il Consiglio regionale nel 2024 ai raggi X

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REGGIO CALABRIA L’anno del “tagliando”. Si conclude il 2024 ed è tempo di bilanci, sul piano numerico ma anche politico, per il Consiglio regionale, che ha traguardato e guadato la metà della legislatura e ora si incammina per affrontare la seconda metà. In un contesto che è rimasto complessivamente produttivo, il 2023 ha registrato per l’assemblea legislativa calabrese una lieve contrazione dei dati, sicuramente fisiologica e poi provocata anche dalla lunga pausa – in pratica due mesi – per le elezioni europee e amministrative di giugno. Lo spirito riformatore dei primi due anni davvero “sprint”, da parte del Consiglio regionale, dietro input della maggioranza di centrodestra a guida del presidente Roberto Occhiuto, c’è stato ma meno accentuato, anche qui per dinamiche fisiologiche.

I numeri

Quindi, un po’ di numeri. Nel 2024 il Consiglio regionale si è riunito 13 volte, rispetto alle 15 del 2023 e alle 16 del 2022, restando inattivo dal 7 maggio al 4 luglio a causa della campagna elettorale, che ha consigliato uno stop dei lavori per evitare la “captatio benevolentiae” e l’accusa di strumentalità e il cui impatto è stato dunque innegabile. Così come lo stesso impatto della campagna elettorale si è riverberato sull’attività delle Commissioni, che nel 2023, a parte – paradossalmente la quinta Riforme e l’Anti-ndrangheta – hanno registrato cifre inferiori a quelle dell’anno passato. La Commissione che si è riunita il maggior numero di volte è stata la seconda Bilancio, com’è prevedibile (16 sedute, rispetto alle 18 del 2023), seguita dalla Commissione Sanità (15 sedute, rispetto alle 18 del 2023) e dalla Commissione Ambiente (12, rispetto alle 18 del 2023). Fanalino di coda resta la “Riforme”, che è stata ferma praticamente per un anno ma che nell’ultimo scorcio del 2024 si è riunita quattro volte anche per la presentazione di alcune “autoriforme” del Consiglio regionale. Da segnalare poi il dato negativo della Commissione speciale Vigilanza, che si è riunita 6 volte come nel 2023, negativo nel senso che questa Commissione ha una funzione di controllo e di verifica fondamentali per misurare l’efficacia dell’azione dell’intera Regione: con la nuova guida avvenuta con il “tagliando” di settembre però le cose dovrebbero migliorare. Sul piano della produzione, nel 2023 il Consiglio regionale ha approvato 43 proposte di legge (rispetto alle 62 del 2023 e alle 55 del 2022): anche qui il “peso” delle elezioni si è fatto evidentemente sentire. Note positive sulla legislazione: alcune riforme importanti come quella per l’istituzione della nuova Agenzia per le politiche industriali e per l’istituzione del Sistema statistico della Regione, note negative il sempre “intensivo” ed eccessivo uso da parte della maggioranza di centrodestra delle leggi Omnibus, che non brillano per chiarezza e trasparenza, e un eccessivo anche qui ostracismo alle proposte di legge dell’opposizione di centrosinistra. Ben 300, infine, le interrogazioni finora depositate: resta sul question time il limite di fondo del ritardo con cui le interrogazioni vengono discusse, ritardo che in genere le rende del tutto inutili.

Mancuso con i presidenti delle Commissioni del Consiglio regionale

L’analisi politica

Sul piano più prettamente politico, il 2024 per il Consiglio regionale è stato l’anno del “tagliando”, con il rinnovo dell’ufficio di presidenza e delle Commissioni. A differenza di quanto avvenuto generalmente in passato, l’Ufficio di presidenza è stato rinnovato – e riconfermato in toto con la presidenza affidata sempre a Filippo Mancuso della Legaa febbraio, in netto anticipo rispetto alla scadenza di metà legislatura, per motivi fondamentalmente politici legati alla campagna elettorale. Le Commissioni invece sono state rinnovate a settembre, con un’altra novità: le presidenze sono andate tutte alla maggioranza, compresa la Vigilanza che per prassi in genere (non sempre però) è riservata all’opposizione ma che stavolta è andata a Forza Italia, con un blitz del centorodestra che aveva bisogno di risistemare i propri equilibri interni soprattutto tra Lega e Forza Italia, che era rimasta con una sola presidenza per l’addio dei consiglieri regionali Giuseppe Mattiani e Katya Gentile (rispettivamente presidenti della quinta e della sesta Commissione) passati da Fi al Carroccio. Alla fine le presidenze sono state tutte confermate a parte la Vigilanza assegnata all’azzurro Domenico Giannetta.  Diversi i cambi anche nella composizione dei gruppi, molto modificati rispetto alla composizione iniziale: Forza Italia (7 consiglieri) ha “recuperato” gli addii con gli ingressi di Salvatore Cirillo e Antonello Talerico, Fratelli d’Italia (5 consiglieri) ha aggiunto Pietro Molinaro che ha lasciato la Lega, il Carroccio ha 5 consiglieri, Forza Azzurri sempre 2, poi ci sono i consiglieri regionali di Azione Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano che però sono in aula con i gruppi di elezione, quanto all’opposizione il Pd ha 6 consiglieri, M5S solo uno dopo che il consigliere regionale Francesco Afflitto ha aderito al Misto, e DeMa uno (Ferdinando Laghi), mentre il Misto ha 2 componenti. Robuste poi sul piano dei contenuti alcune sedute soprattutto in tema di sanità e una dedicata al dibattito sull’autonomia differenziata. In generale il centrodestra ha sempre mantenuto una compattezza di fondo, in alcuni casi avvalendosi anche del “supporto” di singoli consiglieri dalla minoranza, quanto al centrosinistra spesso l’opposizione si è diversificata e ha di fatto perso un paio di pedine, ormai non organiche, come Laghi e Afflitto, ma nell’ultimo Consiglio regionale è sembrata definirsi nitidamente nei suoi contorni. Ora lo sguardo è al 2025: all’orizzonte, come primi importanti dossier per la maggioranza di centrodestra l’istituzione di due nuove società in house, la ReDigit per il digitale e l’Arec per l’energia, già approdate in aula ma rinviate per la mancanza del quorum del 2/3 e le “autoriforme” del consigliere regionale “supplente” e del tetto al numero di assessori esterni, dossier che potrebbero essere all’ordine del giorno già del primo Consiglio dell’anno nuovo. (a. cant.)

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