Giudice, pugliese a Bruxelles. «Con Fitto per la coesione Ue»

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Raffaele Fitto e Gabriele Giudice: da Lecce a Bruxelles, una nuova sinergia per l’Europa. Di Fitto si sa tutto e tanto è stato scritto negli ultimi mesi, sino alla sua nomina come vicepresidente esecutivo del Governo di Bruxelles.

Ma chi è Gabriele Giudice, l’altro leccese chiamato a far parte, in un ruolo nevralgico, della squadra del neo vicepresidente Ue? Poco noto al grande pubblico, ma non a chi lo ha voluto al suo fianco, ha al suo attivo una prestigiosa carriera trentennale alla Commissione europea e la piena conoscenza dei meccanismi di funzionamento della complessa macchina comunitaria. Aiuto migliore, Fitto non poteva trovare. È una collaborazione che unisce due figure di alto profilo in una missione condivisa: rafforzare l’Europa attraverso politiche di coesione e riforme innovative.

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La storia di Gabriele Giudice è un esempio di come radici locali e competenze globali, passione e impegno possano portare a contribuire al progresso dell’Europa.

Nato e cresciuto a Lecce, sin da giovanissimo, intraprende un percorso che lo porta a diventare una delle figure chiave della Commissione europea nel campo dell’economia, delle riforme e dell’Unione economica e monetaria. Maturità al Liceo scientifico Banzi, laurea all’Università Bocconi. La sua formazione si arricchisce frequentando l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) di Milano e attraverso varie esperienze educative. Tra queste il tirocinio da giovane economista presso la direzione Affari regionali della Commissione Ue e, successivamente, i corsi avanzati di management presso la Harvard Business School e la Chicago Booth School of Business. Queste esperienze caratterizzano un percorso che lo porta a rappresentare l’Europa nei più importanti tavoli di negoziazione.

Nel 1994 inizia la sua attività alla Commissione Ue (Direzione Generale per gli Affari Economici e Finanziari) e in oltre tre decenni, ricopre ruoli di crescente responsabilità. Tra i momenti salienti della sua carriera, la partecipazione alla creazione dell’euro e la sorveglianza dei bilanci nazionali. Lavorando con l’allora Commissario europeo per gli Affari economici, lo spagnolo Joaquín Almunia, si concentra sul coordinamento delle politiche economiche tra Stati membri e con la BCE in seno all’Eurogruppo.

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Con le crisi finanziarie e dei debiti sovrani a partire dal 2008, Giudice gestisce come negoziatore principale il programma di assistenza economica per la Lettonia, aprendo anche la strada all’adozione della moneta unica per i tre Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) a partire dal 2012.

Il successo su quel fronte gli vale il trasferimento come negoziatore su quello ancora più complicato della crisi greca. Combattendo per evitare la fuoriuscita dalla Grecia dalla zona euro, Giudice contribuisce a preservare l‘inviolabilità del concetto che il processo verso l’euro è a senso unico. La temuta Grexit avrebbe potuto coinvolgere anche l’Italia attraverso un effetto domino. I risultati del suo lavoro si vedono ancora più chiaramente dopo un decennio, come rilevato nella recente pubblicazione dell’analisi intitolata “Il sorprendente successo dei salvataggi nella zona dell’euro” sul Financial Times.

In essa, si riconosce che le difficili riforme fatte in quegli anni negli Stati richiedenti aiuto, inclusa la Grecia, hanno nel tempo portato quei Paesi a crescere più del resto della Zona-euro.

L’esperienza con gli Stati membri in difficoltà porta Gabriele Giudice a lavorare per il superamento delle debolezze manifestate dall’Unione Economica e Monetaria. Alla fine del decennio scorso, sviluppa concetti, allora innovativi, come le emissioni comuni e i meccanismi europei per contenere la disoccupazione e favorire gli investimenti strategici, lanciati poi dalla Presidente Von der Leyen nel 2020 come strumenti essenziali del programma NextGenerationEU.

Tornato in prima linea con l’attuazione dell’iniziativa cruciale per la ripresa post-pandemic, con la nomina come Vicedirettore è incaricato di supervisionare le economie e i piani nazionali di ripresa e resilienza di Spagna e Croazia, paesi fortemente colpiti dalla crisi del Covid, ai quali Giudice convalida pagamenti per circa 40 miliardi di euro.

La chiamata di Giudice nella squadra di Fitto, come Senior Expert, fa sì che per la prima volta, due leccesi, con percorsi distinti ma complementari, si trovano a lavorare insieme per affrontare alcune delle sfide più rilevanti per l’Europa, in un team di quasi venti persone che combina profili di dodici nazionalità europee.

«Nonostante la conoscenza personale e il legame comune con Lecce, non avevamo mai collaborato prima – spiega Giudice -. Questa nuova sinergia, di cui sono molto onorato, permette di unire due approcci ed esperienze diversi: Raffaele Fitto, con la sua capacità e storia politica a tutti i livelli istituzionali e io, con il mio background tecnico e strategico e la conoscenza approfondita della Commissione».

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Fitto e Giudice condividono una visione comune: costruire un’Europa più coesa e dinamica, dove tutte le regioni abbiano le stesse opportunità di crescita e sviluppo. Il loro lavoro si concentrerà sia sul dispositivo per la Ripresa e Resilienza che sull’uso coordinato e sempre più efficace delle tradizionali politiche europee di coesione (quali quelle regionali dell’agricoltura e della pesca) e delle nuove politiche per l’economia blu e per il turismo e la mobilità sostenibili.

Sono politiche attualmente finanziate con quasi 1.500 miliardi di euro nel periodo 2021-2027. Insieme, oltre ad assicurare che questi soldi siano spesi rapidamente e bene, Fitto e Giudice lavoreranno per far sì che i negoziati per il prossimo ciclo finanziario dal 2028 preservino risorse sufficienti a sviluppare politiche incisive. Ciò richiede miglioramenti nel modo in cui esse saranno disegnate e implementate, per affrontare meglio i grandi cambiamenti che l’Europa sta attraversando, anche tenendo conto dell’esperienza con i piani nazionali di ripresa e resilienza, su cui sia Fitto che Giudice hanno lavorato intensamente negli ultimi anni da prospettive diverse, quella nazionale e quella europea.

Per Giudice, l’integrazione europea è una missione che ha un impatto reale sulle vite dei cittadini. «Le politiche europee devono assicurare la competitività e la sostenibilità ma anche ridurre i divari territoriali e creare opportunità condivise – sottolinea -. Quando una regione prospera, tutto il continente ne beneficia». Per questo, è impegnato a garantire che le politiche di coesione affrontino le sfide delle regioni più vulnerabili, comprese le aree periferiche, come il Salento, ma anche le regioni di frontiera come quelle polacche esposte all’instabilità dopo l’aggressione russa all’Ucraina. «La coesione non è solo una politica: è il cuore del progetto europeo», spiega.

Giudice non ha dimenticato le sue origini e per questo ritorna regolarmente nel Salento con la moglie tedesca e i suoi tre figli nati a Bruxelles e ormai adulti, per trovare famiglia e amici. «Lecce ci ha insegnato l’importanza della comunità e della cooperazione», afferma. La collaborazione con Fitto, del quale è coetaneo, richiama la vicinanza che hanno avuto i loro genitori, quando Totò Fitto era da presidente della Regione Puglia la stella della Dc pugliese, e Giovanni Giudice un personaggio centrale di quella leccese, fino a diventarne vicesindaco. Il legame dei due figli non è solo personale, ma è anche ispirato dal loro impegno per un’Europa che non lasci nessuno indietro. «La nostra comune provenienza ci dà una prospettiva unica: sappiamo cosa significa crescere in una regione che ha bisogno di sostegno, ma anche quanto talento e potenziale ci siano», dice Giudice.

Il percorso dell’alto dirigente Ue, da Lecce a Bruxelles, è una storia di visione e impegno. Con il suo nuovo ruolo al fianco di Raffaele Fitto, continuerà a lavorare per un’Europa più forte e inclusiva. Dice: «Il mio obiettivo è garantire che l’Europa sia un’opportunità per tutti, indipendentemente da dove si vive».

Da Lecce al cuore dell’Unione Europea, la storia di Gabriele Giudice veicola un messaggio di speranza e ispirazione, dimostrando che con competenza, dedizione e collaborazione si possono affrontare le sfide più grandi e costruire un futuro migliore per tutti.

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