Davide Uria: Tra poesia, arte e innovazione. Un 2024 all’insegna della creatività

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Domanda 1: Davide, il tuo 2024 sembra essere stato un anno particolarmente intenso. Come descriveresti questo periodo della tua carriera?

Davide Uria: Questo anno è stato una fusione tra passato e futuro. Ho avuto l’opportunità di rielaborare il mio percorso poetico con “Oltre Tempo” e di avventurarmi in territori nuovi con il mio primo saggio, “Lucio Fontana spiegato a mia nonna: Perché i tagli sono opere d’arte”. Mi piace pensare a questo periodo come a una fase di consolidamento e innovazione, in cui ogni progetto è stato un tassello per raccontare la mia visione artistica. È stato anche un momento di riflessione sul mio percorso, che mi ha permesso di apprezzare l’evoluzione delle mie idee e di immaginare nuove possibilità per il futuro.

Domanda 2: Guardando al tuo passato, quali progetti senti siano stati fondamentali per costruire la tua identità artistica?

Davide Uria: Ogni progetto ha avuto un ruolo importante nel mio percorso, ma se dovessi citarne alcuni, sicuramente “Trame d’assenza” è stato un punto di svolta. Questo libro ha raccolto anni di scrittura, esplorando temi come l’assenza e la memoria. Un altro progetto significativo è “Panacea. Al di là dell’abisso”, dove la collaborazione con Mariateresa Quercia ha dato vita a un dialogo unico tra poesia e illustrazione. Inoltre, non posso dimenticare le esperienze legate alla curatela artistica, come le mostre “Minuscule” e “Collateral Identity”, che mi hanno permesso di entrare in contatto con una dimensione collettiva dell’arte. Ogni lavoro rappresenta una tappa di un viaggio che continua ancora oggi.

Domanda 3: Parliamo di “Non mi vedi”. Cosa ti ha spinto a tornare a questa raccolta e a utilizzare il video girato anni fa?

Davide Uria: “Non mi vedi” rappresenta una sintesi della mia produzione poetica e un momento di riflessione sul mio percorso. Ho deciso di includere il video girato da Mariangela Martina e Teresa Romano, non solo per la sua qualità artistica, ma anche perché conserva un’autenticità e una forza visiva che dialogano perfettamente con i temi della raccolta. Questo video, realizzato anni fa, ha trovato una nuova vita in questo contesto, dimostrando come il passato possa arricchire il presente. È stato emozionante rivedere quelle immagini e scoprire quanto fossero ancora attuali, quasi fossero state create appositamente per accompagnare questa raccolta.

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Domanda 4: Il tuo saggio su Lucio Fontana ha ricevuto molti apprezzamenti. Come è nato questo progetto?

Davide Uria: L’idea è nata dalla volontà di avvicinare il pubblico all’arte contemporanea con un approccio leggero e ironico. Spesso si pensa che l’arte contemporanea sia inaccessibile o difficile da comprendere. Con questo libro ho voluto dimostrare il contrario, raccontando la storia e la poetica di Fontana in modo semplice e coinvolgente. Ho scelto il taglio ironico perché credo che il sorriso sia una chiave fondamentale per aprire le porte della comprensione. È stato anche un modo per sfidare me stesso, esplorando un genere diverso dalla poesia ma altrettanto stimolante.

Domanda 5: Nel tuo percorso artistico, hai spesso intrecciato poesia e illustrazione, come in “Panacea. Al di là dell’abisso”. Cosa ti spinge a esplorare linguaggi diversi?

Davide Uria: Credo fermamente nel potere del dialogo tra linguaggi artistici. Ogni medium ha una voce unica e, insieme, possono raccontare storie più ricche e complesse. In “Panacea”, le illustrazioni di Mariateresa Quercia hanno aggiunto una dimensione visiva alle mie parole, creando un’esperienza immersiva per il lettore. Questa ricerca di intrecci tra parola e immagine è una costante del mio lavoro. Amo l’idea di costruire un ponte tra diverse forme espressive, permettendo a ciascuna di arricchire l’altra.

Domanda 6: La tua carriera spazia tra poesia, curatela artistica e insegnamento. Quali sono le maggiori sfide di questo equilibrio?

Davide Uria: Non è sempre semplice bilanciare tutto, ma credo che queste attività si alimentino reciprocamente. La curatela mi permette di scoprire nuove prospettive e di collaborare con altri artisti, arricchendo il mio bagaglio creativo. L’insegnamento, invece, è una continua fonte di ispirazione. Avere la possibilità di trasmettere il mio amore per l’arte agli studenti dell’Università della Terza Età di Trani mi ricorda quanto sia importante rendere l’arte accessibile a tutti. Questi momenti di scambio sono fondamentali per mantenere viva la mia passione e per continuare a crescere come artista e come persona.

Domanda 7: Qual è il ruolo delle emozioni nel tuo processo creativo?

Davide Uria: Le emozioni sono il fulcro del mio lavoro. Che si tratti di poesia, illustrazione o saggistica, il mio obiettivo è sempre quello di raccontare una verità emotiva. Cerco di partire da un’esperienza personale per arrivare a un messaggio universale, capace di toccare il cuore di chi legge o osserva. Credo che l’arte sia uno strumento potentissimo per esplorare e condividere le emozioni, creando connessioni autentiche tra le persone.

Domanda 8: Cosa possiamo aspettarci da te nel prossimo futuro?

Davide Uria: Sto lavorando a nuovi progetti che continuano a esplorare il dialogo tra parole e immagini. Inoltre, ho in mente di approfondire ulteriormente il tema dell’arte contemporanea con un nuovo saggio. Voglio continuare a raccontare il mondo con profondità e leggerezza, cercando sempre di costruire un ponte tra tradizione e innovazione. Restate sintonizzati, perché credo che il futuro abbia in serbo molte sorprese interessanti.

Domanda 9: Guardando al video di “Non mi vedi”, quanto è importante per te la collaborazione con altri artisti?

Davide Uria: La collaborazione è una parte essenziale del mio processo creativo. Il video di “Non mi vedi” ne è un esempio perfetto: il lavoro di Mariangela Martina e Teresa Romano ha aggiunto una profondità visiva alla mia poesia, creando qualcosa che va oltre la somma delle parti. Amo lavorare con altri artisti perché ogni collaborazione è un’opportunità per imparare e per scoprire nuovi modi di vedere e raccontare il mondo.

Domanda 10: Qual è stato il progetto più sfidante della tua carriera?

Davide Uria: Sicuramente “Panacea. Al di là dell’abisso” è stato un progetto molto impegnativo. Collaborare con Mariateresa Quercia è stato stimolante, ma anche una sfida: dovevamo trovare un equilibrio tra parole e immagini, creando un’opera coerente e significativa. Inoltre, “Lucio Fontana spiegato a mia nonna” ha rappresentato una sfida completamente diversa, poiché mi sono confrontato con il mondo della saggistica, un territorio nuovo per me.

Domanda 11: Come riesci a mantenere viva l’ispirazione?

Davide Uria: L’ispirazione è ovunque: nei piccoli dettagli della vita quotidiana, nei libri che leggo, nelle persone che incontro. Cerco di rimanere aperto al mondo, di ascoltare e osservare. Anche l’insegnamento gioca un ruolo importante: il confronto con gli studenti mi offre spesso nuovi spunti di riflessione. Infine, mi prendo del tempo per me stesso, per ricaricarmi e ritrovare quella scintilla creativa.

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Domanda 12: Cosa ti ha spinto a tornare all’indipendenza editoriale con “Non mi vedi”?

Davide Uria: Tornare all’indipendenza editoriale è stata una scelta dettata dalla voglia di avere maggiore controllo sul mio lavoro. Volevo che “Non mi vedi” fosse esattamente come l’avevo immaginato, senza compromessi. È stato anche un modo per riaffermare la mia autonomia e la mia identità come artista. La libertà creativa che deriva dall’auto-pubblicazione è impagabile.

Domanda 13: Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere con “Non mi vedi”?

Davide Uria: “Non mi vedi” parla di invisibilità, di quelle emozioni e storie che spesso rimangono nascoste agli occhi degli altri. È un invito a guardare oltre le apparenze, a percepire ciò che non è immediatamente visibile. Con questa raccolta, desidero che i lettori si sentano incoraggiati a esplorare le loro profondità, ad accogliere le loro vulnerabilità e a connettersi con il lato più autentico di se stessi. La poesia, in questo senso, diventa un ponte tra ciò che è detto e ciò che è taciuto, tra ciò che vediamo e ciò che scegliamo di ignorare.

Domanda 14: Quali sono i tuoi obiettivi a lungo termine come artista e scrittore?

Davide Uria: A lungo termine, il mio obiettivo è continuare a esplorare nuovi linguaggi e a crescere come artista. Voglio ampliare i confini del mio lavoro, affrontando temi sempre più universali e sperimentando nuove collaborazioni. Vorrei anche contribuire alla diffusione dell’arte e della cultura, rendendole più accessibili a un pubblico vasto. Infine, spero di continuare a ispirare e a essere ispirato, mantenendo sempre viva la curiosità e la passione per ciò che faccio.

Nota:

Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di Mobmagazine.it.

L’Articolo è stato inviato da Serena Summo sulla piattaforma del sito ufficiale di mobmagazine.it.



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