È stato indicato da Fratelli d’Italia, ma ormai è il candidato dell’intero centrodestra unito. Consigliere regionale e dirigente scolastico in aspettativa, Alessandro Basso è pronto alla sfida del dopo Ciriani-Parigi.
Nicola Conficoni è per ora il candidato del Pd che sfiderà l’amministrazione uscente. Consigliere regionale in carica ed ex assessore all’ambiente a Pordenone.
Basso: «La consapevolezza di poter essere la persona giusta al posto giusto, con la cassetta degli attrezzi pronta e dopo aver superato l’esame di seconda, almeno. Non ultimo, l’anagrafe, perché il compito di sindaco è gravoso e servono energie».
Conficoni: «Il desiderio di non deludere le molte persone che mi chiedono di mettere la mia esperienza al servizio della città in cui sono nato e ho sempre vissuto».
B: «Umana, completa, vivibile».
C; «Una città con un’elevata qualità della vita anche grazie al volontariato, ma con preoccupanti sacche di sofferenza: il commercio arranca, alcune aziende sono in crisi, i giovani cervelli fuggono come i medici dall’ospedale, gli utenti dei servizi sociali sono in crescita»
La ritiene una città sicura?
B: «Sì. Oggi più che mai. Parliamo spesso del sistema Pordenone per l’ambito produttivo, ma esiste un sistema Pordenone della sicurezza reale e percepita che rende Pordenone una delle città dove si sta meglio in Italia. E scusate se è poco».
C: «Sì, ora come quando governava il centrosinistra e l’ex sindaco Ciriani evocava Scampia per sostenere la necessità di una svolta che nei fatti non c’è stata. A maggior ragione bisogna mantenere alta la guardia»
Pordenone capitale della cultura è…
B: «Un motivo d’orgoglio trasversale alla politica, il punto di arrivo di tanti anni di investimenti in capitale umano, un punto di partenza per non sedersi e agganciare nuove prospettive ancora più accattivanti, senza dimenticare un forte radicamento “pop”».
C: «Un traguardo straordinario che coronerebbe un lungo percorso in cui sono state impegnate molte associazioni e amministrazioni, a partire da quella Bolzonello».
La sua Pordenone da sindaco tra 5 anni come se la immagina?
B: «Strategica, universitaria, capoluogo».
C: «Europea, a misura di bicicletta; sana: con il divieto di fumo nelle aree verdi; sostenibile e inclusiva: dove chi la pensa diversamente non viene invitato ad andarsene»
La priorità per il 2025?
B: «Dare continuità all’azione amministrativa e una nuova classe politica al territorio».
C: «Potenziare alcuni servizi tutelando il potere d’acquisto delle famiglie eroso dall’inflazione; rilanciare la sanità pubblica e il perso della città che, come ha detto l’ex sindaco Alvaro Cardin, è insufficiente in regione»
Cosa risponde a chi l’accusa di fare la campagna elettorale con la sicurezza del seggio di consigliere regionale?
B: «Vero, mi trovo in una condizione privilegiata, per la quale ho lavorato sodo e non è scesa dal cielo, ma anche con la certezza di poter mettere al servizio della città il bagaglio di interconnessioni che ho maturato in questi anni e le competenze che ho acquisito da presidente della commissione finanze».
C: «Che l’incarico a Trieste è indubbiamente prestigioso, ma ritornare a tempo pieno a Pordenone, dove a differenza di Alessandro Basso non mi sono mai dimesso dal consiglio, sarebbe il vero privilegio».
(Per Basso) Cosa non le piace dell’eredità del suo predecessore?
B: «Se può essere un difetto, la scelta di rispondere a tutti sui social. Credo non paghi; la critica, fisiologica, non trova soluzione attraverso i social».
(per Conficoni): Cosa le piace dell’eredità del suo predecessore?
C: «L’insediamento del consorzio universitario al Bronx. Era anche nel programma di Gianni Zanolin, ma bisogna riconoscere alla giunta di avere saputo dare gambe all’idea».
Il suo posto del cuore a Pordenone?
B: «Difficile scegliere… Direi il chiostro dell’ex convento di San Francesco»
C: «Lo scorcio della loggia municipale con il campanile di San Marco sullo sfondo non ha nulla da invidiare a ben più noti monumenti di altre città turistiche».
Se non fosse lei il sindaco, chi vorrebbe?
B: «Alessandro Ciriani, in subordine Sergio Bolzonello o Alvaro Cardin. Perché penso che mi sentirei arrivato solo se fossi considerato almeno un po’ di quello che sono stati loro per la città».
C: «Paolo Candotti: se avesse accolto la proposta dei segretari del Pd Tomasello e Genovesi la mia candidatura non sarebbe sul tavolo».
La sua qualità migliore e quella dei suoi avversari?
B: «Ho sempre puntato, e continuo a farlo, sulla preparazione. Agli avversari riconosco una (per me incomprensibile) tenacia a cercare il nemico per stanarlo, anche quando non esiste».
C: «Non sono uno che si arrende, come penso di aver dimostrato in questi anni. All’ex sindaco Ciriani riconosco preparazione»,
B: «Per quanto mi riguarda, ho sicuramente peccato, in alcuni casi, di eccesso di buonafede. Ma gli anni fanno i cristiani diceva mia mamma! Negli avversari trovo astio incondizionato».
C: «Faccio fatica a delegare e valorizzare come meritano le valide persone che mi affiancano. Quanto agli altri, non amo giudicare».
B: «Sono uomo di partito, quindi vorrei la persona che rispetti l’accordo di maggioranza che prenderemo quando sarà il momento. Mi piacerebbe però una donna».
C: «Prima bisogna capire se si formerà una coalizione».
Il suo sogno per Pordenone?
B: «Ne ho davvero tanti, ma il primo senz’altro è vedere riqualificata integralmente l’area del Valle center con al centro l’università e assistere a una cerimonia di laurea con il lancio dei cappelli in una piazzetta del Portello completamente rinnovata e piena di verde».
C: «Attrarre a Pordenone i cicloturisti che pedalano tra Vienna e Venezia attraverso la realizzazione della Noncello-mare e ricavare l’affaccio sul fiume all’altezza del Marcolin, previsto dal piano regolatore di Pedrotti»
La ritiene una città sicura?
Pordenone capitale della cultura è…
La sua Pordenone da sindaco tra 5 anni come se la immagina?B. La priorità per il 2025?
Cosa risponde a chi l’accusa di fare la campagna elettorale con la sicurezza del seggio di consigliere regionale?
(per Basso): Cosa non le piace dell’eredità del suo predecessore? (per Conficoni): Cosa le piace dell’eredità del suo predecessore?
Il suo posto del cuore a Pordenone?
Se non fosse lei il sindaco, chi vorrebbe?
La sua qualità migliore e quella dei suoi avversari?
Il suo sogno per Pordenone?
È stato indicato da Fratelli d’Italia, ma ormai è il candidato dell’intero centrodestra unito. Consigliere regionale e dirigente scolastico in aspettativa, Alessandro Basso è pronto alla sfida del dopo Ciriani-Parigi.
1) «La consapevolezza di poter essere la persona giusta al posto giusto, con la cassetta degli attrezzi pronta e dopo aver superato l’esame di seconda, almeno. Non ultimo, l’anagrafe, perché il compito di sindaco è gravoso e servono energie».
2) «Umana, completa, vivibile».
3) «Sì. Oggi più che mai. Parliamo spesso del sistema Pordenone per l’ambito produttivo, ma esiste un sistema Pordenone della sicurezza reale e percepita che rende Pordenone una delle città dove si sta meglio in Italia. E scusate se è poco».
4) «Un motivo d’orgoglio trasversale alla politica, il punto di arrivo di tanti anni di investimenti in capitale umano, un punto di partenza per non sedersi e agganciare nuove prospettive ancora più accattivanti, senza dimenticare un forte radicamento “pop”».
5) «Strategica, universitaria, capoluogo».
6) «Dare continuità all’azione amministrativa e una nuova classe politica al territorio».
7) «Vero, mi trovo in una condizione privilegiata, per la quale ho lavorato sodo e non è scesa dal cielo, ma anche con la certezza di poter mettere al servizio della città il bagaglio di interconnessioni che ho maturato in questi anni e le competenze che ho acquisito da presidente della commissione finanze».
8) «Se può essere un difetto, la scelta di rispondere a tutti sui social. Credo non paghi; la critica, fisiologica, non trova soluzione attraverso i social».
9) «Difficile scegliere… Direi il chiostro dell’ex convento di San Francesco».
10) «Alessandro Ciriani, in subordine Sergio Bolzonello o Alvaro Cardin. Perché penso che mi sentirei arrivato solo se fossi considerato almeno un po’ di quello che sono stati loro per la città».
11) «Ho sempre puntato, e continuo a farlo, sulla preparazione. Agli avversari riconosco una (per me incomprensibile) tenacia a cercare il nemico per stanarlo, anche quando non esiste».
12) «Per quanto mi riguarda, ho sicuramente peccato, in alcuni casi, di eccesso di buonafede. Ma gli anni fanno i cristiani diceva mia mamma! Negli avversari trovo astio incondizionato».
13) «Sono uomo di partito, quindi vorrei la persona che rispetti l’accordo di maggioranza che prenderemo quando sarà il momento. Mi piacerebbe però una donna».
14) «Ne ho davvero tanti, ma il primo senz’altro è vedere riqualificata integralmente l’area del Valle center con al centro l’università e assistere a una cerimonia di laurea con il lancio dei cappelli in una piazzetta del Portello completamente rinnovata e piena di verde».
Nicola Conficoni è per ora il candidato del Pd che sfiderà l’amministrazione uscente. Consigliere regionale in carica ed ex assessore all’ambiente a Pordenone.
1) «Il desiderio di non deludere le molte persone che mi chiedono di mettere la mia esperienza al servizio della città in cui sono nato e ho sempre vissuto».
2) «Una città con un’elevata qualità della vita anche grazie al volontariato, ma con preoccupanti sacche di sofferenza: il commercio arranca, alcune aziende sono in crisi, i giovani cervelli fuggono come i medici dall’ospedale, gli utenti dei servizi sociali sono in crescita».
3) «Sì, ora come quando governava il centrosinistra e l’ex sindaco Ciriani evocava Scampia per sostenere la necessità di una svolta che nei fatti non c’è stata. A maggior ragione bisogna mantenere alta la guardia».
4) «Un traguardo straordinario che coronerebbe un lungo percorso in cui sono state impegnate molte associazioni e amministrazioni, a partire da quella Bolzonello».
5) «Europea, a misura di bicicletta; sana: con il divieto di fumo nelle aree verdi; sostenibile e inclusiva: dove chi la pensa diversamente non viene invitato ad andarsene»
6) «Potenziare alcuni servizi tutelando il potere d’acquisto delle famiglie eroso dall’inflazione; rilanciare la sanità pubblica e il perso della città che, come ha detto l’ex sindaco Alvaro Cardin, è insufficiente in regione».
7) «Che l’incarico a Trieste è indubbiamente prestigioso, ma ritornare a tempo pieno a Pordenone, dove a differenza di Alessandro Basso non mi sono mai dimesso dal consiglio, sarebbe il vero privilegio».
8) «L’insediamento del consorzio universitario al Bronx. Era anche nel programma di Gianni Zanolin, ma bisogna riconoscere alla giunta di avere saputo dare gambe all’idea».
9) «Lo scorcio della loggia municipale con il campanile di San Marco sullo sfondo non ha nulla da invidiare a ben più noti monumenti di altre città turistiche».
10) «Paolo Candotti: se avesse accolto la proposta dei segretari del Pd Tomasello e Genovesi la mia candidatura non sarebbe sul tavolo».
11) «Non sono uno che si arrende, come penso di aver dimostrato in questi anni. All’ex sindaco Ciriani riconosco preparazione».
12) «Faccio fatica a delegare e valorizzare come meritano le valide persone che mi affiancano. Quanto agli altri, non amo giudicare».
13) «Prima bisogna capire se si formerà una coalizione».
14) «Attrarre a Pordenone i cicloturisti che pedalano tra Vienna e Venezia attraverso la realizzazione della Noncello-mare e ricavare l’affaccio sul fiume all’altezza del Marcolin, previsto dal piano regolatore di Pedrotti». —
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