Caricabatterie universale Usb-C, scatta l’applicazione della direttiva Ue: cosa cambia per i consumatori

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La misura, approvata due anni fa, diventa ora vincolante per i produttori. E Apple fa sparire dagli store, anche in Italia, gli iPhone 14, 14 Plus e SE (2022). Esclusi al momento solo i laptop, che ne saranno interessati dal 2026

Da oggi, sabato 28 dicembre 2024, ogni nuovo dispositivo elettronico commercializzato in un Paese dell’Unione europea dovrà essere dotato di una porta di ricarica di tipo Usb-C, che diventa così lo standard unico sul territorio comunitario. Lo prevede la direttiva Ue 2022/2380, entrata in vigore il 27 dicembre 2022 e la cui applicazione è ufficialmente scattata, come da programmi, a due anni di distanza. Dagli smartphone ai tablet, dagli auricolari alle fotocamere, passando per tastiere, mouse, altoparlanti portatili e così via: non c’è prodotto digitale di largo consumo che non sia soggetto alla nuova misura al di fuori dei computer portatili, che necessitando di potenze maggiori dovranno rispettare l’obbligo soltanto a partire dal 28 aprile 2026. 

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Gli obiettivi

Tre i principali obiettivi della novità, come riepilogato di prima mattina su X dalla Commissione Ue: assicurare una migliore tecnologia di ricarica, ridurre i rifiuti elettronici e far sì che i consumatori trovino con più facilità i caricabatterie di cui hanno bisogno. Sotto questo profilo, se da un lato l’Usb-C – standard sviluppato da un consorzio di aziende che include Intel e Microsoft – può trasferire dati fino a 40 gigabit al secondo con una potenza di ricarica massima di 240 watt, dall’altro la direttiva garantisce ai consumatori la possibilità di scegliere se ricevere i nuovi dispositivi completi di caricatore o meno, in quanto potrebbero già possederne uno compatibile. Inoltre i produttori saranno anche tenuti a mettere mano alle confezioni per fornire informazioni (più) chiare sugli articoli contenuti al loro interno e sulle relative caratteristiche di ricarica. 




















































Apple corre ai ripari

Per quanto l’entrata in vigore della direttiva rappresenti una svolta tanto netta quanto inedita, va comunque precisato che la porta Usb-C in realtà è già presente da tempo sulla maggior parte degli smartphone Android e in generale dei più recenti dispositivi elettronici. Fanno però eccezione gli iPhone antecedenti al 15, ragion per cui Apple, oltre ad aver sempre osteggiato la norma, nelle ultime ore ha già proceduto a rimuovere gli iPhone 14, 14 Plus e SE (2022) dai propri store digitali in gran parte delle nazioni interessate, Italia compresa. «Queste regole offrono vantaggi per tutti – ha dichiarato con buona pace di Cupertino la tedesca Anna Cavazzini, presidente della Commissione per il Mercato interno e la Protezione dei consumatori del Parlamento europeo –: dalla riduzione dei rifiuti ambientali all’aiuto alle famiglie per liberare i cassetti pieni di caricabatterie incompatibili o inutilizzati». 

Previsti risparmi per 250 milioni

Secondo quanto dichiarato dalla stessa Cavazzini, alla lunga la direttiva arriverà a far risparmiare «circa 250 milioni di euro alle famiglie dell’Ue, eliminando gli acquisti di caricabatterie non necessari ogni anno». E non è escluso che altri possano ora seguire l’esempio: «Stiamo vedendo Paesi esterni all’Ue allinearsi al nostro approccio, dimostrando che la spinta decennale dell’Europarlamento per un caricabatterie universale sta tramutandosi in uno standard globale – ha infatti proseguito al riguardo –. Seguiremo da vicino il modo in cui i produttori si adegueranno a questi cambiamenti e attendiamo con ansia gli studi della Commissione sull’evoluzione della ricarica wireless e sui futuri requisiti di disaggregazione. È fondamentale garantire che i consumatori dispongano di strumenti per continuare a fare scelte intelligenti e sostenibili man mano che il mercato si evolve». 

28 dicembre 2024 ( modifica il 28 dicembre 2024 | 16:05)

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