entro quando possono essere pagati?

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Nel testo della Legge di Bilancio 2025 sono previste diverse conferme e novità per i fringe benefit.

Vengono confermati i limiti già previsti per l’anno in corso, ovvero di 1.000 euro per la generalità di lavoratori dipendenti e di 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico, e viene introdotto il cosiddetto “bonus affitto” per i dipendenti fuori sede.

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Si tratta dell’aumento a 5.000 euro del limite di non tassabilità per i neoassunti che spostano la residenza di oltre 100 chilometri. La soglia viene innalzata per due anni dalla data di assunzione a patto che il lavoratore abbia un reddito fino a 35.000 euro nell’anno d’imposta precedente all’assunzione.

Al netto delle novità in arrivo a partire dal 1° gennaio 2025, entro quando devono essere corrisposte le somme erogate dai datori di lavoro ai lavoratori dipendenti in relazione all’anno 2024?

Si deve tenere conto della scadenza di inizio anno, prevista sulla base delle regole del principio di cassa allargato.

Fringe Benefit 2024: pagamento entro il 12 gennaio 2025

I datori di lavoro devono tenere conto della scadenza per il pagamento dei fringe benefit relativi all’anno di imposta 2024.

Devono infatti pagare le somme riconosciute ai propri lavoratori dipendenti (a titolo di fringe benefit) prendendo in considerazione le regole previste dall’articolo 51 del TUIR, rubricato come “determinazione del reddito di lavoro dipendente”.

Al comma 1 viene previsto quanto di seguito riportato:

“Il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro. Si considerano percepiti nel periodo d’imposta anche le somme e i valori in genere, corrisposti dai datori di lavoro entro il giorno 12 del mese di gennaio del periodo d’imposta successivo a quello cui si riferiscono.”

Entro la scadenza del 12 gennaio 2025 devono quindi essere pagati gli importi relativi all’anno in corso.

La scadenza è frutto del cosiddetto “principio di cassa allargato” che fa rientrare tutti gli importi pagati nella parte iniziale dell’anno successivo al periodo d’imposta all’interno del reddito da lavoro dipendente percepito nell’anno di imposta precedente, in questo caso il 2024.

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Le somme pagate entro il 12 gennaio 2025 saranno considerate nell’anno di imposta 2024.

Fringe Benefit: cosa succede se il pagamento avviene dopo il 12 gennaio 2025

Superata la scadenza del 12 gennaio le somme rientreranno in quelle previste per l’anno 2025.

In questo caso dovranno essere considerati i limiti in vigore con la Legge di Bilancio e gli importi concorreranno a “riempire” la soglia di non tassabilità con riferimento all’anno di imposta 2025.

All’interno di tale soglia, con la riconferma di quanto già previsto per l’anno 2024, rientrano gli importi relativi all’uso di beni e servizi. Al superamento delle soglie l’intero importo viene “tassato”.

Tra le somme che possono rientrare all’interno dei fringe benefit ci sono:

  • le utenze domestiche del servizio idrico integrato, le bollette dell’acqua;
  • le utenze dell’energia elettrica e del gas naturale, le bollette di luce e gas;
  • le spese per il contratto di locazione della prima casa, le spese per l’affitto;
  • le spese per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa.

Tra i diversi fringe benefit possono essere ricomprese anche diverse altre tipologie, tra le quali:

  • auto aziendali;
  • buoni pasto;
  • fabbricati concessi al dipendente;
  • beni e servizi ceduti gratuitamente al dipendente;
  • polizze sanitarie e prestiti concessi al dipendente.

In merito ai limiti di esclusione dalla tassazione continuano ad applicarsi le regole già previste per il 2024.

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Per effetto della riconferma nella Legge di Bilancio 2025, le soglie da rispettare sono:

  • 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti;
  • 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

Infine è prevista una novità per i lavoratori fuori sede: l’aumento del limite a 5.000 euro per i nuovi assunti a partire dal 1° gennaio, che trasferiscano la residenza di oltre 100 chilometri e che abbiano un reddito fino a 35.000 euro nell’anno d’imposta precedente a quello dell’assunzione.



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