Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (BCBS) ha lanciato ancora una volta la sfida, svelando un nuovo e solido quadro volto a contenere il rischio di credito di controparte (CCR).
La mossa, descritta in dettaglio in un nuovo rapporto della Banca dei Regolamenti Internazionali, sottolinea la crescente pressione che gli enti di regolamentazione stanno esercitando sulle banche globali affinché rafforzino il loro controllo sulle pratiche di gestione del rischio.
L’asimmetria informativa e le strategie di trading opache devono essere eliminate
Le linee guida più recenti emergono sullo sfondo di significativi sconvolgimenti del mercato, tra cui il famigerato crollo di Archegos Capital Management nel 2021. Quel disastro, che ha visto oltre 10 miliardi di dollari evaporare dalle casse delle banche, è servito come un duro promemoria del fatto che persistono lacune nelle difese del sistema finanziario. La direttiva del Comitato di Basilea è cristallina: le banche devono migliorare la due diligence, rafforzare la governance e perfezionare gli strumenti di misurazione dell’esposizione se vogliono evitare di ripetere gli errori del passato.
Non è la prima volta che il BCBS prende di mira il CCR. La precedente pubblicazione del Comitato nel 1999, in seguito al crollo del Long-Term Capital Management, ha gettato le basi per le best practice. Ma due decenni dopo, le crepe si sono allargate. Permangono debolezze fondamentali, in particolare nella due diligence e nel margining, afferma il rapporto.
Le linee guida sottolineano la necessità di rigorose valutazioni iniziali durante l’onboarding e di un controllo continuo durante tutta la relazione con il cliente. Le banche sono invitate a condurre controlli approfonditi sui precedenti penali e a tenere d’occhio i profili di rischio in evoluzione delle controparti. Il Comitato è irremovibile: l’asimmetria informativa e le strategie di trading opache devono essere eliminate.
Le linee guida si concentrano sui quadri di marginazione, chiarendo che le banche devono richiedere margini che riflettano accuratamente i rischi in gioco. Un approccio lassista, avverte il rapporto, rende le istituzioni vulnerabili a perdite rapide qualora le condizioni di mercato dovessero cambiare. In quella che è forse la sezione più mirata, il BCBS insiste su pratiche di marginazione dinamiche: i profili di rischio dovrebbero guidare i requisiti collaterali, non il contrario.
Inoltre, il nuovo framework promuove metriche di esposizione complete, evidenziando l’importanza della potenziale esposizione futura (PFE) e dello stress test. L’intenzione? Le banche devono scrutare l’abisso, preparandosi agli scenari peggiori tramite analisi di scenario regolari e shock test. “I risk manager devono anticipare gli eventi estremi”, afferma il rapporto, sottolineando l’importanza di una modellazione solida.
Oltre ai numeri, il BCBS è focalizzato sulla governance. Le banche sono incaricate di stabilire strutture di governance CCR dedicate, assicurando che la cultura del rischio permei ogni livello dell’organizzazione. Ci si aspetta che il personale chiave abbia una notevole esperienza e mantenga linee di comunicazione senza restrizioni con il senior management.
“Le banche con buone pratiche riconoscono l’importanza della collaborazione tra reparti”, dichiara il rapporto. In altre parole, i silos devono crollare. I team del rischio di mercato e del rischio di credito sono incoraggiati a lavorare a braccetto per mitigare le esposizioni e garantire un approccio olistico alla supervisione della controparte.
Il Comitato riconosce che non tutte le banche hanno gli stessi livelli di rischio. Pertanto, le linee guida sottolineano la proporzionalità, consigliando alle istituzioni più piccole con profili CCR meno complessi di adattare di conseguenza i loro quadri. Tuttavia, il messaggio alle grandi banche attive a livello internazionale è inequivocabile: non si dovrebbe lasciare nulla di intentato. Le esposizioni ad alto rischio verso intermediari finanziari non bancari (NBFI), hedge fund e trader di materie prime giustificano il massimo controllo.
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