A premere, nell’agenda del presidente Fugatti ci sono in primo luogo gli impegni romani, con la riforma dello Statuto di Autonomia
Il 2024 è stato il primo anno di attività piena dopo la rielezione alla guida della Provincia. Che Maurizio Fugatti ha utilizzato per confermare, in sostanza, la direzione impressa durante gli anni del suo primo mandato. Ora il governatore si prepara a iniziare il nuovo anno forte di un bilancio «record» appena approvato — il totale supera i 6 miliardi — ma con una serie di partite aperte che dovranno essere necessariamente affrontate. Alcune in tempi brevi, altre con un margine di manovra maggiore. A premere, nell’agenda del presidente, ci sono in primo luogo gli impegni romani, con la riforma dello Statuto di Autonomia. Ma il vero nodo dei primi mesi dell’anno sarà l’iter di progettazione e poi di realizzazione del nuovo Polo ospedaliero e universitario del Trentino: il ricorso contro il bando di progettazione presentato dagli ordini professionali ha spiazzato Piazza Dante. Ora si attende il pronunciamento del Tar. E se sul nuovo stadio di calcio a Trento sud Fugatti ha chiamato in causa Patrimonio del Trentino per avviare una verifica sulle soluzioni realizzative, nel 2025 — sempre per quanto riguarda il capoluogo — dovranno essere sciolti i nodi relativi all’accoglienza dei richiedenti asilo: con la chiusura prima della Residenza Adige e poi della Fersina, una soluzione alternativa dovrà essere individuata al più presto. Potrebbe interessare il capoluogo anche la partita dell’inceneritore: entro il 2025 la Provincia vuole decidere, insieme ai Comuni, tecnologia e sede dell’impianto finale.
Verso il voto
Elezioni, sotto la lente i comuni più grandi
La campagna elettorale è già partita da tempo. Così come le scintille tra le diverse coalizioni. Soprattutto nei comuni più grandi. Ma con l’avvio del nuovo anno le tensioni legate alla tornata elettorale del prossimo 4 maggio aumenteranno progressivamente. Per poi lasciare spazio, dopo il voto, alle schermaglie per la formazione dei diversi esecutivi, per l’assegnazione delle competenze. Il 2025, in ogni caso, sarà un anno di cambiamenti per le amministrazioni comunali. Nonostante i mal di pancia registrati tra i primi cittadini, sia per la durata «ridotta» della consiliatura sia per il nodo del numero dei mandati. Non è un caso che qualche sindaco abbia annunciato l’intenzione di presentare ricorso. Gli occhi, però, sono puntati in particolare sul capoluogo, dove il quadro è ancora in movimento: se il centrosinistra autonomista ha già annunciato di volersi affidare nuovamente all’uscente Franco Ianeselli, nel centrodestra autonomista il nome del candidato sindaco rimane un’incognita. Con il patron del Trento calcio Mauro Giacca più orientato a declinare l’invito. Ma in campo ci sono anche Giulia Bortolotti, Claudio Geat e Simonetta Gabrielli.
Rifiuti
La promessa: «Inceneritore, anno decisivo»
I nodi da chiarire sono rimasti gli stessi di quelli indicati a fine 2023 in vista dell’avvio del nuovo anno: se sull’intenzione di realizzare in Trentino un impianto finale di chiusura del ciclo dei rifiuti si era già arrivati a un decisione, sulla tecnologia da applicare e sulla localizzazione della struttura, nel 2024, non si sono fatti grossi passi in avanti. «Entro il 2025 si deciderà» ha assicurato pochi giorni fa l’assessora provinciale all’ambiente Giulia Zanotelli, mentre il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e il presidente del Consiglio delle Autonomie Paride Gianmoena firmavano l’accordo per la convenzione relativa all’Egato, l’ente unitario di gestione dei rifiuti. «I prossimi mesi saranno impegnativi» ha aggiunto lo stesso Gianmoena, ribadendo la posizione espressa in più occasione dai sindaci trentini: un impianto finale, in provincia, serve. E, per i primi cittadini, il modello è quello creato a Bolzano. Ma le incognite rimangono parecchie. Tecnologia e localizzazione sono infatti due temi fortemente intrecciati. Tanto più che Zanotelli ha annunciato di voler allargare la valutazione sui siti dove realizzare l’impianto tenendo presente il fattore energia.
Collegamenti
Valdastico tra divisioni e ostruzionismo
Nelle ultime settimane, complice il dibattito in Aula sulla manovra finanziaria, la questione è passata in secondo piano. Nessuno ne ha parlato, come se il tema fosse scomparso dall’agenda. Ma il disegno di legge dell’assessore Mattia Gottardi relativo alla variante al Piano urbanistico provinciale per il corridoio est — di fatto, per la previsione dell’uscita a Rovereto sud della Valdastico — rimane ancora all’ordine del giorno del consiglio provinciale. E al termine della pausa natalizia l’Aula dovrà decidere come procedere di fronte al «muro» di emendamenti ostruzionistici presentati dalle opposizioni per bloccare il provvedimento. E il progetto di collegamento viario con il Veneto. Nei giorni scorsi, il presidente del consiglio provinciale Claudio Soini ha annunciato, per il nuovo anno, l’intenzione di avviare un confronto per modificare il regolamento e intervenire sul nodo dell’ostruzionismo. Ma per il disegno di legge di Gottardi ormai si dovrà proseguire con il regolamento attuale. E con posizioni che sono diametralmente opposte: da una parte la maggioranza che preme per la Valdastico (pur con qualche distinguo), dall’altra le minoranze da sempre contrarie.
Sanità
Polo ospedaliero, l’incognita del ricorso
Secondo il cronoprogramma fissato dalla Provincia — che per quest’opera ha nominato un commissario straordinario, il dirigente generale di Apac Antonio Tita — il vincitore del bando per la redazione del Progetto di fattibilità tecnico-economica del nuovo Polo ospedaliero e universitario del Trentino dovrebbe già essere noto. La commissione tecnica, infatti, avrebbe dovuto iniziare a valutare le offerte delle sei cordate in lizza a metà novembre, per scegliere la proposta migliore entro la fine dell’anno. E dare il via all’incarico di progettazione, dunque, all’inizio del 2025. Ma ormai il 2024 è agli sgoccioli e da Piazza Dante non sono arrivate comunicazioni rispetto all’esito della gara. A rallentare il procedimento, probabilmente, è stato il ricorso presentato da architetti, ingegneri e geologi proprio contro il bando di progettazione del Polo ospedaliero previsto in via al Desert e legato alla mancata applicazione dell’equo compenso. La discussione di merito è prevista a marzo, quindi fino a quella data qualche incertezza, sul destino del bando, rimane. Ma nel 2025 la Provincia dovrà proseguire anche l’iter per l’ospedale di Cavalese.
Autonomia
Statuto, riforma in ritardo: ora i tavoli politici
La scadenza era stata fissata a ottobre dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni: entro novembre — aveva assicurato la premier ai presidenti delle due Province Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher — la riforma dello Statuto di Autonomia sarebbe dovuta finire sul tavolo del Consiglio dei ministri. Una data precisa e una sicurezza mostrata da Meloni che avevano fatto ben sperare Fugatti e Kompatscher. I quali però, nei passaggi successivi, non avevano nascosto difficoltà. Tanto che il Landeshauptmann aveva definito «dura e faticosa» la riunione romana fissata per metà novembre. Oggi i termini indicati dalla premier sono trascorsi. Ma Fugatti, nelle ultime interviste dell’anno, ha mostrato comunque fiducia: «I tavoli tecnici — ha detto — sono finiti e credo che il lavoro fatto sia stato un buon lavoro. I tempi non sono stati rispettati, è vero. Ma lo scarto è di un mese, che in queste cose non è nulla. Ora la palla passa al tavolo politico».
Welfare ed economia
Lavoro, il nodo degli stipendi da incrementare
Nei giorni scorsi, il governatore Maurizio Fugatti lo ha indicato come uno dei temi sui quali, nel 2025, si dovrà migliorare. Perché i salari, in Trentino, rimangono poco concorrenziali. «Non siamo rimasti fermi, ma dobbiamo continuare a lavorare» ha messo in chiaro il presidente della Provincia. Che insieme ai salari ha posto tra le priorità del 2025 anche la partita della denatalità: per cercare di invertire il trend che investe il Trentino — ma non solo — la Provincia ha messo in fila una serie di aiuti alle famiglie. Agendo anche sui congedi parentali, con l’equiparazione dei mesi del congedo nel settore pubblico e di quelli del settore privato. Centrale però, nel sostegno alla famiglia, è anche il tema della casa, che investe più fasce di popolazione: da chi non può permettersi un affitto sul libero mercato e deve rivolgersi dunque all’edilizia abitativa, fino a quella «fascia grigia» che fa comunque fatica a sostenere i prezzi attuali, sia per quanto riguarda l’affitto che l’acquisto.
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