Dal centrodestra al centrosinistra: pioggia di critiche su Melucci

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Pioggia di commenti dopo la lunga seduta consiliare di approvazione del bilancio di previsione. Ecco gli interventi del consigliere comunale e regionale Massimiliano Di Cuia, del consigliere comunale Gianni Liviano, di Mattia Giorno (Pd) e del coordinatore di Con, Francesco Falcone.

Massimiliano Di Cuia (Forza Italia): «L’amministrazione naviga a vista, quanta confusione!»

«Ho votato convintamente contro il documento unico di programmazione e il bilancio di previsione che ieri il Consiglio Comunale di Taranto ha approvato a maggioranza nonostante le evidenti criticità sia dal punto di vista politico che contabile.

Avevamo chiesto il rinvio della discussione per palesi violazioni nell’iter amministrativo di approvazione delle delibere, ma la maggioranza ha voluto tirare dritto, infischiandosene dei possibili ricorsi che pure abbiamo paventato in aula.

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Nel merito poche idee e confuse, nessuna prospettiva di rilancio per settori cruciali della vita amministrativa dell’ente e scelte che meritavano ben altro approfondimento, prima tra tutte quella sugli asili nido comunali.

Continuiamo nella nostra azione di opposizione a questa amministrazione, che naviga a vista senza un orizzonte programmatico e nella più assoluta confusione politica. Ieri ne abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione».

Gianni Liviano (Demos): «Chiudere subito questa esperienza di governo»

«Se la notizia è la (pessima) scelta di esternalizzare i nove asili nido della città, la ragione che motiva la scelta è ancora peggiore. Il Comune di Taranto è in una situazione finanziaria di grande difficoltà e se la sentenza dei Boc (il maxi prestito obbligazionaria da 250 milioni di euro stipulato oltre vent’anni dal Comune di Taranto con la ex Banca Opi) fosse negativa per il Comune, potremmo parlare di situazione di predissesto.

Secondo i dati riportati sul Dup (documento di accompagnamento al bilancio) ha al 31 dicembre 2023 ben 252.762.000 di debiti. Sostanzialmente significa che siccome la popolazione residente a Taranto è pari s 186.000 abitanti, ogni tarantino ha a carico una quota debito procapite pari a 1.358 euro.

Tenendo conto che la città va sempre piu’ svuotandosi e invecchiandosi, l’Amministrazione Comunale sta ponendo sulle spalle delle future generazioni che rimarranno nella nostra città (e che saranno sempre di meno) un importante peso finanziario.

Questo situazione di difficoltà economica è confermata da altri indicatori riportati sul Dup. Per esempio dal Tempo medio di pagamento (tmp) che misura il periodo temporale mediamente intercorrente tra la data di ricevimento della fattura e la data del relativo pagamento, ponderato con l’importo della fattura. In particolare il tmp che nel 2022 era pari a 2,62, nel 2023 sale a 22,84. Ovviamente l’aumento dle tempo medio di pagamento delle fatture da parte del comune è motivato da problemi di liquidità.

La carenza di liquidità è confermata anche dal fatti che il Comune sia stato costretto a chiedere al Tesoriere degli anticipi di liquidità per un importo pari a 92.032.458 euro. Anche nel 2025 (a testimonianza del fatto che la carenza di liquidità sembra dover perdurare anche nel prossimo anno) è previsto nel bilancio di previsione un ammontare di anticipi di tesoreria per lo stesso importo.

Questa carenza di liquidità, che fa il paio con la massa debitoria, e che io ho denunciato piu’ volte, inascoltato, nel periodo in cui sono stato presidente della commissione bilancio, merita alcune riflessioni.

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La prima è che mai come in questi anni il Comune di Taranto ha ricevuto (e sta ricevendo) una mole di finanziamenti enorme. Tra agenzia di coesione, pnrr, tavolo cis, just transition fund, finanziamenti ricevuti dall’Eni e dall’ex Ilva, a Taranto sono arrivati davvero tantissimi soldi. Accumulare una così forte massa debitoria nonostante tutta questa mole di finanziamenti racconta un’assoluta sciatteria e irresponsabilità nella gestione delle risorse.

La seconda è che a causa di questa mole importante di debiti, al fine di trovare le risorse, il Comune pone per tutte le entrate tributarie (tari, imu, addizionale comunale) il massimo delle aliquote. Nel dup di parla di importi di entrate previsti per il 2025 pari a tre -quattro volte quelli degli anni precedenti. Probabilmente si tratta di un errore da parte di chi ha scritto il dup, ma anche se cosi fosse, commettere errori cosi’ marchiani racconta ulteriormente la sciatteria con cui siamo amministrati.

La terza è che nonostante questa tassazione altissima i cittadini fanno fatica a comprendere il senso del loro sacrificio perché la qualità dei servizi resa è oggettivamente scarsa.

La quarta e ultima considerazione è che la Chiusura degli Asili Nido (come la rinuncia al Sail Gp) vanno inseriti nella necessità di risparmiare. Ma mentre la rinuncia della sail gp è una cosa condivisibile, la chiusura degli asili nido assolutamente no. Abbiamo poche cose che funzionano bene in città e una di queste sono gli asili nido. Chiuderli rappresenta un grandissimo errore.

Ancora una volta purtroppo devo affermare che chiudere questa esperienza di governo, checché ne possano pensare a Bari, è un’urgenza indifferibile per la nostra città».

Mattia Giorno (PD): «Dal centro destra falsa opposizione»

«Non staremo qui a farci fare la morale politica da nessuno, figuriamoci dal centro destra. Ci vuole coraggio a sostenere che il PD tornerà in maggioranza quando proprio gli esponenti nazionali dei partiti di centro destra hanno stretto diversi accordi, nei mesi scorsi, con il Sindaco. E non parlo solo delle elezioni europee, con quello che abbiamo denunciato come evidente patto elettorale a trazione leghista con tanto di visita di Salvini e messaggi mandati da esponenti della maggioranza per il voto a Roberto Marti.
E questa condizione si è palesata più volte in aula di consiglio, così come è emersa da articoli di stampa nel tentativo di mediare presidenze di autorità pubbliche esterne al Comune, come nel caso della ipotesi paventata dai giornali della Presidenza dell’Autorità portuale a Musillo. Su queste condizioni, unite al fatto che il bilancio del Comune ancora oggi e per i prossimi anni sconterà i residui economici del dissesto che porta la loro firma, noi e la città respingiamo la morale al mittente.

Abbiamo ampiamente dimostrato cosa vuol dire coraggio e dignità e la comunità democratica ionica, unita al centro sinistra, sono convintamente forze di opposizione e nessuno può insinuare nulla su militanti e dirigenti del partito a tutti i livelli.

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Piuttosto, mentre noi stiamo costruendo una piattaforma programmatica e continuiamo a lottare per la difesa delle politiche pubbliche del Comune, dal centro destra sembra emergere solo il silenzio assordante di una falsa opposizione. Nessun lavoro vero a difesa della città, come per gli asili. Ma anche a questo siamo già stati abituati quando da Roma sono arrivate le nomine di brindisini e leccesi per la guida del nuovo Comitato dei Giochi. Prima di parlare serve dimostrare ai tarantini le proprie posizioni con gesti contrari, palesi e permanenti e non a fasi alterne, come anche le deleghe in Provincia a Roberto Puglia e all’ex consigliere Gentile. E ancora, con quel che si dice circa il fatto che attuali esponenti di maggioranza politica e dei cda starebbero già apparecchiando le loro candidature con il centro destra alle prossime comunali, marcando una piena continuità amministrativa. Se a questo aggiungiamo le questioni regionali e nazionali il cerchio si chiude. La Regione Puglia è schierata ogni giorno per la crescita del territorio e per la cooperazione istituzionale, cosa che non vediamo del tutto dalle forze di Governo; al contrario osserviamo il tentativo permanente di smantellare il tessuto economico e produttivo della provincia ionica senza nessuna vera idea di rilancio politico per il futuro di Taranto».

Francesco Andrea Falcone (Con Taranto): «Tornare al voto»

«Con rammarico il Consiglio Comunale di Taranto approva la scelta di affidare a soggetti privati la gestione degli asili nido comunali. Una scelta alla cui base probabilmente ci sono ragioni economiche e di reindirizzo del personale dell’Ente, ma che cancella una storia lunga oltre 50 anni in cui l’indirizzo educativo e pedagogico dei bambini che hanno frequentato quelle strutture è stato sempre universale e non affidato alle diverse sensibilità di soggetti privati.

Questo, come molti altri temi politici sono alla base delle ragioni che hanno diviso la maggioranza uscita vincitrice dalle scorse elezioni e generato una nuova maggioranza tra gli eletti.

Non ci sono questioni personali ma differenze di visione del governo di questa comunità delle quali si potrebbe fare un lungo elenco, partendo dalla espansione della città verso l’area orientale, passando per l’introduzione di nuove forze politiche prima alla opposizione e poi in maggioranza, andando al tema della sostituzione del Presidente del Consiglio Comunale fino ad arrivare oggi a questo atto di privatizzazione.
Le ragioni alla cui base possono spiegarsi in un equilibrio di bilancio ma hanno pure sentimenti e visioni a volte lontani da quelli di chi ha consentito di superare la sfiducia dei 17 e ritornare alla guida della città. Per queste motivazioni che volta dopo volta, Consiglio dopo Consiglio, si manifestano, riteniamo utile voltare pagina e tornare al voto. Sono differenze di visione che non si possono colmare neanche attraverso i buoni rapporti con l’amministrazione regionale. Dove deciderà di essere chiunque la pensi in questo modo, noi preferiremo essere sempre altrove».

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