Come l’Intelligenza Artificiale può rivoluzionare l’agricoltura? A rispondere a questa, come ad altre domande, sono l’associazione barese DatX e Francesco Vicino, che ha preparato una tesi di dottorato in “Gestione Sostenibile del Territorio” presso l’Università degli Studi di Bari. L’incontro ha chiuso il cartellone del “Salt Fest” a Margherita di Savoia (presso il Palazzo della Cultura). Nello specifico, DatX opera nel Sud Italia e si occupa di formazione e supporto alle donne che desiderano intraprendere una carriera nel mondo dell’intelligenza artificiale, Il lavoro portato avanti dallo studente si intitola “Impiego delle tecnologie 4.0 in agricoltura di precisione”.
“In questa tesi ho avuto modo di studiare l’andamento della trasmissione delle vibrazioni generata da uno scuotitore di tronco su alberi di olivo adulti e monumentali, al fine di sviluppare una potatura di rimodellamento della struttura dell’albero (o potatura di precisione) ed efficientare la raccolta meccanica”, ha spiegato Francesco Vicino.
“Inoltre, mi sono occupato dell’analisi delle immagini e dell’applicazione di AI in campo, proponendo uno studio effettuato su piante di melograno. Con il mio lavoro punto a dimostrare come la combinazione di intelligenza artificiale e altri strumenti attualmente utilizzati nell’agricoltura 4.0 (come droni, sensori, camere) possano avere un impatto significativo sulla produzione agricola del territorio, sia in termini quantitativi che qualitativi, ottimizzando l’uso delle risorse, riducendo gli sprechi (e i costi) e rispettando l’ambiente”.
A fare luce sul tema è anche Simone Pascuzzi, docente di Meccanica Agraria al dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell’Università degli Studi di Bari e, fra le altre cariche, è anche membro della Commissione novità dell’Eima di Bologna. Il professore universitario ha seguito il dottorando nell’elaborazione del suo studio.
“Nell’ambito agricolo l’utilizzo dell’AI è utile per diversi scopi – ha detto il professore Simone Pascuzzi – l’AI è un software in grado di simulare l’intelligenza umana. In ambito agricolo può elaborare dati provenienti da diverse fonti, come quelli storici e dati da sensori (posizionati nel terreno o sulle colture) e/o da cam che visualizzano la vegetazione e il grado di fruttificazione. Il tutto per ottenere informazioni e consigli utili all’agricoltore ai fini di decisioni sul management aziendale”.
“L’AI è utilizzata anche nel funzionamento di macchine agricole altamente automatizzate, come ad esempio nella robotica agricola, un settore emergente focalizzato sullo sviluppo di piattaforme robotiche a controllo remoto, utilizzate per supportare gli agricoltori e automatizzare alcune attività agricole. Queste piattaforme stanno rivoluzionando il settore agricolo, integrando diverse tecnologie, quali sensoristica avanzata, machine learning, data fusion e intelligenza artificiale”.
“In pratica – ha proseguito Pascuzzi – in passato l’agricoltore si recava necessariamente di persona nei campi; tramite l’AI si riducono i tempi di lavoro e la fatica umana, ottimizzando le risorse. Inoltre, si abbatte anche il margine di errore in fase di coltivazione. I sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale sono già in uso nella nostra regione da qualche anno e vengono perfezionati grazie agli studi in continua evoluzione, come quello del mio dottorando. Quest’ultimo si è occupato del riconoscimento di melagrane nel territorio leccese: qui un robot con telecamera riprendeva le immagini degli alberi di melograno. I relativi fotogrammi sono stati usati per valutarne la fruttificazione, tramite un algoritmo di riconoscimento”.
“L’algoritmo è riuscito a riconoscere le melagrane, contarle e valutarne le dimensioni. Il vantaggio di un’operazione del genere? Intanto commerciale e poi sopperire alla carenza di manodopera. Si sta puntando ad automatizzare le operazioni in quanto un rilevante problema dell’agricoltura è la mancanza di un ricambio generazionale. Dunque – ha concluso – mettere a punto sistemi di questo tipo può rappresentare il futuro dell’agricoltura. Un futuro a oggi tutto in fase di sviluppo”.
Al talk proposto dal Salt Fest, che ha avuto il patrocinio della Regione Puglia, previsto anche l’intervento di DatX, associazione barese che si occupa di AI, creata da due ragazze di Noicattaro e Putignano.
“L’intelligenza artificiale non ruba il lavoro a nessuno, come molti pensano, piuttosto può creare maggiore occupazione, riducendo il gender gap sia nell’agricoltura che nell’informatica – hanno commentato Clelia Spinelli e Sabrina Sforza di DatX – il nostro intento è spronare le donne a intraprendere una professione nel mondo tech, supportandole con corsi di formazione gratuiti. Ci poniamo, dunque, come un ponte tra le aziende e le candidate”.
(gelormini@gmail.com)
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