Protesta per le keybox, Santanchè: «Non è questo il problema dei centri storici, ci sono troppi kebab e i negozi sono spariti»

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Lo ha dichiarato proprio a Firenze, in occasione del G7 Turismo a novembre. «Le keybox sono brutte» e creano anche un «problema di sicurezza». E tuttavia la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, non demonizza gli affitti brevi. Soddisfatta per il varo, ieri, della manovra di Bilancio, che affida 777,5 milioni di euro al turismo, di cui oltre 340 milioni nel 2025, e a pochi giorni dalla “prova generale” del Cin, il Codice unico nazionale, che dal 1° gennaio va obbligatoriamente esposto, si dice «stupita» della nuova protesta.

«È un problema (quello degli affitti brevi) che c’è da anni – spiega – Mai un governo ha messo mano alla regolamentazione. Noi siamo il primo governo ad averlo fatto. Ma qualcuno dimentica che la proprietà privata è sacra. Qui bisogna tenere insieme due pilastri: la proprietà privata e l’emersione della concorrenza sleale e del sommerso. Per le keybox, ho preso un impegno al G7, anche parlando con il presidente della Regione Toscana Giani e con il sindaco di Firenze Funaro. Il ministro degli Interni è stato molto bravo e molto veloce e ha fatto una circolare. Andava applicata».

Ancora però non lo è.

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«Domando: il problema principale dei centri storici oggi sono gli affitti brevi? A gennaio presenterò una ricerca fatta da una società di primaria importanza che ci darà i numeri e capiremo che la questione va affrontata con il buonsenso e non con il furore ideologico, perché mi sembra che ci siano delle grandi esagerazioni».

Si riferisce ai comitati? «Non mi riferisco ai comitati, ma al fatto che questo tema sta crescendo sui giornali, in tv. Questo problema ce l’hanno solo poche città in Italia e non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Nei nostri meravigliosi borghi se non ci fossero gli affitti brevi non ci sarebbe neanche un turista, considerando che non ci sono altre strutture ricettive. Noi abbiamo cominciato a regolamentare. Si può fare meglio? Sicuramente. Ma non tollero questo furore ideologico dove bisogna uccidere chi fa gli affitti brevi. Magari bisogna farsi delle domande».

Che tipo di domande?

«Forse nel centro storico si sono chiuse le nostre botteghe? I negozi di utilità, le tintorie, il calzolaio? I negozi che servono alle famiglie per vivere in centro? Si sono aperte troppe paninoteche? Troppi kebab? Le Ztl non facilitano le famiglie a vivere in centro. Vogliamo fare un ragionamento un po’ più ampio? Cosa hanno fatto quelli che oggi strillano quando erano al governo?».

Eliminare le keybox è fattibile?

«Se uno va a dormire in una struttura con affitto breve comunque ci deve essere una identificazione. Non lo dico io, ma una legge dello Stato. Vediamo se la tecnologia ci viene incontro, se si può fare qualcosa di diverso. Perché anche secondo me, obiettivamente, queste keybox non sono la migliore delle soluzioni. Individuiamone altre. Vediamo, lavoriamo insieme. Non è una contrapposizione. Tutti vogliamo che ci sia il meglio per Firenze, per Milano, per Roma, per Venezia».

Tra le nuove regole c’è il Cin. Ad oggi il 77,13% delle strutture lo ha ricevuto. Come giudica il risultato?

«Lo trovo un risultato straordinario. Abbiamo contattato le strutture singolarmente, massivamente, abbiamo collaborato con le associazioni di categoria, che ringrazio. Abbiamo avuto un grande spirito di squadra e condivisione. Una banca dati nazionale alimentata da 21 banche dati territoriali, un’impresa fatta in solo quattro mesi. Sicurezza, trasparenza, antiabusivismo sono i pilatri della riforma».

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Per chi non ce l’ha, dal 1° gennaio, scattano le multe?

«Non creiamo agitazione. Nei primi mesi si procederà al fianco delle Regioni per verifiche e correzioni. Siamo decisi ma consapevoli che dobbiamo dialogare con tutti».

Insomma, multe subito o no?

«Vediamo. La categoria del buonsenso è un po’ sconosciuta alla politica. Faremo le cose decise, nel rispetto di tutti, ma non vogliamo punire nessuno. Anche perché quelli che fanno i fenomeni vadano a vedere cosa è successo a New York o a Barcellona. Non mi sembra che abbia funzionato con regole tanto restrittive».

A Firenze, per il comitato, il 95% delle strutture non espone il Cin.

«Lo dovrà esporre. In Toscana abbiamo registrato 67mila strutture, rilasciato 52mila Cin, oltre 900 sono in attesa di verifica, quindi siamo al 78%».

I comitati promettono proteste per il 2025, un anno clou anche per gli arrivi per il Giubileo. È preoccupata?

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«Dica ai comitati di venire a trovarmi al ministero, ci troviamo a un tavolo. Se hanno idee migliori di quelle che abbiamo avuto noi, io sono pronta a confrontarmi. Li invito».



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