con Birgi e Palermo, serve davvero?

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Attualmente, la Sicilia vanta un numero significativo di aeroporti, tra cui quelli di Palermo, Trapani e Comiso, oltre ai terminal delle isole minori come Pantelleria e Lampedusa. La posizione geografica di questi scali, che coprono in modo abbastanza equilibrato tutte le aree principali dell’isola, solleva interrogativi sulla necessità di un nuovo aeroporto per la Sicilia centro-meridionale. Palermo, con il suo aeroporto di Punta Raisi (a circa 30 km dalla capitale), è il principale hub della regione, mentre Birgi e Comiso, seppur più piccoli, svolgono comunque un ruolo importante nel traffico aereo. L’idea di aggiungere un altro scalo, pur avendo il suo fascino per la posizione nella Valle dei Templi agrigentini, rischia di generare inutili sovrapposizioni con strutture esistenti, come già accade in altre regioni d’Italia, dove gli aeroporti a volte sono sottoutilizzati. La Sicilia, infatti, si troverebbe ad avere – se il progetto andrà in porto – ben cinque scali aeroportuali, un numero elevato se paragonato a regioni come la Puglia, che conta anch’essa quattro aeroporti, e la Calabria, che ne ha tre.

Il caso del nuovo aeroporto nella Valle dei Templi

Il progetto che più sta facendo discutere riguarda il possibile aeroporto nella Valle dei Templi, a servizio della Sicilia centro-meridionale. La proposta ha raccolto il supporto delle istituzioni locali, del comitato civico pro-aeroporto e dei rappresentanti politici della provincia di Agrigento, ma si scontra con i tempi burocratici e le difficoltà di approvazione. Il presidente dell’Ordine degli Architetti, Rino La Mendola, ha più volte sottolineato la lentezza con cui l’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) sta esaminando la proposta. Nonostante lo studio di fattibilità sia stato integrato con i documenti richiesti già cinque mesi fa, il parere necessario per procedere rimane un obiettivo lontano. La Mendola ha espresso il desiderio di vedere il parere favorevole “sotto l’albero di Natale“, ma si è detto comunque fiducioso nella possibilità di portare avanti il progetto. “Siamo pronti a fare squadra con tutte le forze locali e nazionali per realizzare quest’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo socioeconomico della Sicilia centro-meridionale”, ha dichiarato. Tuttavia, il cammino per realizzare questo nuovo scalo è tutt’altro che breve. Innanzitutto, è necessario inserire il progetto nel Piano Nazionale degli Aeroporti, un passo fondamentale per avviare le successive fasi progettuali. Solo successivamente si procederà con l’affidamento del progetto di fattibilità tecnica ed economica, la validazione del progetto esecutivo e, infine, l’appalto dei lavori.

Tempi lunghi e incertezze

I tempi per la realizzazione di un nuovo aeroporto non sono brevi. L’inserimento del progetto nel Piano Nazionale potrebbe richiedere anni, e i passaggi successivi, inclusa la progettazione e l’approvazione dei finanziamenti, potrebbero allungare ulteriormente la tempistica. Si stima che la realizzazione di un nuovo scalo potrebbe richiedere almeno cinque anni, dal momento in cui il progetto verrà inserito nel piano nazionale e verranno stanziate le risorse economiche necessarie. A tutto questo si aggiunge la riflessione sul fatto che, sebbene un aeroporto a servizio della Valle dei Templi possa rappresentare un’opportunità per lo sviluppo turistico e economico della zona, potrebbe non rispondere a una necessità concreta, considerando che la Sicilia è già dotata di scali relativamente vicini tra loro. Nella stessa area, ci sono quelli di Birgi e di Punta Raisi, dalla parte opposta alla Provincia agrigentina, c’è Comiso, nel ragusano. In questo contesto, la domanda è se non sia più opportuno concentrarsi sull’ampliamento e sull’ottimizzazione delle infrastrutture esistenti, piuttosto che puntare su un ulteriore scalo.

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Le prospettive future sul ruolo degli scali in Sicilia

Nonostante le perplessità, il dibattito sul nuovo aeroporto rimane aperto. Il comitato pro-aeroporto e i parlamentari locali continuano a spingere per l’approvazione del progetto, sottolineando l’importanza di un’infrastruttura in grado di stimolare l’economia del sud della Sicilia, una zona che soffre da tempo di un isolamento strutturale rispetto al resto dell’isola. La realizzazione di un aeroporto in una zona ad alta vocazione turistica come la Valle dei Templi potrebbe senza dubbio rappresentare un’opportunità per attrarre nuovi flussi di visitatori, ma sarà cruciale capire se le risorse disponibili possano giustificare la creazione di un nuovo scalo o se, invece, sarebbe più vantaggioso investire nel miglioramento delle strutture esistenti. In ogni caso, la Sicilia si trova di fronte a un bivio: investire in nuove infrastrutture aeroportuali, che potrebbero richiedere anni di lavoro e risorse ingenti, o potenziare e ottimizzare i suoi attuali scali, per favorire un utilizzo più efficiente delle risorse già disponibili? La risposta dipenderà anche dalla capacità delle istituzioni di lavorare insieme per fare scelte condivise e mirate al reale sviluppo socioeconomico della regione.



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