Stati Uniti: arrivano le feste natalizie e anche gli scioperi dei lavoratori

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Sotto gli sfavillanti alberi di Natale di 2 multinazionali statunitensi, risplendenti degli altissimi introiti dei loro amministratori delegati, ci sono quest’anno 2 pacchetti. Pacchetti di scioperi. Uno dedicato ad Amazon, l’altro a Starbucks.

Lo sciopero di Amazon, che s’aggancia all’iniziativa sindacale internazionale “Make Amazon Pay”, è iniziato giovedì 19 dicembre in 7 strutture: 3 nel sud della California e una ciascuna a New York City, Atlanta, San Francisco e Skokie (Illinois). Il giorno successivo si sono aggiunte due sedi a New York: a Staten Island e anche nel Queens (dove un massiccio intervento di polizia ha interferito col picchetto, facilitando l’ingresso di furgoni di non partecipanti allo sciopero). E un’altra si è aggiunta in California. Una presenza sindacale è prevista anche di fronte a molti centri di distribuzione Amazon nel Paese.

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Il Sindacato che ha indetto lo sciopero, l’International Brotherhood of Teamsters, ha in totale un milione e 300.000 iscritti, soprattutto camionisti, di cui 10.000 in 10 strutture Amazon, e definisce lo sciopero il più grande mai dichiarato in Amazon USA.

Dal 2021, i Teamsters hanno indetto una campagna di sindacalizzazione di Amazon che ne segue altre con alterni risultati, ma senza alcun contratto collettivo firmato: l’iniziativa del sindacato del commercio Retail, Wholesale and Department Store, sconfitto 2 volte dal 2021 nello stabilimento di Bessemer in Alabama (ora un giudice ha sancito una terza elezione, sempre a causa dei comportamenti antisindacali dell’azienda, che impediscono una votazione libera e segreta, ciò che ha portato a centinaia di schede contestate). E quella dello stabilimento di Staten Island, a New York, dove nel 2022 il neo-costituito, Amazon Labor Union (ALU), ha vinto le elezioni sindacali (per la prima volta in Amazon USA) ma l’azienda si è rifiutata di aprire vere trattative, malgrado i richiami dell’Ente federale per il Lavoro, il National Labor Relations Board (NLRB).

Il sindacato ALU ora è federato ai Teamsters e partecipa allo sciopero indetto a seguito della mancata risposta aziendale alla scadenza di domenica 15 dicembre intimata dai Teamsters per iniziare trattative per la stipula di contratti contratti collettivi di lavoro nei singoli stabilimenti (come prevede la normativa sul lavoro negli USA).

I Teamsters definiscono illegale il comportamento aziendale che in questi anni ha inanellato tutta una serie di azioni per impedire l’ingresso del Sindacato nei propri stabilimenti, dove il salario è minimo (quello base è di 22 dollari all’ora, molto insufficiente a vivere nelle grandi città), i carichi di lavoro sono molto alti e controllati tecnologicamente e di conseguenza gli infortuni sono superiori rispetto alle aziende concorrenti. Ciò che affermano non solo i lavoratori e il Sindacato (“Amazon sottopone i lavoratori a lesioni e abusi ad ogni turno”) ma pure un’indagine senatoriale che ha denunciato nel 2022 i “livelli di infortunio oltraggiosi” in Amazon durante la stagione iperlavorativa del Prime Day.

Inoltre Amazon USA, come denuncia il Sindacato, “afferma illegalmente di non essere il legittimo datore di lavoro di quasi la metà della sua forza lavoro”, utilizzando l’appalto delle consegne a una società terza, i cui addetti sono pagati ancor meno e, malgrado indossino vestiti, guidino furgoni e consegnino merci Amazon, non sono direttamente dipendenti. Questo autisti sono tra i protagonisti degli scioperi di questi giorni e sono esposti alle minacce aziendali di sopprimere l’azienda appaltatrice delle consegne per cambiarne il personale che si sta organizzando con i Teamsters.

Sebbene questo sciopero, che si aggiunge alle mobilitazioni spontanee che qua e là ci sono state in Amazon in questi anni, riguardi, per ora, una piccola parte dei dipendenti aziendali, è importante perché è il primo che riguarda vari stabilimenti a livello nazionale e potrebbe continuare ed estendersi nel periodo dei regali di Natale.

Lo sciopero nelle caffetterie Starbucks è stato invece dichiarato dal sindacato Workers United, nato nel 2021, quando il primo negozio è stato sindacalizzato a Buffalo, nello Stato di New York. Oggi sono 525 i negozi sindacalizzati negli Stati Uniti, i cui lavoratori sono costretti, come accade nel mondo del lavoro degli USA, a partecipare a riunioni antisindacali promosse dall’azienda in collaborazione con grandi imprese specializzate in “Union busting” (riunioni in cui i portavoce aziendali hanno anche detto che, se i lavoratori aderissero al Sindacato, non avrebbero più diritto ai benefici concessi ai dipendenti non sindacalizzati). Molti lavoratori sono stati oggetto di licenziamenti e chiusure di negozi sindacalizzati e centinaia sono le denunce presentate dal Sindacato al NLRB contro questi comportamenti illegali.

Dopo l’ennesimo “Red for Bread” tra il 10 e il 15 dicembre scorso, durante il quale i/le baristi/e chiedevano una dimostrazione di solidarietà a clienti e altri lavoratori per dimostrare all’azienda il sostegno pubblico che li attornia, lo sciopero di cinque giorni, autorizzato, come prevede la normativa degli USA, dal 98% dai lavoratori, è iniziato venerdì 20 dicembre e si concluderà il 24. Esso ha chiuso inizialmente un caffè Starbucks sindacalizzato per ognuna delle città di Seattle, Los Angeles, Chicago per espandersi poi a Columbus, Denver e Pittsburgh e il domenica 22 coinvolgeva bar in 9 Stati degli USA.

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Lo sciopero fa seguito a una variegata serie di iniziative nei posti di lavoro, che sovente coinvolgono anche la clientela che appoggia la lotta, Ciò pareva avesse convinto l’azienda, sottoposta anche a boicottaggi nelle Università e nel Medio Oriente per la denuncia che essa aveva fatto del Sindacato che appoggia la lotta palestinese, ad aprire nell’aprile scorso una trattativa, che avrebbe dovuto stipulare un accordo quadro per i negozi sindacalizzati. L’abbandono dello storico Amministratore delegato Howard Schultz (rimasto come Presidente aziendale), sedicente progressista e accanito nemico del Sindacato, aveva dato una remota speranza che l’azienda abbandonasse la sequela di comportamenti anti sindacali, ma l’amministratore delegato recentemente nominato sta abbandonando una trattativa seria: nell’ultima sessione di incontri col Sindacato, l’aumento infine proposto dall’azienda è stato un misero 1,5%, pari a meno di 50 centesimi all’ora, mentre il capo di Starbucks incassa 57.000 dollari all’ora.

L’azienda dichiara che la retribuzione media è superiore a 18 dollari all’ora e, se integrata dai benefici, è di 30 all’ora, solo per chi lavora almeno 20 ore alla settimana; soglia che dipende esclusivamente dal modo in cui Starbucks organizza i turni per i singoli. L’evidente intenzione aziendale è di dimostrare ai propri partners (così vengono paradossalmente definiti) che sia meglio affidarsi alle regalie stabilite dall’azienda piuttosto di scegliere la strada dei diritti collettivi.

Howard Schultz di Starbucks e Jeff Bezos di Amazon sono tra le persone più ricche degli Stati Uniti, ed entrambi si ritengono benefattori dei loro dipendenti. Basta che non pensino di organizzarsi collettivamente.

Gli scioperi in Amazon e Starbucks sono gli ultimi di un anno, il 2024, che ha visto importanti rinnovi contrattuali, e relativi scioperi, che hanno coinvolto i portuali della costa orientale, gli operai della Boeing, ospedalieri e dipendenti di grandi hotel, mentre prosegue la difficile campagna di sindacalizzazione indetta dal sindacato United Auto Workers nelle aziende del Sud degli Usa, dove vigono leggi e amministrazioni molto ostili al Sindacato.

Come ostile sarà la prossima amministrazione Musk – Trump, che ha già promesso, nello specifico del mondo del lavoro, un ridimensionamento dell’Agenzia federale NLRB. La quale, durante la presidenza Biden, pur non fornita di poteri di multare le aziende che hanno comportamenti illegali, ha in genere appoggiato le denunce per antisindacalismo rivolte da vari Sindacati contro le multinazionali.

Fonti principali:

We make them billions, everyday!”: Amazon workers hold the line, People’s Dispatch, 20.12

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S.Mishra – G.Mehar – R.Hickman, Starbucks workers’ union strikes across us as talks hit impasse, Reuters, 22.12

A.Bacon, Starbucks union strike expands to 9 states, CNN, 22.12

https://teamster.org/2024/12/teamst…

https://sbworkersunited.org/

 





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