Gianluca Di Gioia ucciso da uno squalo a Marsa Alam, ferito un altro italiano che cerava di aiutarlo. «L’attacco in acque profonde»

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Chi va al Sataya Resort ricorda prima di tutto il pontile. Più delle piscine, del ristorante, delle suite con terrazza o del club degli animatori, quasi tutti italiani. Il pontile è il vero cuore di questo cinque stelle che si affaccia sulle acque cristalline del Mar Rosso. Il molo di legno si allunga dentro il mare, proprio sopra la barriera corallina: per quelli che non amano immergersi basta camminare per ritrovarsi in mezzo ai colori di uno dei reef più incontaminati del mondo. Ma Gianluca e Peppino adorano lo snorkeling e ieri mattina si sono tuffati. In un istante la vacanza di fine anno in famiglia, si è trasformata in una tragedia. Non serve essere dei grandi esperti per immergersi nelle acque della baia di Marsa Alam. È considerata il paradiso di chi ama i fondali, è meno mondana delle vicine Sharm el Sheik o Hurghada, quella che ha meno dimenticato le origini di villaggio di pescatori. Non c’è nessuna sensazione di pericolo, anche perché le autorità egiziane hanno badato in questi anni a non alzare mai la guardia sulla possibilità che il loro paradiso turistico possa trasformarsi in un inferno. Le gite organizzate invitano ad arrivare fino alla barriera di Satayh per vedere i delfini, pochi evocano il pericolo di squali. Gli attacchi degli ultimi anni sono sempre stati liquidati come incidenti “rarissimi” dovuti a ragioni particolari: un sub che si è avventurato in acque troppo profonde, qualcuno che ha gettato cibo nel mare, alcuni attacchi nel 2020 furono attribuiti a un cargo che aveva perso un carico di carne di montone in mare. 

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Gianluca Di Gioia, chi era il romano ucciso da uno squalo a Marsa Alam: aveva da poco festeggiato il 48esimo compleanno

LA DINAMICA

Cosa possa aver scatenato l’attacco di ieri è ancora difficile da capire. Gianluca di Gioia, 49 anni appena compiuti, non si sarebbe allontanato più di cinquanta metri. I tour che sponsorizzano a centinaia le gite tra i fondali, propongono immersioni fino a cento metri dalle spiagge. Sulle foto dei suoi profili social Gianluca appare abbronzato, spesso al mare, in tuta, con l’attrezzatura da sub, la sua passione, lontana dal clima e dalle cravatte degli uffici dove lavora, alla Commissione europea. Lo squalo probabilmente un tigre, lo ha colto di sorpresa, sopra alla barriera che ammirano ogni giorno tanti turisti. Peppino Fappani ha tentato l’impossibile, ma è riuscito a strappare l’amico dalle fauci dell’animale quando era troppo tardi. Lui è rimasto ferito in modo non grave. Per Gianluca non c‘è stato niente da fare, il corpo è stato trasportato all’ospedale di Port Ghalib, dove è stato curato anche Fappani. L’Ambasciata d’Italia al Cairo ha fatto sapere che sta prestando assistenza consolare alle famiglie. 

Gianluca, moglie di origine francese e due figli, e Peppino odontotecnico di Soncino in provincia di Cremona, erano amici da tempo. Per le autorità egiziane Gianluca è stato attaccato «in acque profonde al di fuori della zona di balneazione». La ministra dell’Ambiente Yasmin Fouad ha annunciato di aver alzato il livello di allerta e ordinato un immediato follow-up nelle acque costiere. La procura di Qusair ha aperto un’inchiesta per chiarire le circostanze dell’incidente, alla quale collaborerà anche una commissione ministeriale e il governatorato del Mar Rosso. Il tratto di mare dove è avvenuto l’attacco resterà chiuso alla balneazione per due giorni, a partire da stamattina. Davanti alla baia di Marsa Alam, al largo dei 240 chilometri di coste tra Berenice e El Qusair, si contano tre attacchi mortali di squali negli ultimi 15 anni. 

I PRECEDENTI

Il primo nel 2009, quando una turista francese, Katrina Triplo, morì dopo che uno squalo bianco le aveva lacerato una gamba e parte del busto. Secondo l’inchiesta che seguì, la donna stava nuotando in acque profonde molto lontano dalla costa e soprattutto si era allontanata dal gruppo di sub con cui stava nuotando. Il 21 marzo 2015 fu un tedesco di 52 anni a soccombere alle ferite di uno squalo tigre che lo aveva attaccato al largo di Coraya Bay. Inutile l’intervento immediato di una guardia costiera. Il 3 agosto 2018 un 41enne turista della repubblica Ceca era invece stato ucciso dall’attacco contemporaneo di due squali tigre. All’epoca, le autorità di Marsa Shagra avevano dichiarato che chiunque nuotava in superficie su acque profonde oltre la barriera corallina si esponeva al rischio di attacchi di squali. Diversi gli episodi anche lungo gli altri litorali. Tra gli ultimi attacchi, la morte a Hurghada di un russo nel giugno dell’anno scorso e di due turiste nel 2022, un’austriaca e una britannica. Sempre nel Mar Rosso, un giovane ucraino aveva perso un braccio nel 2020 e la stessa sorte era toccata a una donna egiziana nel settembre dell’anno scorso a Dahab, sulla costa del Sinai. Casi comunque isolati che non hanno frenato il flusso di viaggiatori verso queste coste, tra le mete più gettonate del turismo di Capodanno. 
 

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