Non accadeva dal 2005 che l’Ars approvasse la Finanziaria di questi tempi. Il governo evita così l’esercizio provvisorio, rendendo regolare la spesa già da giovedì prossimo. Ma tutto questo ha un prezzo enorme, perché per abbassare il muro dell’ostruzionismo, alzato da Pd e 5 Stelle e pure da pezzi della maggioranza che nei giorni scorsi hanno agito per il tramite dei franchi tiratori, Palazzo d’Orleans ha messo sul piatto 100 milioni in più.
A ogni deputato 1,4 milioni
Tanti ne sono serviti per finanziare gli emendamenti dei deputati, sia di maggioranza che di opposizione. Ed essendo i parlamentari 70, la media matematica indica che a ognuno di essi è andato un budget di un milione e 420 mila euro. Così, alle 9 di ieri mattina (sabato 28 dicembre), ha visto la luce un maxi emendamento che contiene 69 articoli in 75 pagine fitte di contributi a pioggia parcellizzati e camuffati dietro fondi ai Comuni per svariate tipologie di intervento: formalmente le associazioni vicine ai deputati restano escluse ma il canale di finanziamento del 2025 non sarà l’Ars direttamente, saranno i sindaci che sul territorio fanno riferimento ai vari deputati. Aggirato così l’ostacolo del «caso Auteri», cioè dei contributi senza bando che hanno finanziato associazioni amiche dei parlamentari, soprattutto nel mondo dello spettacolo.
La manovra vale 955 milioni
Come detto, il totale di queste misure a pioggia vale circa 100 milioni. Ma ci sono anche altri articoli inseriti dal governo, per misure di più ampio respiro, che portano la spesa aggiuntiva rispetto al testo base fino a 300 milioni. In questo modo la Finanziaria vale 955 milioni, il testo arrivato in aula due settimane fa ne valeva 650.
L’escamotage per i contributi
L’escamotage trovato dai partiti per erogare finanziamenti in modo diretto si è trasformato nella formazione di elenchi interminabili di contributi ad hoc ai Comuni. Dentro questi elenchi dal titolo generico si camuffano però anche associazioni, feste e sagre che sulla carta dovevano restare fuori dai giochi, almeno in questa fase. Così, nell’elenco dei 59 Comuni destinatari di contributi extra per scuole e attività culturali spunta il contributo da 30 mila euro per l’orchestra e il coro Sheherazade di Paceco. Il cuore del maxi emendamento è un fondo da 15 milioni e 835 mila euro creato per erogare 272 finanziamenti a vari Comuni. Ma fra questi che vengono chiamati «fondi per promozione e attività di marketing» spuntano misure ancora più dirette: 50 mila euro per il Filmfestival di Belpasso, 190 mila per il beach volley a Ragusa, 80 mila per gli Archi di pane a San Biagio Platani, 100 mila euro per la festa di Li Schietti a Terrasini, 50 mila per la sagra della pesca a Bivona, 25 mila per quella del pesce ad Augusta e 100 mila per quella del cannolo a Piana degli Albanesi, 110 mila per quella del carciofo a Cerda. Senza dimenticare i 50 mila euro per Sicilia Gourmet a San Cipirello, 75 mila per il Terra d’Amuri Music Fest di Pollina, 35 mila per il Jazz festival di Brolo e altrettanti per la Sfilata dell’Orso e della Principessa a Saponara, 25 mila anche per Vivi Ficarazzi. Uno dei finanziamenti più elevati è quello da 200 mila euro per il palio dei Normanni a Piazza Armerina. Scorrendo l’elenco spiccano altre misure ad hoc: 25 mila euro per Festivalando a Segesta, 100 mila per l’Estate trabiese, 100 mila per le Notti di Ghiaccio a Marineo, 25 mila per la festa di San Giuseppe a Santa Maria di Licodia.
I fondi a Palermo
Parecchie voci premiano Palermo: 100 mila euro per il Sicily for Life, 45 mila per l’Aedi Storytelling fest, 40 mila per Sicilia Cabaret. E poi ci sono anche 25 mila euro per il festival The Shock, 25 mila per Lo sport non va in vacanza, 25 mila pure per Spiaggia in movimento, 25 mila per la Passione di Cristo a Partanna Mondello. Non mancano i carnevali: 200 mila per quello di Acireale, 25 mila euro per quello di Cinisi, 25 mila per quello di Montelepre, 30 mila per quello di Montevago, 50 mila per Grisì.
I contributi doppione
Ci sono perfino Comuni che ottengono due volte finanziamenti per la stessa iniziativa. È il caso di Montemaggiore Belsito che si vede approvare 50 mila euro per i festeggiamenti in onore del Crocifisso e 20 mila per il Carnevale. Ragusa fa anche meglio: 100 mila euro «per la messa in onda di spot promozionali», altri 100 mila per «prodotti televisivi di promozione turistica» e 300 mila per altri «interventi di promozione turistica».
I premi ai teatri
Neanche i teatri sfuggono ai premi a pioggia che si aggiungono ai fondi ordinari: 45 mila euro al Massimo di Palermo per far nascere un’accademia di cantanti lirici, 300 mila al Pirandello di Agrigento, 50 mila al teatro Al Massimo di Palermo. Grazie a 500 mila euro, scongiurata la vendita all’asta del patrimonio della fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella.
Microaiuti per opere pubbliche
Il capitolo di contributi a pioggia dal peso maggiore è quello destinato a interventi di riqualificazione urbana: verrà gestito dall’assessorato alle Infrastrutture, guidato dal meloniano Alessandro Aricò, e vale 60 milioni e 445 mila euro con cui vengono erogati 524 microfinanziamenti che premiano Comuni, enti ecclesiastici e fondazioni. Serviranno a realizzare opere pubbliche e impianti vari.
I campi sportivi
Altro capitolo di grande peso è quello che vale 6 milioni e 166 mila euro e finanzia impianti sportivi in 40 Comuni. È un fiorire di campi da padel, calcetto e palazzetti dello sport.
664 contributi a pioggia
La Finanziaria si traduce così in una decina di elenchi che mettono insieme 664 contributi a pioggia (la media di 9,4 a deputato). Non c’è Comune fra quelli di provenienza dei 70 parlamentari che non sia stato premiato da questi capitoli di spesa. È, questa, la fotografia più chiara dell’accordo trasversale che ha poi portato all’approvazione della manovra con 39 voti a favore e 20 contrari. Il plotoncino di 3 deputati di Sud chiama Nord, il movimento di Cateno De Luca, si è astenuto, complice la valanga di contributi per il fortino elettorale dei Comuni messinesi (da Taormina a Fiumeddinisi passando per Santa Teresa Riva) su cui arrivano le cifre più alte. Dalla Finanziaria il governo esce quindi con numeri più ampi, e di molto, visto che l’opposizione può ormai contare solo sugli 11 deputati dei 5 Stelle e sugli altri 11 del Pd.
Il no al bando
Respinto invece l’appello delle 103 associazioni escluse dai contributi a pioggia nel 2024 e raggruppate negli Stati Generali dello Spettacolo: non c’è stato l’aumento del fondo che mette i contributi a bando (il Furs). Soluzione per la quale si è battuta, la 5 Stelle Roberta Schillaci che però è riuscita ad ottenere solo 500 mila euro in più a fronte dei 3,5 richiesti. Il Furs vale appena di 7 milioni e su questi dovrà sperare chiunque non è stato premiato da un contributo ad hoc.
Schifani: «In manovra c’è di più»
Il presidente Schifani ha preso le distanze da questi contributi e ha concentrato la sua analisi su tutto il resto: «Con la Finanziaria superiamo un’altra pagina di precariato, variamo misure per la crescita del tessuto economico e per sostenere i consumi, prevediamo investimenti contro la crisi idrica e stanziamo importanti risorse per gli enti locali. Per il secondo anno consecutivo evitiamo l’esercizio provvisorio e oltre un quarto del valore della manovra, 280 milioni, è destinato a investimenti mentre il fondo sanitario cresce di 120 milioni».
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