Quanti obiettivi dell’Agenda 2030 abbiamo raggiunto in Italia nel 2024? Possiamo affermare che la domanda è ormai divenuta di rito: a fine anno, infatti, facciamo i bilanci e, tra questi, rientra anche il punto della situazione sui goal della sostenibilità.
A tracciare un quadro sull’Italia e gli obiettivi di sviluppo sostenibile, il nono rapporto dell’ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
Prendiamo in considerazione le analisi del report “Coltivare ora il nostro futuro”. Per ulteriori dettagli, consulta la pagina dedicata al rapporto ASvis 2024, corredata anche da pillole infografiche e card social sui goal.
Agenda 2030 obiettivi raggiunti 2024: l’Italia è in ritardo
Secondo il rapporto ASviS 2024, “l’Italia è su un sentiero di sviluppo insostenibile, gli Obiettivi dell’Agenda 2030 sono lontani”. In particolare, su 37 obiettivi quantitativi, solo 8 si possono conseguire entro il 2030, mentre 22 sono irraggiungibili e, per altri 7, si prospetta un esito incerto.
Ecco il punto sugli SDGs (Sustainable Development Goals) tra il 2010 e il 2023. In questi anni, si rilevano:
- Peggioramenti per cinque Goal: 1 (povertà), 10 (disuguaglianze), 15 (ecosistemi terrestri), 16 (governance) e 17 (partnership).
- Miglioramenti molto contenuti, meno di un punto all’anno, per sei Goal: 2 (cibo), 7 (energia pulita), 8 (lavoro e crescita economica), 11 (città sostenibili), 13 (clima) e 14 (ecosistemi marini).
- Miglioramenti più consistenti per cinque Goal: 3 (salute), 4 (educazione), 5 (genere), 6 (acqua e sistemi igienico-sanitari) e 9 (innovazione).
- Un aumento superiore al punto all’anno per l’economia circolare (12).
Agenda 2030 e ambiente: a che punto siamo
Il rapporto ASviS 2024 mette in luce le difficoltà degli ecosistemi, l’innalzamento delle temperatura e, dunque, il cambiamento climatico e i suoi impatti sull’ambiente. Tra le cose da fare, indica l’approvazione della legge sul Clima.
Alcune note positive arrivano da acqua pulita e sistemi igienico-sanitari, coltivazioni biologiche ed energia pulita e città sostenibili.
Per altri ambiti, i dati tracciano un quadro che dà da pensare:
- +2,9 punti percentuali per l’abusivismo;
- -1,5 punti percentuali di coste balneabili;
- -3,5 punti percentuali delle persone con alimentazione adeguata;
- aree marine protette ferme, con il 10% per la superficie dedicata, “praticamente immutata dal 2011”;
- sovrasfruttamento degli stock ittici (73,4%).
L’obiettivo 5 dell’Agenda 2030: risultati lontani?
Il goal numero 5 riguarda la parità di genere: a che punto siamo in Italia? Il nostro paese è sceso di 8 posizioni nella classifica di 146 paesi per la parità di genere, collocandosi all’87esimo posto.
Per quanto riguarda l’occupazione, quella delle donne è al 54,5%, mentre quella degli uomini risulta al 71,1%. E proprio per quanto concerne il lavoro, il dimezzamento del gap occupazionale di genere rientra tra gli obiettivi che non si possono ottenere al ritmo attuale.
D’altra parte, aumentano le donne con un titolo di livello terziario nelle discipline scientifico-tecnologiche e quelle elette nei Consigli Regionali, rispettivamente di 3,6 punti percentuali, tra il 2012 e il 2021, e di 10,2 punti.
Agenda 2030: povertà e società in Italia
Quanti obiettivi abbiamo raggiunto per quanto riguarda la dimensione sociale in Italia? Il report dell’ASviS mette in luce un peggioramento per la povertà e le disuguaglianze, seppur si rilevano “lievi miglioramenti” per educazione, salute e questioni di genere. Al riguardo, il rapporto richiama la necessità di investire su scuola, salute e occupazione di giovani e donne e di intervenire per contrastare la povertà e assistere gli anziani non autosufficienti.
Ecco alcuni dati:
- 5,7 milioni di persone in condizioni di povertà assoluta nel 2023, sono aumentate di 2,9 punti percentuali tra il 2014 e il 2023;
- il 5% delle famiglie italiane più ricche detiene il 46% della ricchezza netta complessiva, nel 2022, contro il 40% del 2010;
- speranza di vita oltre gli 84 anni al 2030;
- +3,5 punti percentuali per la formazione continua tra il 2018 e il 2023;
- -3,8 punti percentuali per l’uscita precoce dal sistema di istruzione nello stesso periodo;
- +3,7 punti percentuali per la quota di diplomati, anche se il dato complessivo è inferiore a quello europeo (65,5% contro il 79,4%);
- +1,9 punti percentuali degli studenti che non conseguono un livello di competenze alfabetiche adeguate (tra il 2012 e il 2022);
- +5,0 degli studenti per il non raggiungimento delle competenze matematiche.
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