Attualità
| 29 December 2024
Si terranno il 2 gennaio a Santarcangelo di Romagna, loro città di origine, i funerali dei due alpinisti trovato morti sul Gran Sasso, Cristian Gualdi e Luca Perazzini.
Le salme rientreranno in Romagna martedì mattina, dopo le formalità burocratiche. ED È QUI CHE NASCE UNA PRIMA PRECISAZIONE DA PARTE DEL SINDACO DI PIETRACAMELA ANTONIO VILLANI che si esprime pubblicamente su Facebook: “Il Vallone dell’Inferno, dove sono morti i 2 alpinisti romagnoli, non è territorio di Pietracamela ma del comune di Isola del Gran Sasso. Per un refuso ,sulla scheda ISTAT, è stato riportato che il luogo dell incidente si trova nel comune di Pietracamela. Da qui il magistrato ha inviato nella serata di venerdì 27 Dicembre la richiesta di documentazione agli uffici cimiteriali del comune per il rilascio delle salme. Ora non essendo noi direttamente coinvolti, non ci eravamo preoccupati di adempiere a tutti gli atti necessari. La richiesta del magistrato, naturalmente, ci ha colti di sorpresa. Nonostante questo la nostra impiegata, di fronte alla richiesta del procuratore, ha comunque preso contatto con la ditta delle pompe funebri incaricata del trasferimento delle salme a Sant’Arcangelo di Romagna, concordando per la giornata di domani lunedì 30 il disbrigo delle pratiche. Ho parlato personalmente con la ditta di pompe funebri e con il Sindaco di Sant’Arcangelo per chiarire l equivoco. Questi i fatti.Ma urge qualche commento. Non tutto quello che succede sul Gran Sasso è colpa del Sindaco di Pietracamela. Inoltre non c’è nessun servizio di reperibilità per queste situazioni perché c’è una sola dipendente amministrativa che si occupa di questi problemi e non è possibile obbligarla alla reperibilità H24 anche per motivi di orario e di spese che il comune non si può permettere. Se poi l incidente fosse successo nel nostro territorio allora ci saremmo organizzati per tempo. Ma eravamo assolutamente sicuri della nostra estraneità alla vicenda. Ma al di là di ogni altra valutazione e senza voler alimentare altre polemiche, domani faremo tutti gli atti richiesti per garantire al più presto il rientro delle salme. Ripeto pur non essendo di nostra specifica competenza anche perché la situazione è già penosa di suo e non merita altri ulteriori strascichi. Mi aspetto ora le scuse ufficiali se c’è ancora un minimo di onestà intellettuale. Intanto esprimo il cordoglio mio e della mia amministrazione ai familiari dei due giovani alpinisti scomparsi”.
Tuttavia c’è una nota che in questa terribile vicenda diventa triste, tristissima. Ed è questo che non mi va giù.
”Ho intenzione di presentare un esposto alla Procura di Teramo. Io continuo a chiedermi perché non hanno impedito l’accesso a Luca e Cristian. Se le condizioni erano proibitive e c’erano dei rischi legati al maltempo, non dovevano farli salire”. Lo ha detto in un’intervista al Qn Marco Perazzini, fratello di Luca, uno dei due alpinisti morti sul Gran Sasso. “Né mio fratello Luca, né Cristian erano inesperti o sprovveduti, come qualcuno ha scritto invece in questi giorni. Amavano la montagna, ne conoscevano i rischi. Purtroppo è accaduta una disgrazia. I soccorritori hanno fatto quello che hanno potuto e li ringraziamo per tutto l’impegno. Ma penso che questa tragedia si poteva evitare”, afferma Perazzini. “Avrebbero dovuto impedire l’accesso a tutti gli alpinisti, come avviene in altre località – sostiene il fratello della vittima – Luca e Cristian, purtroppo, sono stati colti di sorpresa dalla bufera e non hanno potuto fare nulla per salvarsi. Se avessero vietato a loro e ad altri escursionisti di salire, forse a quest’ora non staremmo qui a piangerli”.
Comprensibile il dolore dei familiari. Io, al loro posto, sarei a dir poco in coma farmacologico per lo shock. Ma, vi prego, in tutta onestà. Accusare, presentare un esposto e paventare un’inchiesta giudiziaria per affermare che due esperti di montagna non si sono resi conto delle condizioni proibitive del tempo e mandare in tribunale per mesi, anzi anni, persone che non c’entrano nulla direttamente in questa tragedia, quando flotte di volontari hanno messo a repentaglio la propria vita sotto la tormenta rinunciando – senza se e senza ma – rinunciando ( senza se e senza ma) alle festività natalizie con i propri cari; per ben cinque giorni; senza mai smettere di cercare, lavorare, individuare con tutte le problematiche ormai ben note.
Bè, no. Personalmente, no. Con tutto il dolore, mai avrei presentato un esposto in Procura. Lo avrei fatto se nessuno si fosse attivato in tempo. Se qualcuno non avesse preso in considerazione le richieste d’aiuto. Ma NON E’ STATO COSI’.
Uno schiaffo. Procedere in questo modo significa schiaffeggiare l’operato di professionisti del soccorso e di tutti coloro che hanno fatto di tutto per raggiungere i due sfortunati alpinisti. “Erano esperti” sottolinea Perazzini. Bene, a maggior ragione dovevano essere in grado di comprendere i pericoli. Pur con la morte nel cuore non ci si può “vendicare” mettendo tragedia nella vita degli altri con un esposto.
Serena Suriani
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