Tutelerà solo i grattacieli» – Il Golfo 24

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«Il Salva Milano non salva nessuno, tranne i grattacieli, alti sino a 25 metri, costruiti a Milano in barba alle più elementari regole della disciplina edilizia e agli standard urbanistici inderogabili. Sotto le mentite spoglie della interpretazione autentica delle norme vigenti in materia di ristrutturazione e lottizzazione edilizia, si tenta, in buona sostanza, di sanare nuove ed imponenti costruzioni abusive, con la scusa che le opere ricadono in zone urbanizzate, per le quali non occorrebbero i piani particolareggiati». Proprio nel giorno in cui Ischia è scesa in piazza per dire no alle demolizioni, l’esperto di diritto urbanistico avvocato Bruno Molinaro torna a soffermarsi sulle discriminazioni che la Campania paga dinanzi al capolugo Milanese facendo riferimento al “Salva Milano” fortemente volute dal ministro Matteo Salvini. E Molinaro a riguardo è tassativo: “Sia la Procura di Milano sia la Procura regionale presso la Corte dei Conti hanno avviato inchieste. La Procura di Milano ha addirittura contestato ai responsabili, fra cui figurano pubblici dipendenti, anche il reato di falso ideologico, unitamente a quelli di abuso edilizio e di lottizzazione abusiva. 140 costituzionalisti, commentando il Salva Milano, hanno gridato allo scandalo! Grave, in ogni caso, è il fatto che nel Salva Milano non sono stati inseriti emendamenti finalizzati ad applicare gli stessi principi e, dunque, a rendere giustizia, in qualche modo, al popolo campano, oggettivamente discriminato in relazione alle case di necessità prese di mira dalle Procure. Il testo, infatti, è stato blindato e non tollera “navette parlamentari” che potrebbero ritardarne l’approvazione. Caso più unico che raro è anche il fatto che al Salva Milano il PD, partito di opposizione, ha dato la sua benedizione. Incredibile ma vero! I grandi speculatori la fanno franca e ancora una volta finiscono per contare più dei poveri cristi, in preda alladisperazione più totale».

Proseguendo la sua analisi, Bruno Molinaro non ha dubbi nel parlare di palese discriminazione e violazione di quella che comunemente viene definite “par condicio”. «In Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia, secondo un report di LEGAMBIENTE del 2023, il numero delle demolizionieseguite è stato solo del 15% – spiega il noto legale – ciò nonostante, la scure delle Procure si sta abbattendo solo sulla Campania. Se nelle altre Regioni si eseguono, anche se in minima parte, le demolizioni amministrative, non consta, invece, che le demolizioni giudiziali vengano eseguite, quantomeno con la stessa intensità e “ferocia” giudiziaria registrate in Campania. Esistono dunque due Italie, quella della Campania, nella quale l’azione demolitoria non fa sconti a nessuno (anche se, nella realtà, finisce quasi sempre per colpire i soggetti più vulnerabili, nella maggioranza dei casi donne, anziani, bambini e talvolta anche disabili, sprovvisti di alloggio alternativo), e quella delle altre Regioni nelle quali le iniziative sono sparute e per lo più finalizzate a colpire la grossa speculazione. In Sicilia, le Procure privilegiano le acquisizioni che gli stessi siciliani non gradiscono (a differenza dei campani che sarebbero ben disposti a pagare le giuste indennità in caso di conservazione degli immobili). Altra disparità di trattamento è data dal fatto che, nella stessa Campania, a Torre Annunziata e a Nola sono stati applicati nel corso degli anni protocolli di intesa con le Procure, che collocano agli ultimi posti della speciale classifica gli immobili da demolire. A Napoli e nelle isole questo non accade e non se ne comprendono le ragioni. Il rischio (idrogeologico o da frane) riguarda migliaia di costruzioni.Eppure se ne demoliscono solo pochissime … a macchia di leopardo».

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L’amara conclusione del professionista: «La politica continua a latitare mostrando di gradire questo “modus procedendi”. La verità è che giustizia e buon senso non vanno d’accordo e che il principio di uguaglianza è solo un simulacro di giustizia e libertà»

Poi le amare conclusion dell’avvocato che rappresentano una sonora bocciatura per una linea di indirizzo che oggettivamente viene ritenuta incomprensibile: «Il popolo campano è disorientato. Non sono noti i criteri in base ai quali vengono eseguite le demolizioni e i politici continuano a latitare, perché evidentemente gradiscono questo assurdo “modus procedendi”. La giustizia ed il buon senso non vanno d’accordo. L’articolo 3 della Costituzione che predica il principio di uguaglianza è solo un simulacro di giustizia e libertà!».





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