Oltre 215.000 chiamate in dodici mesi al 112 con una media giornaliera di 589 telefonate, dalle quali sono scaturiti oltre 22.500 interventi operativi. Di questi 1500 sono relativi ai reati per il “codice rosso”, in cui rientrano tutte le tipologie di maltrattamenti in famiglia e in generale contro le fasce deboli. Questo il dato fornito dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta nella conferenza stampa di fine anno tenuta alla sede di via Laviano.
In un anno perseguiti 27mila delitti
Nel 2024 i carabinieri di Caserta – con 60 stazioni e 10 centrali operative, oltre al comando provinciale – hanno perseguito 27mila reati, circa il 90% di quelli accertati nel casertano. Dieci gli omicidi, tutti risolti, su cui sono state svolte indagini da parte dell’Arma. Nell’anno che volge al termine sono stati 1200 gli arresti eseguiti dai carabinieri mentre oltre 5000 le persone denunciate. Degli arresti circa un terzo (432) sono quelli per furto: “reato molto sentito dalla popolazione”, ha detto il comandante provinciale, colonnello Manuel Scarso, nel corso della conferenza stampa a cui hanno partecipato anche il comandante del Nucleo Investigativo Gianluca Galiota, quello della compagnia di Caserta Giovanni Riacà e il comandante della stazione del capoluogo Antonio Coppola. “Le amministrazioni pubbliche lavorino di più sul fronte della videosorveglianza, implementandola, perché si tratta di uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini sia come deterrente sia come valido strumento per le indagini”, ha sottolineato Scarso.
“Non permetteremo alla camorra di rialzare la testa”
Tra i target della provincia di Caserta figura senza dubbio la lotta alla criminalità organizzata. “Non permetteremo alla camorra di rialzare la testa”, ha dichiarato il colonnello Scarso. In particolare, sono state ricordate le operazioni di servizio realizzate contro “quegli esponenti del clan che hanno tentato di riorganizzarne le fila dopo essere usciti di carcere in seguito a lunghi periodi di detenzione ricevuti all’inizio degli anni duemila soprattutto per il maxi-processo ai Casalesi ‘Spartacus'”. “Questi soggetti pericolosi li abbiamo tenuti sotto controllo e riarrestati” ha aggiunto Scarso, facendo riferimento all’indagine coordinata dalla Dda di Napoli che a settembre smantellò il “riorganizzato” clan Picca, costola dei Casalesi operante tra Teverola e Carinaro e facente capo proprio al vecchio camorrista Aldo Picca, uscito di carcere qualche anno fa. C’è poi l’arresto a giugno di Emanuele Libero Schiavone, figlio del padrino dei Casalesi Francesco Sandokan Schiavone; il 34enne figlio del capoclan è uscito ad aprile di cella, ha subito cercato di riprendere in mano le redini della cosca per vendere la droga, coinvolgendo un altro “rampollo del clan”, Francesco Reccia, anch’egli arrestato, figlio di Oreste, storico esponente della camorra casalese tuttora in carcere. Arresti da cui emerge che non esiste più un’emergenza camorra nel casertano come fino a qualche anno fa; ma nei prossimi mesi altri vecchi camorristi potrebbero uscire di cella per cui, dice Scarso, “continueremo a non dar tregua a queste persone. Devono sapere – sottolinea – che non possono più tornare a fare quello che facevano. C’è bisogno però anche di uno scatto culturale perché questo territorio si affranchi definitivamente dalla camorra, e da quella mentalità che per anni ha diffuso sul territorio; e lo dico rivolgendomi agli imprenditori, affinché non cerchino scorciatoie, e ai cittadini, che devono avere più fiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine denunciando episodi di infiltrazione e illegalità”. Nel corso del 2024 i carabinieri hanno avanzato proposte di sequestro di beni per complessivi 45 milioni di euro.
Fari puntati sulle pubbliche amministrazioni
C’è poi un secondo focus che i carabinieri di Caserta hanno aperto nel 2024, con le inchieste sulle infiltrazioni e gli episodi di corruzione nelle pubbliche amministrazioni. Da segnalare le due indagini hanno colpito il Comune di Caserta, in cui è al lavoro dal mese di agosto una commissione d’accesso per verificare condizionamenti della camorra, e la Provincia, che ha portato alle dimissioni del presidente Giorgio Magliocca. Un’ultima ha coinvolto il consigliere regionale Giovanni Zannini. Si tratta di reati “poco percepiti dai cittadini ma che poi si traducono in carenza o assenza di servizi e che quindi incidono sulla qualità della vita dei cittadini”, ha commentato scarso.
I controlli
“I dati alti di arresti e denunce sono un po’ un fallimento, nel senso che si tratta di interventi fatti quando il reato è già stato commesso, per cui dobbiamo agire di più sul fronte della prevenzione”. E per farlo bisogna “essere sempre più presenti sul territorio”; “un obiettivo – spiega Scarso – che mi sono posto quando mi insediato nel settembre di due anni fa, e che abbiamo raggiunto tenendo meno uomini in caserma e più pattuglie in strada, e aprendo nel febbraio scorso un nuovo presidio a Castel Volturno, ovvero una Tenenza che ha già permesso di far aumentare del 200% i servizi di controllo sul territorio”. Nel complesso, nel 2024, sono state controllate 224mila persone con 45mila pattuglie in strada. A proposito di prevenzione, Scarso ha anche evidenziato i “14 suicidi sventati nel 2024. Persone che stavano per togliersi la vita e che hanno avuto un momento di lucidità chiamando i carabinieri”.
Oltre 1500 chiamate per ‘codice rosso’: 123 arresti e 395 denunce
Sul fronte del codice rosso, ovvero di reati contro le donne e in famiglia, dal primo gennaio i carabinieri hanno acquisito 588 denunce, arrestando 123 persone e denunciandone 395. “Si denuncia di più, e ciò è sempre frutto di un’attività di prevenzione e sinergica con altre istituzioni e associazioni”.
Truffe agli anziani
Sempre con un occhio alla prevenzione, le campagne di informazione sul fenomeno delle truffe agli anziani stanno portando ai loro frutti. “Si tratta di reati ‘infami’ – dice ancora Scarso – ma oggi sempre più anziani ci chiamano anche mentre sono in corso le truffe”.
I carabinieri nelle scuole
L’attività di prevenzione sta riuscendo laddove i carabinieri possono farsi ascoltare, come con i minori. “Nelle scuole parliamo di legalità, e loro sono molto più consapevoli di come lo eravamo noi ai nostri tempi” fa notare Scarso, che spiega come “nel casertano non vi sia un allarme baby-gang, ma solo episodi che avvengono nel weekend collegati alla movida. Ai ragazzi spieghiamo che la criminalità non porta ad avere auto di lusso, donne e champagne. Bisogna distruggere questi modelli culturali che i giovani si sono fatti”.
Il maxi sequestro di esplosivi
Anche in vista del Capodanno, i carabinieri hanno anticipato i tempi con il maxi sequestro di esplosivi – circa 135mila ordigni, per un peso di 8 tonnellate e un valore di 2 milioni di euro – avvenuto a luglio a Francolise. “Ci siamo mossi alla ricerca della fonte – ha chiarito Scarso – In questi giorni di festa opereremo con le stesse forze dei giorni ordinari e ci focalizzeremo anche su questo fronte. L’invito è a non sparare anche perché adesso le conseguenze spesso tragiche dell’uso sbagliato dei fuochi d’artificio sono note”.
Militari e infrastrutture
Infine, un passaggio anche sul numero di militari in servizio e sulle infrastrutture. Su quest’ultimo punto sono in dirittura di arrivo le aperture delle caserme di Recale e Sparanise mentre verranno migliorate le strutture dei comandi compagnia di Piedimonte Matese e Santa Maria Capua Vetere che “saranno ospitati in luoghi più idonei”. Sugli organici Scarso spiega che “in provincia di Caserta lavoriamo sotto organico ma non ci sono forti deficit. Carenze che vengono comunque colmate dal forte spirito di sacrificio dei militari che operano su tutto il territorio”, conclude.
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