“Meno affitti brevi, più case per tutti”. Cresce l’insofferenza (giustificata) verso i Bed and Breakfast (Christian Meier)

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


Si rafforza l’onda contro l’overtourism nelle città d’arte. Come riporta tgcom, “un movimento di protesta coordinato ha agito a Firenze, Milano, Venezia, Rimini e Genova, mettendo, a mo’ di sigillo, del nastro adesivo sulle key-box, le cassettine all’esterno degli appartamenti dove vengono custodite le chiavi. Sul nastro scritte critiche o ironiche, diverse da città a città, tipo “Rimozione forzata” a Firenze, “Tu casa era mi casa” a Venezia, “Meno affitti brevi, più case per tutti” a Milano.

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E ancora: a Genova sui nastri da pacchi c’era scritto “Il tuo b&b la nostra espulsione”, a Rimini si leggeva “Il tuo bB&b il nostro sfratto”. Il tema non è nuovo, l’opportunità di vietare le key-box è discussa in sede politica, al ministero dell’Interno, a quello del Turismo e negli enti locali. Lo stesso Comune di Firenze progetta di vietarle.

Ci sono motivi estetici e di security: chi, coperto dall’anonimato di codici digitali, può albergare in un palazzo senza che le autorità ne sappiano la presenza in città e l’identità?
La notte scorsa il comitato Salviamo Firenze ha scoperto alcune key-box celate perfino nelle ‘buchette del vino’ di palazzi antichi, ossia le nicchie che un tempo erano usate per venderlo ai passanti direttamente dalle cantine. A Firenze gli attivisti hanno agito in circa 20 strade a forte concentrazione di b&b, molte in centro. A Venezia, dalla zona del ponte di Rialto fino a Castello. A Milano mobilitazione nella zona di via Padova. Fermenti di protesta stanno montando anche a Roma, Napoli e Verona.
“Con questa nuova mobilitazione in più città – spiega da Firenze uno dei leader della protesta, Massimo Torelli – abbiamo riproposto la situazione drammatica delle città stritolate da turismo selvaggio e interventi speculativi di grandi dimensioni. Abbiamo chiuso bene l’anno e nel 2025 continueremo”. “Togliere le key-box non risolve il problema” aggiunge “ma inverte la tendenza. Sgonfiare la bolla immobiliare serve a far sì che i prezzi tornino possibili”. “Mancano tre giorni all’obbligo (1 gennaio 2025) da parte di chi affitta a breve – ricorda – di esporre accanto al campanello il codice identificativo (Cin). Non ci sono nel 95% dei casi. Ed oltre al Cin devono essere in regola con i requisiti di sicurezza (estintori, rilevatori di gas e monossido) e con le norme edilizie rispetto ad eventuali “abusi”.
“A Venezia la città storica si sta spopolando e i vuoti lasciati da chi se ne va vengono occupati dalla turistificazione, i residenti vengono sollecitati ad andarsene a causa dell’aumento degli affitti – dice Maria, che abita nel centro -, i canoni di locazione sono alterati da questo mercato. Le key-box materializzano all’esterno degli edifici il fenomeno, e sono pure illecite perché non consentono il riconoscimento degli affittuari”.

Il tema è come e se vietare il check-in online per gli affitti su piattaforme come Airbnb per motivi di sicurezza, imponendo al proprietario di vedere fisicamente gli inquilini.
Di fronte ad “un elevato livello di allerta” a livello internazionale, “i gestori delle strutture ricettive di ogni tipologia hanno l’obbligo di verificare ‘visivamente’ l’identità degli inquilini e la corrispondenza tra le persone ospitate e i documenti forniti”, indica una direttiva di Vittorio Pisani, capo della polizia italiana, indirizzata ai prefetti dei comuni.
Questa decisione è dovuta “all’intensificarsi del fenomeno degli affitti brevi su tutto il territorio nazionale, legato ai numerosi eventi politici, culturali e religiosi previsti in Italia”, tra cui il Giubileo della Chiesa Cattolica che è iniziato il 24 dicembre e per il quale nel 2025 si prevedono più di 30 milioni di arrivi.
Di solito, i gestori di strutture ricettive, alberghi e affittacamere o appartamenti, hanno 24 ore di tempo per denunciare alla Questura le persone che hanno accolto e solo sei ore se restano sul posto meno di 24 ore.
“È una buona notizia per tutti”, ha commentato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, stimando che questa decisione “garantisce una migliore prevenzione degli abusi, un controllo più efficace (…) e un primo freno alla concorrenza sleale” da parte dei gestori di appartamenti nei confronti degli albergatori.

Firenze, il cui centro storico è patrimonio dell’UNESCO, già dal 2025 aveva vietato i “keyboxes”, le piccole scatole che contengono le chiavi dell’appartamento prenotato, nonché gli altoparlanti per le guide turistiche, con l’obiettivo di combattere l’overtourism.



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