Comites SP: I consiglieri criticano la posizione del presidente Mayer. “I discendenti degli italiani sono una grande risorsa per l’Italia”

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Le dichiarazioni del presidente del Comites – Comitato degli Italiani all’Estero di San Paolo, Alberto Salvatore Mayer, in un’intervista video rilasciata alla rivista Insieme nel tardo pomeriggio di ieri (26/12), hanno suscitato reazioni sia sui social media che all’interno dello stesso Comites, soprattutto riguardo a questioni partitiche e alle limitazioni da lui sostenute nel riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis.

“Qualsiasi cittadino ha il diritto di esprimere liberamente le proprie posizioni e opinioni”, scrivono in una Nota Pubblica otto consiglieri del Comites, ma “consideriamo nostro diritto-dovere esprimere la nostra posizione in quanto rappresentanti eletti della comunità italiana” per ritenere “contraddittorio e inadeguato che una lista civica che si presenta alle elezioni del Comites nasconda ai propri elettori le proprie reali posizioni su questioni di primaria rilevanza per i più di 400 mila cittadini italiani residenti nella circoscrizione del Consolato Generale di San Paolo”. Nell’intervista, Mayer ha difeso la limitazione generazionale nella trasmissione della cittadinanza italiana.

La nota è firmata anche dal consigliere del Brasile presso il CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, Daniel Taddone, e reca l’intestazione del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero del Brasile. Secondo informazioni giunte alla nostra redazione, le posizioni difese da Mayer hanno scontentato anche i presidenti di Comites di altre circoscrizioni consolari, soprattutto quelle di Belo Horizonte, Espírito Santo e Rio de Janeiro.

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L’intervista con il presidente Mayer è nata da una proposta della rivista Insieme fatta ai consiglieri del Comites di San Paolo eletti sotto la bandiera del CTIM – Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo – un’associazione italiana fondata da Mirko Tremaglia nel 1968 con l’obiettivo di “rafforzare i legami tra le comunità degli italiani nel mondo”, il cui segretario generale oggi è il senatore Roberto Menia (Fratelli d’Italia), autore di un progetto che mira a limitare la trasmissione della cittadinanza italiana iure sanguinis.

L’intervista mirava a conoscere il pensiero di tali consiglieri riguardo le “novità” nel mondo della cittadinanza italiana, soprattutto con l’imminenza dell’entrata in vigore (il prossimo 1° gennaio) delle nuove tasse: importo raddoppiato nei consolati (da 300 a 600 euro), tassa di 600 euro nei comuni e, inoltre, tassa individuale di 600 euro nella via giudiziale, oltre all’autorizzazione per la riscossione fino a 300 euro per documento richiesto presso i comuni… “Non è una tassa eccessiva per un diritto?”, provocava la domanda.

Dei quattro invitati (Alberto Mayer, Giuliana Patriarca, Maurizio Matrone e Matteo Arcari), hanno risposto solo Mayer e Patriarca. Impossibilitata l’intervista nella forma delle 4Chiacchiere Insieme, si è optato per l’intervista individuale, iniziando con Mayer, presidente del Comites.

Nella Nota Pubblica, i consiglieri “riportano alla luce” questioni emerse durante le ultime elezioni e la composizione del Comites di San Paolo, dove si è verificata la cosiddetta operazione “ornitorinco”, che, secondo i firmatari, smentisce completamente l’affermazione fatta da Mayer nell’intervista secondo cui l’organo di rappresentanza degli italiani nella giurisdizione consolare di San Paolo (“da 20 anni dominato dallo stesso gruppo politico”) è completamente apartitico. “Dal 2004 – scrivono – il Comites San Paolo non è altro che un ufficio stampa del Consolato Generale d’Italia”. Di seguito, pubblichiamo integralmente il contenuto della nota:

NOTA PUBBLICA DEL «MAIE BRASILE» RIGUARDO ALLE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DEL COMITES DI SAN PAOLO

Noi, membri del MAIE BRASILE e consiglieri del COMITES di San Paolo che sottoscriviamo questa nota pubblica — Luciana Laspro, Daniel Pavarin, Rodrigo Mauro, Tiago Colombini, Maurício Chiosini Baggio, Bruno Ghiotto, Antonio Carlos Delben e Daniel Perseguim — insieme al consigliere del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), Daniel Taddone, riteniamo necessario esprimere alcuni commenti sulle dichiarazioni di Alberto Mayer, presidente del suddetto COMITES, rilasciate durante un’intervista video alla rivista Insieme del 26 dicembre 2024, disponibile sul canale YouTube della rivista.

Naturalmente, prima di esporre i nostri commenti, è essenziale riconoscere che ogni cittadino ha il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni e posizioni, e questo non può essere diverso per il presidente di qualsiasi COMITES. Allo stesso modo, riteniamo che esprimere la nostra posizione come rappresentanti eletti della comunità italiana sia un diritto e un dovere.

• COMITES come organo “apartitico”

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Il presidente Alberto Mayer è stato eletto consigliere del COMITES di San Paolo attraverso la lista civica del “Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo” (CTIM), un’entità il cui segretario generale è il senatore Roberto Menia. Il senatore Menia, feroce critico e oppositore del riconoscimento della cittadinanza italiana ai discendenti italo-brasiliani di terza, quarta e quinta generazione, è membro del partito Fratelli d’Italia, una forza politica con una chiara posizione di destra.

Nelle elezioni del COMITES svoltesi nel dicembre 2021, sono stati eletti quattro candidati della lista CTIM, tra cui il presidente Alberto Mayer. Le altre liste concorrenti erano:

“Democratici in Brasile” (DIB), che ha eletto sette consiglieri,

“Italianità in Movimento”, che ha eletto sei consiglieri,

“L’Italia che ci Lega”, che ha eletto un membro.

La lista DIB è storicamente legata al Partito Democratico (PD), la cui posizione politico-ideologica è di centro-sinistra.

Alla fine dello spoglio, grazie a un accordo tra Rita Blasioli per il PD/DIB e Mario Turnaturi per il CTIM, è nata una coalizione che potremmo definire “ornitorinco” – un mammifero con becco d’anatra che depone uova. I sette consiglieri eletti dal PD/DIB si sono uniti ai tre eletti dal CTIM (Mayer, Maurizio Matrone e Matteo Arcari) per formare una maggioranza di dieci consiglieri su diciotto.

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Questa strana coalizione tra Fratelli d’Italia (CTIM) e Partito Democratico (DIB) ha portato all’elezione di Alberto Mayer come presidente del COMITES e ha riempito l’intero consiglio direttivo con l’intento chiaro di escludere la lista Italianità in Movimento/MAIE da qualsiasi posizione rilevante nel comitato. È importante sottolineare che negli altri COMITES del Brasile si è sempre cercato di attribuire le cariche in modo concordato, anche quando una lista aveva la maggioranza assoluta.

È quindi sorprendente che il presidente Mayer sostenga un “COMITES apartitico” quando lui stesso è arrivato alla presidenza grazie a un’azione chiaramente politica e faziosa.

La manovra della “coalizione ornitorinco”, guidata da Blasioli e Turnaturi, ci ha consegnato il COMITES SAN PAOLO che conosciamo oggi, dominato dallo stesso gruppo politico da oltre 20 anni. Dal 2004, il COMITES SAN PAOLO non è altro che un ufficio stampa del Consolato Generale d’Italia, godendo sempre di una grande simpatia da parte della direzione consolare.

Invitiamo chi legge questa nota a trovare una sola critica del COMITES SAN PAOLO alle azioni del Consolato Generale negli ultimi vent’anni.

Il COMITES SAN PAOLO è l’esempio più compiuto di ciò che si può definire una “rappresentanza da salotto”. Abbiamo un organo elettivo e intrinsecamente politico, il cui scopo principale negli ultimi vent’anni è stato partecipare a feste, celebrazioni, attribuzioni di onorificenze e, come già detto, svolgere il ruolo di ufficio stampa del Consolato Generale, come si può chiaramente osservare nei bollettini settimanali disponibili all’indirizzo: https://comites.org.br/informativo.

Non si lascino ingannare gli elettori e i “disciplinati” (come li definì il compianto Salvador Scalia): il corpo direttivo del COMITES di San Paolo ha mantenuto per vent’anni posizioni contrarie a quelle della maggioranza dei cittadini che avrebbe dovuto rappresentare. Purtroppo, la nostra comunità è poco consapevole e, in gran parte, ignora l’esistenza del COMITES come proprio organo rappresentativo.

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• Le “limitazioni” al riconoscimento della cittadinanza italiana

Il fulcro dell’intervista del presidente del COMITES SAN PAOLO alla rivista Insieme sono state le sue dichiarazioni favorevoli – e alquanto confuse – a qualche tipo di limitazione al riconoscimento della cittadinanza italiana per i discendenti di immigrati italiani giunti in Brasile molte generazioni fa.

Ribadiamo ancora una volta che non intendiamo censurare rappresentanti o cittadini che vogliano esprimere legittimamente le proprie opinioni personali su qualsiasi tema, sia esso pubblico o privato.

Tuttavia, riteniamo contraddittorio e inadeguato che una lista civica che si presenta alle elezioni del COMITES nasconda ai propri elettori le proprie reali posizioni su questioni di primaria importanza per i più di 400 mila cittadini italiani residenti nella circoscrizione del Consolato Generale di San Paolo.

Se questa vasta comunità fosse un comune italiano, sarebbe oggi la settima città italiana per popolazione. Se esistesse un “Comune di San Paolo del Brasile”, questo supererebbe in numero di abitanti città come Bologna, Firenze, Bari o Catania!

Possiamo persino osare dire che più della metà di questi 400 mila cittadini non sarebbero oggi italiani se fosse stata applicata la “soglia di sbarramento” proposta dal presidente Alberto Mayer. E come ha affermato lo stesso Mayer, questa popolazione finisce per “intralciare” il funzionamento del consolato, ostacolando gli “italiani legittimi” e causando problemi organizzativi per l’ente consolare.

E ancora una volta, non inganniamoci. La posizione del presidente Mayer è condivisa da molta gente ai vertici rappresentativi della comunità italiana di San Paolo. Citando solo un esempio, possiamo ricordare Rita Blasioli, che continua a essere un’eminenza grigia nel COMITES di San Paolo. Blasioli ha già espresso pubblicamente posizioni simili a quelle di Mayer e durante tutta la sua attività rappresentativa – presidente del COMITES SP nella gestione 2004-2015 e consigliera del CGIE tra il 2015 e il 2021 – è stata sempre una vera cheerleader del consolato.

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La nostra comunità deve comprendere che il COMITES ha un importante ruolo e che questo deve essere un organo realmente rappresentativo di tutta la comunità, sia di noi “italiani bastardi”, sia di coloro che si ritengono “legittimi”. Ci auguriamo che nelle prossime elezioni la comunità sia più consapevole e analizzi meglio le posizioni delle liste civiche che si presenteranno alla competizione.

Noi del MAIE BRASILE garantiamo che continueremo a lavorare per tutta la comunità italiana, inclusi coloro che non hanno ancora ottenuto il riconoscimento della cittadinanza.

E nell’ambito del riconoscimento della cittadinanza italiana, è importante che rappresentanti e autorità rispettino la volontà del legislatore, cioè del Parlamento Italiano che ha elaborato e approvato le leggi che regolano il riconoscimento della cittadinanza italiana (Codice Civile del 1865, Legge 555/1912 e Legge 91/1992). E senza dimenticare che “Le legge non dispone che per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo”, cioè la legge dispone solo per il futuro, poiché non ha effetti retroattivi. Chi è nato italiano, è italiano.

Il MAIE BRASILE ritiene che la nostra grande comunità italo-brasiliana, così come i discendenti italiani in tutto il mondo, siano una grande risorsa per l’Italia e che possano contribuire enormemente al futuro della nostra Madre Patria.

San Paolo, 27 dicembre 2024

Consiglieri del COMITES SAN PAOLO – Luciana Laspro, Daniel Pavarin, Rodrigo Mauro, Tiago Colombini, Maurício Chiosini Baggio, Bruno Ghiotto, Antonio Carlos Delben, Daniel Perseguim

Consigliere del CGIE – Consiglio Generale degli Italiani all’Estero – Daniel Taddone”

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