Pensioni gennaio, ci sarà una spiacevole sorpresa per molti pensionati con l’arrivo del nuovo anno. Molti, infatti, dovranno addirittura aspettare 10 giorni per l’assegno
Le festività natalizie, tanto attese e amate, portano con sé momenti di gioia e condivisione, ma anche un aumento significativo delle spese. Per molti pensionati italiani, specialmente coloro che non hanno tredicesima o questa non è particolarmente ricca, dicembre diventa un mese di bilanci impegnativi: tra regali per figli e nipoti, addobbi natalizi, e i costi dei tradizionali pranzi e cene in famiglia, il portafoglio rischia di svuotarsi rapidamente.
A gennaio, quindi, il nuovo assegno pensionistico rappresenta un’importante boccata d’ossigeno per rimettere in ordine i conti e affrontare il nuovo anno con maggiore serenità. E c’è da considerare anche la perequazione automatica delle pensioni 2025 che porta un lieve incremento degli importi pensionistici, adeguandoli al costo della vita. Questo aggiornamento è stato determinato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che ha fissato il tasso di indicizzazione allo 0,8%, basandosi sui dati ISTAT relativi all’inflazione.
Come saranno rivalutate le pensioni nel 2025
L’adeguamento varia in base all’importo della pensione, seguendo tre fasce principali:
- 100% del tasso (0,8%): applicato ai trattamenti pensionistici fino a tre volte il trattamento minimo INPS.
- 90% del tasso (0,72%): applicato ai trattamenti tra tre e cinque volte il trattamento minimo INPS.
- 75% del tasso (0,6%): applicato ai trattamenti superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS.
Tuttavia, nonostante questa ‘buona notizia’, il 2025 inizia con una notizia che potrebbe complicare la gestione delle finanze di molti anziani: le pensioni del mese di gennaio saranno pagate con un ritardo di 10 giorni rispetto al calendario tradizionale per molti pensionati.
Questo cambiamento, che deriva dalla concomitanza con le festività, costringerà molti pensionati ad aspettare più a lungo per accedere ai loro soldi, soprattutto chi attinge presso gli uffici postali.
Quando arrivano le pensioni a gennaio 2025?
A causa delle festività, il pagamento delle pensioni presso banche e Poste è stato fissato per il 3 gennaio 2025, un venerdì. Se poi ci mettiamo il sabato e la domenica più l’Epifania che acde di lunedì, ecco che il quadro è completo e lo slittamento generale per tantissimi pensionati. Specialmente chi ritira in contanti, i quali, già normalmente, devono attenersi a un calendario preciso come da abitudine dal Covid in poi.
Questa volta, per i suddetti motivi, la proiezione è ancora più lunga e arriva addirittura il 10 gennaio per chi ha la “sfortuna” di avere un cognome con le ultime lettere dell’alfabeto.
- A – B: venerdì 3 gennaio 2025
- C – D: sabato 4 gennaio 2025 (solo al mattino)
- E – K: martedì 7 gennaio 2025
- L – O: mercoledì 8 gennaio 2025
- P – R: giovedì 9 gennaio 2025
- S – Z: venerdì 10 gennaio 2025
Questo significa, come accennato poc’anzi, che chi ha un cognome che inizia con le lettere dalla S alla Z dovrà attendere fino a venerdì 10 gennaio per ricevere i propri soldi in contanti.
Per chi sa già che dovrà ritirare la pensione tra il 7 e il 10 gennaio, può essere utile pianificare con attenzione le spese. Un consiglio è quello di accantonare una parte dell’assegno di dicembre per coprire eventuali necessità urgenti nei primi giorni di gennaio. Sebbene il ritardo nei pagamenti possa creare disagi, il calendario scaglionato è stato pensato per garantire un flusso ordinato presso gli uffici postali, evitando lunghe code e disagi maggiori come la pandemia ci ha insegnato.
L’alternativa per i pensionati che dovranno aspettare
Nulla toglie che questi diretti interessati, volendo e potendo, possano prelevare l’assegno pensionistico direttamente all’ATM per accelerare i tempi e accedere ai fondi senza aspettare il calendario scaglionato degli uffici postali. Tuttavia il problema è che molti pensionati non dispongono di una carta bancomat o non sono abituati a utilizzarla, preferendo il ritiro in contanti allo sportello.
A tal proposito, l’INPS ha ricordato che il pagamento in contanti è ammesso solo per importi complessivi fino a 1.000 euro. Per somme superiori, infatti, i pensionati sono tenuti a comunicare all’INPS il proprio IBAN per l’accredito diretto della prestazione sul conto corrente. Regola in linea con le normative per la tracciabilità dei pagamenti. Per evitare situazioni del genere, è consigliato agli anziani che hanno modo di provvedere all’apertura di una carta e apprendere al prelievo all’ATM tramite un parente in caso di difficoltà.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link