Pensioni, quando ci saranno altri aumenti nel 2025? Ecco il calendario

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Oggi vengono messe in pagamento le pensioni di gennaio che – al netto dell’eventuale conguaglio – comprendono un aumento dell’importo di qualche euro per effetto della rivalutazione 2025.

Iniziamo subito col sottolineare che l’Inps ha riconosciuto gli aumenti a tutti i pensionati che ne hanno diritto: non bisogna quindi cadere nell’inganno di chi anche nei mesi prossimi annuncerà degli “incrementi” giustificandoli con l’arrivo degli arretrati della rivalutazione per coloro che non li hanno avuti a gennaio.

A tal proposito, proprio perché ci aspettiamo nei mesi prossimi articoli in cui verranno annunciati fantomatici aumenti delle pensioni, vogliamo intervenire fin da subito per fare chiarezza a riguardo.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

La domanda a cui vogliamo rispondere è quella che immaginiamo si staranno ponendo molti pensionati, curiosi di sapere se nel corso di quest’anno sono in programma altri aumenti delle pensioni e quando. Vi anticipiamo che per il momento gli unici incrementi in calendario sono quelli generalmente previsti, quale ad esempio il pagamento della quattordicesima e successivamente della tredicesima: ma c’è un’incognita che potrebbe portare a un aumento improvviso nel corso dell’anno, vediamo di cosa si tratta.

Le pensioni possono aumentare ancora con il taglio dell’Irpef

Una delle ragioni per cui le pensioni potrebbero aumentare nel corso del 2025, per quanto non ancora confermata ufficialmente, riguarda il taglio dell’Irpef.

Il governo, infatti, non ha ancora abbandonato del tutto l’idea di ridurre le imposte sui redditi, intervenendo sull’attuale secondo scaglione Irpef. Oggi l’aliquota prevista per la parte di reddito compresa tra 28.000 e 50.000 euro è pari al 35%: l’intenzione era di ridurla già con la legge di Bilancio 2025, utilizzando le risorse derivanti dal concordato preventivo, portandola al 33%. Tuttavia i fondi non sono per il momento sufficienti per procedere con una tale operazione, per questo motivo il taglio dell’Irpef è stato congelato.

Tuttavia, se ne potrebbe riparlare in primavera, quando per coloro che hanno aderito al concordato preventivo ci sarà anche la possibilità di aderire alla sanatoria che permetterà di non ricevere accertamenti fiscali per il periodo compreso tra il 2018 e il 2022. Laddove dovessero aderire tutti coloro che hanno già detto sì al concordato preventivo, nelle casse dello Stato – come stimato da Sogei – potrebbero entrare altri 3 miliardi di euro e allora sì che il taglio dell’Irpef diventerebbe realtà con un nuovo aumento delle pensioni.

Con la revisione dell’imposta, infatti, per coloro che hanno una pensione superiore a 28.000 euro ci sarebbe un ulteriore incremento, pari al 2% della parte di reddito che supera questa soglia ma non i 50.000 euro.

A tal proposito, ecco una tabella che riassume quelli che sarebbero gli aumenti derivanti da un eventuale taglio dell’Irpef del 2% che potrebbero arrivare in primavera, sempre che i programmi del governo dovessero andare come previsto.

Pensione annua lorda Pensione mensile lorda Risparmio annuo lordo Risparmio mensile lordo
€ 29.000 € 2.230 € 20 € 1,67
€ 32.000 € 2.461 € 80 € 6,67
€ 34.000 € 2.615 € 120 € 10,00
€ 36.000 € 2.769 € 160 € 13,33
€ 38.000 € 2.923 € 200 € 16,67
€ 40.000 € 3.076 € 240 € 20,00
€ 42.000 € 3.230 € 280 € 23,33
€ 44.000 € 3.384 € 320 € 26,67
€ 46.000 € 3.538 € 360 € 30,00
€ 48.000 € 3.692 € 400 € 33,33
€ 50.000 € 3.846 € 440 € 36,67

E in tal caso bisognerebbe capire da quando andrebbe a decorrere il taglio, se solo da quando verrà approvato oppure da gennaio 2025. In quest’ultimo caso, contestualmente all’adeguamento dell’imposta, verrebbero pagati anche gli arretrati. Ma comunque, come anticipato, per il momento sono solo ipotesi, quindi non bisogna fare affidamento su una tale possibilità.

Aumenti certi solo a luglio e dicembre 2025

Al netto di quanto potrebbe succedere lato Irpef, gli unici aumenti confermati per le pensioni in programma nel corso di quest’anno, sono quelli previsti a luglio e dicembre con il rispettivo pagamento di quattordicesima e tredicesima (e con quest’ultima potrebbe arrivare anche il bonus Natale di 154,94 euro).

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Nel caso della quattordicesima gli importi sono gli stessi del 2024 (che trovate qui): si va quindi da un minimo di 336 euro a un massimo di 655 euro. Il limite di reddito per averne diritto è pari a 2 volte il trattamento minimo, nel 2025 salito a 7.844,07 euro. La soglia da non superare, quindi, sarà pari a 15.688,14 euro.



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