Tour immaginario… ma non troppo: fenicotteri, coccodrilli e luoghi favolosi ci portano a esplorare mondi d’oro, diamanti e gemme inestimabili nella collezione Alta Gioielleria Nature Sauvage di Cartier. Foglie di quercia con ghiande e fate, verdi mughetti e l’opulenza di fiori di loto per la Red Carpet Collection 2024 di Chopard: in un susseguirsi di gioielli letteralmente “da favola”, con tocchi di gemme e titanio multicolor.
Un mondo celeste nasce interpretando linee d’archivio del brand, tributo ai misteri dell’universo fra unicorni, gufi preziosi, frecce stellari e gemme infuocate come grifoni nel Blue Book 2024 Tiffany Céleste di Tiffany &Co. Un tesoro realizzato a regola d’arte che rende omaggio a un capolavoro della letteratura: tra magnifici personaggi di fantasia e tecniche di oreficera tradizionale, va in scena l’Alta Gioielleria L’Ile au trésor di Van Cleef&Arpels.
La storia della maison romana Bulgari e l’architettura della Capitale si intrecciano in gioielli magnifici. Che (re)interpretano linee iconiche in un trionfo di colori: è l’Alta Gioielleria Aeterna. ll numero perfetto di Mademoiselle, stelle e leoni, simboli di un’Haute Joaillerie di maestria tecnica e da trofeo, che la celebre maison parigina Chanel dedica al mondo dello Sport.
Creazioni modernissime, ispirate alla tradizione sarda: oro puro lavorato con l’antica tecnica della filigrana, decori come bottoni e gemme che guardano alla leggenda di fate preziose nell’Alta Gioielleria Dolce&Gabbana.
Infine, l’amore per i due volti di una città, Milano. Discreta, ma anche stravagante. Evocata da gioielli dove l’eleganza di pietre monocrome si alterna a creazioni con gemme dai colori vivaci: è l’Alta Gioielleria “Il dualismo di Milano” di Pomellato.
Come addomesticare una fauna tropicale da sogno? Trasformandola in opere di preziosa fantasia. Elefanti, coccodrilli, cigni e… ovviamente, pantere: nella collezione d’Alta Gioielleria Nature Sauvage, Cartier porta in primo piano l’amore per gli abitanti di boschi, giungle e foreste, evocando luoghi più che mai reali. Qualche esempio? Il collier “Celustun”, località messicana dove, nello Yucatán, si ammirano splendidi fenicotteri, porta in primo piano proprio questo trampoliere. Ma anche gli smeraldi effetto squama della collana “Sibaya”, dedicata al lago sudafricano popolato da colonie di verdi coccodrilli. «Uno sguardo innovativo sulla fauna Cartier: per sorprendere, sfidare e creare incontri inaspettati» spiega Jacqueline Karachi, Direttrice creativa dell’Alta Gioielleria. «Abbiamo voluto mettere in primo piano la personalità di animali che, come attori, si prendono gioco di grafismi e volumi, diventando tutt’uno con questo paesaggio immaginario».
Nella foto, il bracciale-anello “Panthère Jaillissante“ in oro, diamanti, zaffiri e smeraldi, con grande smeraldo di 8,63 carati.
Red Carpet Collection 2024 di Chopard
«Quando leggevo le favole, immaginavo che una cosa del genere non potesse mai accadere. E ora eccomi qui, dentro una fiaba!» esclamava Alice nel suo paese delle meraviglie. Per immergerci in un mondo fatato e preziosissimo, lasciamoci incantare dalla nuova Haute Joaillerie di Chopard, nella collezione Contes de Fées: nuovo capitolo della Red Carpet Collection 2024, ideata da Caroline Scheufele come magico ornamento delle attrici sul red carpet del Festival di Cannes. Per entrare in un’atmosfera fiabesca, da bambini, bastava un sussurrato “C’era una volta…”. Oggi, anche le favole si ritrovano nello charme dell’oro, naturalmente etico. E sulle foglie di quercia, forti e maestose, si ammirano ghiande e fatine. Sembrerebbe poi di avvertire davvero la fragranza dei fiori, sbocciati su rami di mughetti in titanio e tsavoriti: con campanelle dalla micro-incastonatura di diamanti e minuscoli pistilli in oro. Una scelta fondamentale, quella del titanio, che anche nell’alta gioielleria permette di introdurre infinite tonalità, compresa quella cangiante della spilla “Iris”. Come Alice, ci abitueremo a vedere solo cose così straordinarie e fuori dal comune, da aspettarci ben altro rispetto alla normalità…
Nella foto, gli orecchini a farfalla in oro etico con zaffiri multicolori, rubelliti, diamanti e pendenti di rubelliti briolette da 41,50 carati.
Blue Book 2024 “Tiffany Céleste” di Tiffany&Co.
Ogni pietra racchiude milioni di anni di storia minerale. Non stupiamoci allora se, oggi, una collezione di alta gioielleria ambisce a esplorare i misteri dell’universo: in Tiffany Céleste, nuovo capitolo dell’High Jewelry Blue Book 2024, la storica maison americana rende omaggio alle opere del leggendario designer Jean Schlumberger, in quattro nuovi capitoli: “Owl on a Rock”, “Phoenix”, “Unicorn” e “Star Burst”. Nel motivo della fenice si torna all’etimo del nome di questo animale fantastico: parola greca che descrive un rosso ardente, come le gemme presenti nei monili. E poi il magico corno a spirale dell’unicorno, che in una spilla svela l’incanto dalle profondità terrestri: una tormalina bicolor di oltre 25 carati. Come raggi d’oro e diamanti, in “Arrow” gli iconici motivi a freccia di una spilla heritage svettano tra forme ariose, realizzate a mano. Tanti sono i simpatici, preziosissimi gufi di “Owl on a Rock”, rivisitazione della nota spilla “Bird on a Rock” creata da Jean Schlumberger nel 1965. Oggi, piccoli pennuti si posano su gemme spettacolari con artigli in oro e piume di diamanti. Pietre che splendono quanto i brillanti firmamenti di stelle della “Nebulosa Gufo”, nella costellazione nell’Orsa Maggiore: sognando la volta celeste, con Tiffany Céleste.
Nella foto, la spilla con gufo “Owl on a Rock” in platino e oro, con perla nera dei Mari del Sud, diamanti e zaffiro stellato d’oltre 57 carati.
Alta Gioielleria “L’Ile au trésor” di Van Cleef&Arpels
Sono trascorsi oltre centoquarant’anni, ma ancora ci lasciamo affascinare da uno fra i più grandi viaggi della letteratura. Per la sua nuova collezione di Alta Gioielleria, Van Cleef&Arpels interpreta magistralmente l’avventuroso romanzo L’isola del tesoro, pubblicato da Robert Louis Stevenson nel 1883. Affascinati dall’universo di questo racconto, gli esperti artigiani della maison si sono immersi nelle infinite ispirazioni offerte da persone e paesaggi, e poi tesori e culture lontane. Alcuni protagonisti? John, David e Jim, personaggi principali dell’opera di Stevenson ma anche delle minuziose spille “Pirates”. Anche antiche divinità conquistano un ruolo importante, come quelle più emblematiche della mitologia maya: da Huracan e Itzamná (dio del vento e dio del cielo) fino al Re di Uxmal, località che ancora spicca fra i siti archeologici più importanti e meglio conservati di tutto il Messico, nella penisola dello Yucatán. Un tour che celebra il Serti Mystérieux Traditionnel, celebre tecnica di lavorazione delle gemme Van Cleef &Arpels brevettata nel 1933, per incastonare le gemme senza che il metallo sia mai visibile: perfetto per omaggiare la natura, tra zaffiri come onde del mare, smeraldi verdi come palme e rubini che colorano conchiglie surreali.
Nella foto, la spilla “Coquillage Mystérieux” in oro con Serti Mystérieux Traditionnel di rubini, diamanti rosa e bianchi.
Alta Gioielleria “Aeterna” di Bulgari
Passano i secoli, ma la bellezza di Roma non smette mai d’incantare. La Capitale che nell’Ottocento accolse il gioielliere greco Sotirio Bulgari, che lì fondo la sua maison nel 1884, è ancora fonte d’ispirazione con architetture e design inconfondibili evocati, non a caso, nella collezione di Alta Gioielleria “Aeterna”. Curiosità: si guarda al passato in un collier ornato da due zaffiri dello Sri Lanka (ciascuno di oltre 37 carati), staccabili e portabili anche come orecchini: pietre provenienti da gioielli Bulgari anni ’30 appartenuti a una nobildonna italiana, riacquistati dalla stessa maison. Ma anche monili che, in alcuni casi, hanno richiesto fino a 2.800 ore di lavorazione (come il collier dove sette diamanti sono stati estratti da una gemma di oltre 200 carati). Ma in Bulgari, si sa, gioia e colore sono parole d’ordine. Così audacia e leggerezza trovano un punto d’incontro nel choker “Aurea Chandra”, rivisitazione di una collezione anni ’80, fra sfere perfette in oro rosa e diamanti. Un uso quasi pittorico delle gemme genera geometrie variopinte su una collana simile a un colletto sartoriale, la “Bulgari Lotus Cabochon”: linee organiche e sinuose come un fiore di loto, simbolo universale di rinascita… non a caso, eterna.
Nella foto, il choker “Aurea Chandra”: rivisitazione d’archivio con cinque file di sfere alternate in oro rosa e pavé di diamanti, e il bracciale “Bulgari Alta Gioielleria Serpenti” in oro rosa con onice taglio buff-top e pavé di diamanti.
Haute Joaillerie “Sport” di Chanel
Spicca tutt’ora come emblema dello stile chic parigino. Nonostante ciò, fin dai suoi esordi, Gabrielle Chanel si distinse per l’indole sportiva dei suoi capi, creati per essere non solo elegantissimi, ma anche pratici: tanto che nel 1921 Coco creò un laboratorio “Sport” all’interno della sua casa di Haute Couture. Una dimensione atletica (nell’anno dei giochi olimpici della Ville Lumière) che diventa ispirazione per la sua omonima ultima linea di Haute Joaillerie Sport. Audacia, infinita libertà creativa, maestria tecnica e gemme eccezionali sono le linee guida di gioielli dalle silhouette pulite e slanciate. Fra diamanti purissimi, l’energia arriva dal colore di pietre e lacche, fino a simboli di forza e vittoria che si identificano con figure-archetipo della maison: le stelle e il leone, animale feticcio della couturière (nonché suo segno zodiacale). La trama matelassé (noto motivo trapuntato presente in tante borse), rivista come un tessuto tecnico traforato, torna nella texture effetto rete di collane geometriche. Come in ogni squadra, inoltre, il giocatore più forte ha un numero vincente: che in questo caso splende proprio nel “5”, cifra amata da Mademoiselle (e nella sua fragranza più famosa) rieditata con un carattere tecnologico ispirazione cronometro.
Nella foto, la spilla “Chanel Print” in oro con diamanti e decori di lacca rossa e nera.
Gioielli ispirati alle tradizioni sarde. La scorsa estate, nel corso della sua presentazione d’Alta Moda in un mondo di lavorazioni inestimabili dedicate proprio alla Sardegna, la maison Dolce&Gabbana ha esplorato i misteri (e le più antiche lavorazioni) dell’isola con una ricca collezione di Alta Gioielleria. Un’arte millenaria, avvolta da una veste di magia: in una leggenda ambientata in epoca nuragica, le “Janas” (mitiche fate sarde) tessevano i metalli preziosi come tessuti. Fili d’oro e d’argento incastonati da pietre preziose: dal loro sapiente lavoro nacquero le “prendas”, i gioielli isolani. L’aureo fil rouge di questa collezione non poteva che essere la filigrana, con tradizionali tecniche orafe di trafilatura e intreccio di sottili fili d’oro sapientemente lavorati a mano. Inconfondibile la struttura traforata, che ricorda la leggerezza di un merletto, dove spicca il savoir-faire per l’incastonatura di grandi gemme sviluppata nei laboratori Dolce&Gabbana. Un altro gioiello iconico della tradizione sarda? Il bottone d’oro a doppia calotta, sormontato da un piccolo cilindro che può racchiudere pietre semipreziose, ma anche come gemme di grande valore. Combinando arte, quel “fatto a mano” simbolo del marchio e una storica artigianalità.
Nella foto, collana con berillo verde, tormaline multicolor, acquamarina, quarzo “Madera”, ametista, diamanti e perla.
Dal Planetario progettato dall’architetto Portaluppi al Palazzo dell’Arengario in Piazza del Duomo, fino alle opere di Gio Ponti. Con 51 creazioni, la quinta collezione di Alta Gioielleria Pomellato, Il dualismo di Milano, celebra ancora una volta l’anima della sua città natale. «Mi ha sempre intrigato questa dualità: da una parte ciò che Milano esprime attraverso le sue architetture austere, dall’altra un luogo in cui creatività e colore trovano la loro massima espressione, negli atelier della moda come nelle opere Gruppo Memphis» spiega Vincenzo Castaldo, direttore creativo di Pomellato. Due i capitoli dedicati a questa doppia personalità: nel primo, l’elegante monocromia del rigore meneghino si rivela nell’intensità di perle e zaffiri grigi, nello charme notturno di spinelli antracite, evocando la nebbia con morbide pietre di luna. Il prisma dei colori milanesi si infiamma poi fra tonalità accese: protagonista la collana plastron con una rara combinazione di spinelli nei toni del rosso, rosa e viola. Ma anche indicoliti e tormaline, arrivando alle tanzaniti della parure “Grande Blu”, ispirata alle parole di Gio Ponti: «Ho disegnato una collana blu, e blu era l’ispirazione e la spinta per creare e trovare un buon equilibrio».
Nella foto, collier “Princess” della linea “Galleria” in oro rosa con pavé di diamanti e spinelli grigi.
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