende di tutti i giorni eguagliano in sacralità i riti dedicati alle potenze maggiori e più elevate: l’avvicendarsi delle stagioni, i cicli lunari, l’osservazione della volta celeste con i pianeti, le stelle e il nostro astro maggiore, il sole. Forse questo è il significato profondo della Prìa di Fussetti, sorta di enorme masso altare posto in posizione assai elevata e dominante al culmine dello spartiacque. In una compagine umana strettamente legata al mutare ciclico delle stagioni saper valutare con precisione il tempo doveva essere fondamentale. Quindi si è ipotizzato che essa potesse essere una mappa stellare per stabilire esattamente il calcolo circolare del tempo. Eppure questa non è che una ipotesi, una supposizione.
Da anni frequento quei luoghi, ed ogni volta che sfioro quei segni mi soggiunge una tale emozione carica di rispetto e venerazione, un tale senso del sacro, da provarne quasi un brivido. Ancora più profondamente questa emozione mi tocca nel momento in cui giungo alla Prìa de San Martin, posta in zona boschiva sotto al culmine della Checchezza. Su quel cocuzzolo si trova anche il toponimo “Castellaro”, tangibile segno della presenza di un nucleo abitato da tribù liguri durante l’Età del Ferro. Ai suoi piedi si trova una grande slavina pietrosa formata da un accumulo di grossi massi, a loro volta circondati da un semicerchio di rocce che ci appaiono come una sorta di cromlech, un circolo megalitico. Dalla parte opposta si trova il masso detto Prìa de San Martin, le cui incisioni richiamavo inequivocabilmente la figura umana, tanto che ancora recentemente i neonati venivano appoggiati come una specie di benedizione su di essi. Altresì, mi venne detto che appoggiare la testa nella maggiore delle coppelle, i grossi incavi che incidono la superficie rocciosa, avrebbe aiutato ad alleviare il mal di testa. Ritengo che quella roccia racconti anche molto di più.
Secondo recenti studi di Nico Cassanello ed Elisa Arrigoni essa doveva rappresentare un luogo di culto privilegiato della pietra e delle acque. Vi sono coppelle collegate tra loro da canalette, come è stato ben dimostrato, che ci parlano in una lingua antica a noi non più così facilmente comprensibile.
Eppure è la lingua della Vita e della nostra profonda connessione con la Natura.
Bibliografia:
– A.DEL LUCCHESE, C.PRESTIPINO, N.CASSANELLO, E.ARRIGONI, F.CICILIOT, “Le pietre raccontano. Incisioni rupestri nelle terre alte di Quiliano e Vado Ligure”, Atti del Convegno, Valleggia – Quiliano (SV), 26 novembre 2010
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