Gli interessi del Parlamento siciliano

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Finanziamenti e contributi

 


È passato capodanno da qualche giorno, i festeggiamenti sono stati belli ed importanti ma adesso si devono iniziare a fare i conti per le regioni e i comuni. In Sicilia, al parlamento più antico del mondo, sono stati votati tre documenti contabili con un valore globale che si attesta attorno a 950 milioni di euro:

  • legge di Bilancio,
  • legge di Stabilità
  • collegato prodotto dalle norme proposte nel maxi-emendamento del governo e del parlamento.

Il tutto è avvenuto durante la notte tra il 27 e il 28 dicembre, dopo una lunga maratona durata circa 18 ore. A far discutere, ormai come sempre, è il maxi-emendamento.
Dopo la vicenda Auteri, quando minacciò il suo collega onorevole La Vardera, si è subito parlato di cambiare il modo di finanziare queste somme messe a disposizione dei singoli deputati. Era d’accordo pure il Presidente dell’ARS Gaetano Galvagno ma, arrivati alla finanziaria, “Perché tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi” come recitava Tancredi ne “Il Gattopardo”, non è stato del tutto così.
Nei fatti non è cambiato quasi nulla. In questo maxi-emendamento c’è stata la solita “spartizione” di fondi. E questo lo ha confermato pure l’avvocato Guarnera, già deputato all’Ars, grazie ad una sua personale esperienza:

La politica è gravemente malata da anni

Andando a guardare questo maxi-emendamento si può notare che l’unica cosa che è cambiato è il nome di questi fondi: adesso si chiama marketing. Ai deputati sono stati dati circa 100 milioni di euro, ai deputati della maggioranza un po’ in più di quelli d’opposizione, da spartirsi come meglio credono: contributi a pioggia parcellizzati e camuffati dietro fondi ai Comuni per svariate tipologie di intervento dove nella forma le associazioni vicine ai deputati restano escluse ma il canale di finanziamento del 2025 non sarà l’Ars direttamente, saranno i sindaci che sul territorio fanno riferimento ai vari deputati.
Aggirato così l’ostacolo dell’accordo che doveva evitare un bis del caso Auteri. Ma dentro c’è di tutto: sagre, feste di paese, concerti e milioni e milioni dati alle chiese. Con tutto il rispetto per chiese e parrocchie, chi le rappresenta e tutti i credenti che le frequentano, non sarebbe il caso di destinare questi fondi a ciò che serve per i siciliani?
Stiamo parlando di milioni di euro: il finanziamento più grosso ad una Diocesi è andato a Catania con un milione di euro al fine di consentire l’attivazione di misure straordinarie ed urgenti per far fronte all’apertura di luoghi di culto colpiti dal terremoto del 2018 ed al loro pieno utilizzo da parte delle comunità interessate, nonché per provvedere ad esigenze di recupero o di acquisto di beni o di attrezzature destinati alla fruizione pubblica; poi troviamo la Chiesa Sant’Antonio da Padova a Maletto (CT) con 600 mila euro di finanziamenti per interventi di ristrutturazione e adeguamento sismico.
I sindaci, Trantino per Catania di Fratelli d’Italia e Capizzi per Maletto molto vicino a Fratelli d’Italia, avranno avuto più di un santo, rimanendo in tema, in Sala d’Ercole visti gli altri finanziamenti.
Tra questi finanziamenti vediamo come nel territorio del messinese sono aumentati casualmente dopo l’avvicinamento di Cateno De Luca, leader di Sud Chiama Nord formalmente all’opposizione, al Presidente della Regione Renato Schifani, il leader della “banda bassotti” come chiamava la maggioranza proprio De Luca fino a non molto tempo fa.
Ma anche PD e Movimento 5 Stelle non scherzano: sono molti i finanziamenti, pari a diversi milioni di euro, che stanno rivendicando tramite i loro canali social e che un domani pure a loro potrebbero far comodo a livello elettorale.
Unico astenuto a questa spartizione è l’onorevole Ismaele La Vardera, adesso al gruppo misto da quando il leader del suo vecchio partito si è avvicinato a Schifani:

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Contributi per le imprese

 

“Ritengo che questa finanziaria, dopo le polemiche, rappresentasse un banco di prova per poter addrizzare il tiro sugli stanziamenti. Ho deciso di non partecipare alla spartizione e trovo inaccettabile che si continui a dare fondi solo ai Comuni che hanno i ‘santi in paradiso’. Ad esempio, Modica ha ricevuto 2 milioni di euro, mentre Agrigento – capitale della cultura – poco più di 400 mila.
Questo è il problema: non tutti i Comuni beneficiano dei finanziamenti. È diventata quasi una caccia all’amico: sei mio amico? Bene, ecco a te i soldi. Non solo. Era già previsto un contributo di 150 mila euro per una Srl di Acireale che, fortunatamente, grazie al mio intervento, il governo ha cancellato. Proprio per questo ho deciso di non utilizzare in alcun modo il ‘tesoretto’ di 800 mila euro concesso a ogni deputato. Non mi resta che esprimere solidarietà a tutti quei sindaci che non hanno santi in paradiso e che non riceveranno nulla”

sono queste le parole di La Vardera a fine votazione.
Altro finanziamento che si poteva evitare è quello del capodanno a Catania in diretta su Mediaset: perché dare più di un milione e mezzo ad una televisione privata? Assolutamente contenti della scelta di farla al sud e soprattutto in Sicilia ma, essendo privata, non poteva finanziarsela da sé?
Se poi, però, si guardano le immagini in diretta della mezzanotte si capisce: i leader della politica siciliana, tutti in pompa magna, a farsi campagna elettorale in diretta Mediaset davanti a milioni di spettatori.
Si possono notare da sinistra verso destra: Enrico Trantino, sindaco di Catania di Fratelli d’Italia; Elvira Amata, assessore regionale al turismo, sport e spettacolo di Fratelli d’Italia; Renato Schifani, Presidente della Regione Sicilia di Forza Italia; Gaetano Galvagno, Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana di Fratelli d’Italia.

L’ultimo aggiornamento su questa finanziaria arriva questa mattina in casa PD. Dopo che i deputati regionali si sono spartiti la somma a loro disposizione, con tanto di rivendicazione sui social, questa mattina la segreteria regionale ha reso noto un esposto presentato alla Corte dei Conti e alla Procura accusando il sistema di approvazione.

foto di copertina di Antonino Schilirò




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